Una passeggiata ai piedi della Rocca - S.ta Saraceni-Ms. Misuraca

ritratto di Pino Lo Presti

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Abbiamo ricevuto una Segnalazione da “Sandro”, siamo andati a farci una passeggiata e abbiamo fatto degli scatti.

Ci scrive: “Vorrei sottolineare che è dal mese di aprile che tento invano di far
conoscere la situazione in via Saraceni (esattamente la strada che porta alla rocca)

nel piu' totale buio ... senza un cestino, e con una bella
discarica salendo sulla destra ... per non parlare della via monsignor
Misuraca, la strada che dalla salita Saraceni porta al Duomo, costeggiando la
rocca ... una bellissima via se non fosse per la mancanza totale di luce, e
dell'erba che costringe a camminare come in un "violu". Ma la cosa piu' grave
ancora - a tutt'oggi - pietre cadute dall'adiacente rocca
!

Beh io vivo qui e vedo i tanti turisti che vi passano, tutti intenti non a far foto alla
bellissima e incantevole cefalu' ma a tutto cio' che ho nominato! Vorrei
ricordare che in suddetta via si puo' ammirare un bellissimo paesaggio ...
Mi rivolgo a voi, affinche' dalle mie parole potete documentare meglio di me
cio' che accade nella nostra cefalu' che - non si vede -, ma fulcro importante
del turismo....

Su una cosa sicuramente concordo, che questo è un percorso che va valorizzato, in funzione di che, di quale “sogno”, vedremo.

Sapendo di non fare, a qualcuno tra voi, cosa sgradita, mi piace confidare alcune sensazioni di questo percorso; peraltro, per me carico di lunghi anni di ricordi.

quando scirocco e maestrale si incontrano

- da qui si va in via Mons. Misuraca

Ci fu qualcuno - un noto albergatore poi assessore - che forse due anni fa, il giorno in cui l’ass.Terrasi fece l’auspicio, davanti al tempio, che il Turismo a Cefalù avrebbe ripreso il volo dalla Rocca, discendendo e accompagnato dai dirigenti di L.A., di fronte a questo rudere che stava crollando disse che lo avrebbero potuto fare (non ho capito se “lui” o gli amici della Categoria) restaurare.
Queste mura di una “casa”(?) attaccata ad una grotta, dicono di un mondo pastorale arcaico dell’abitare quei posti: un pozzo di petrolio di suggestioni, non solo per il turista!
Se fossimo in un paese turistico gli si garantirebbe almeno di restare in piedi con dignità e senza cartelli di pericolo!

In questo paese ciò che è vera fonte di turismo viene perseguita come pericolo

Immaginate una notte di luna senza alcuna luce artificiale

Torniamo ai colori Scirocco-Maestrale

- belle architetture

- qua sembra come se piovesse fitto e fino

- non promette nulla di buono

- un altro flash notturno

- una passeggiata che vale la pena

- peccato

- quella "scultura" fu un piccolo ma un atto di amore di Edilio Riccini e altri, nel '93. Forse solo Padre Liborio Asciutto se lo ricorda di di quell'uomo strano che rigenerava "i rifiuti" che avevano una storia.

ritratto di Gianfranco D Anna

La “casa”(?) in Via Mons. Misuraca è una “mannara”

Nella Rocca di Cefalù, grazie alle ricerche ed alle esplorazione condotte dal Gruppo Grotte della Sezione di Cefalù del C.A.I. ed alla successiva campagna di documentazione topo-fotografica condotta, a partire dal 1988, dal Gruppo Speleologico “Palermo” del C.A.I., attualmente si conoscono 20 cavità ipogee, comprendenti 14 grotte, 2 antri e 4 “mannare”.
Quelle «mura di una “casa”(?) attaccata ad una grotta» in Via Mons. G. Misuraca di cui, caro Pino, tu parli sono proprio i resti di una “mannara”, piccole grotte che si aprono alla base delle pareti della Rocca spesso utilizzate come ovili, depositi e stalle per le adiacenti case del paese o spesso inglobate nelle stesse abitazioni. Deriva proprio da questi fattori il largo impiego che è stato fatto di queste cavità fino a qualche anno addietro. Oggigiorno esse sono adibite a legnaie o, addirittura, come discariche di sfabricidi.
Esattamente la mannara in questione è la cosiddetta Mannara “dentro il muro”, una cavità fruibile turisticamente, di interesse speleologico, posta alla base della Grotta “dei Cinque Pizzi”.
Il suo sviluppo planimetrico è di m. 26,00 circa.

Notizie tratte dal “Le cavità carsiche della Rocca di Cefalù (Palermo)” di Domenico Arrostuto e Vincenzo Biancone e dal Progetto “Salviamo la Rocca” del Consorzio di Associazioni Kepha

ritratto di Vincenzo Nastasi

Caro Pino..

anche io, abito e pieri ra ruocca..,mi perdonino i cefalutani per il mio non perfetto accento locale( sono nato fuori),e mi spiace sottolineare lo stato di degrado in cui versa quella che per me rappresenta un biglietto da visita per i turisti che salgono O CASTIEDDU .Quella strada,la pedonale della rocca,se ben curata, a mio modesto parere sarebbe davvero uno dei fiori all'occhiello per la nostra città..