La Pietra della Memoria

ritratto di Angela Di Francesca

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Premetto subito che, non avendo visto l'opera di Salvato,le mie considerazioni non si riferiscono -nè potrebbero- a questa in particolare; tuttavia la collocazione di una statua nello spazio di Piazza Marina, nella zona del moletto, mi suggerisce una riflessione sui "luoghi" come spazio non solo fisico ma anche psicologico.
Il Moletto di Cefalù ha una sua precisa identità non soltanto estetica, un suo particolare e imprendibile "esprit" che si manifesta nel contatto immediato col mare, con gli scogli, le barche; c'è dentro il rapporto con la natura, con la memoria, con la tradizione -il mondo dei pescatori-; il Moletto è la 'ntinna a mari, è la lapide con i nomi dei nostri marinai caduti in guerra, è la passeggiata notturna in mezzo alle luci del lungomare e del cielo, è la semplicità devozionale di una cappella alla Vergine...Tutti elementi che hanno bisogno a mio parere di esistere "in neutro" per essere vissuti nella loro valenza etnologica e nella loro poesia.
Più modernamente il Molo è divenuto anche luogo privilegiato del racconto filmico imprimendosi nella mente di spettatori di tutto il mondo per la scena del film Nuovo Cinema Paradiso giratavi da Giuseppe Tornatore.
Credo che una presenza forte come può esserlo un'opera scultorea incida in modo forte e irreversibile in questo luogo tra i più suggestivi di Cefalù. Ciò non ha relazione col pregio dell'opera; paradossalmente potrei dire che quanto più l'opera sarà di felice impatto visivo, tanto più lo spirito del luogo ne risulterà, involontariamente ma ineluttabilmente, alterato nella sua identità, nella
sua "anima".
Anche se tutti conoscono la leggenda di Ruggero, la zona del Molo non è mai stata, nell'immaginario cefaludese,collegata allo sbarco del re normanno; il monumento che ne ricorda la figura è la Cattedrale; il sarcofago di porfido rosso del sovrano è assente fisicamente, ma questa assenza lo richiama -attraverso l'intrico delle vicende storiche e umane che l'hanno determinata-alla mente di tutti, rendendola, in qualche modo misterioso, "presenza".
Credo che la collocazione di una scultura non sia semplicemente questione di far incrociare due coordinate (un evento e il luogo dove esso è avvenuto), e che sia importante porsi delle domande anche sugli aspetti meno visibili che questa scelta comporta.

ritratto di Vincenzo Gerone

La leggenda che conoscono pure i sassi.

Senza voler fare troppe retoriche vorrei precisare che la necessità di realizzare la Cattedrale è connessa alla leggenda del "re normanno" che fece un ammaraggio di fortuna proprio al molo di Cefalù.
Tale leggenda è cosa nota a tutta la collettività (perlomeno la collettività che io conosco..)
Quest'opera rappresenterebbe il tassello iniziale di questa leggenda.
Forse sarebbe più opportuno concentrarsi sull'ultimo tassello mancante, il sarcofago trafugato..
Comunque là dove ogni desiderio è opinabile, per fortuna prevale l'interpretazione di ciò che sono realmente i luoghi...e i tasselli mancanti.