LA MIOPIA E LA CECITÀ, LA ZUPPA ED IL PAN BAGNATO

ritratto di Saro Di Paola

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Ogni qual volta nei paraggi del depuratore di S.Antonio sono percettibili, a mare e a terra, in acqua e nell’aria, i segni del suo cattivo funzionamento, vuoi per la inadeguatezza del suo dimensionamento, vuoi per la inadeguatezza di chi è preposto alla sua gestione, a Cefalù,
non si esita a mettere sulla graticola la politica del passato e, per essa, quegli amministratori del passato che, proprio quel luogo, hanno scelto per la allocazione dell’impianto.

Un luogo che era tra i più ameni di Cefalù.
Un luogo, troppo vicino alle ultime case di via Candeloro.
Un luogo dal quale il vento di levante trasporta sino a piazza Duomo, le nauseabonde ed “appestanti esalazioni mefitiche” promanate dall’impianto.
Un luogo, sotto gli occhi e sotto le narici di quei turisti che, proprio a S. Antonio, sbarcano dai pullmans.

Nei confronti di chi proprio quel luogo ha scelto, la critica, se non l’accusa, più ricorrente e più generosa è stata, ed è, quella di “MIOPIA”.
A Cefalù, peraltro, tacciare di miopia tutti, dico tutti, gli amministratori del passato, più o meno recente, è l’esercizio politico-dialettico più facile.
È nella loro “miopia” la causa di tutti i mali della città :
dalla localizzazione del porto, al Piano Regolatore Generale, alla realizzazione del lungomare, alla mancanza di parcheggi, alla asfitticità della rete viaria, alla “cementificazione selvaggia”,alla realizzazione degli alberghi e dei villaggi turistici, al rilascio del certificato di abitabilità “per tutto l’anno” a quelle case, “nelle macchie di leopardo”, che dovrebbero “essere abitate solo in estate”, al potabilizzatore, al ………, alla………, allo ……….., a……… ed in ultimo, ma non ultima, alla localizzazione del depuratore in quel di S.Antonio.

Ed è proprio della “miopia” da cui sarebbe stata afflitta tale ultima scelta che voglio scrivere,in questi giorni in cui il “sequestro” da parte della Procura ha messo quell’impianto al centro del dibattito politico e dei discorsi da caffè.

Il Sindaco GIUSEPPE GIARDINA che, nel 1960, ha conferito l’incarico di progettare l’impianto all’ing. Scancarello, allora numero uno nella materia, anche per il depuratore è stato “MIOPE”perché quell’impianto si sarebbe dovuto “REALIZZARE AD EST DI S.ANTONIO”.

Secondo il mio modo di vedere, per assolvere tale scelta, non è, neanche, necessario ricorrere a quell’adagio secondo il quale “del senno di poi sono piene le fosse”.
Adagio che, comunque, dovrebbe essere tenuto presente ogni qual volta si esprimono giudizi sulle scelte del passato .
Ciò perché LA SCELTA del sindaco Giardina NON ABBISOGNA DI ASSOLUZIONE ALCUNA.

Infatti, ancora oggi, nel 2011, solo a sostenere che il depuratore sarebbe dovuto essere realizzato ad est di S.Antonio si corre il rischio di apparire, NON MIOPI, ma CIECHI.
Sì, proprio, ciechi.
Per rendersene conto, infatti, BASTANO GLI OCCHI.
Basta allungare lo sguardo ad est di S.Antonio, senza l’ausilio di carte topografiche e senza essere tecnici.
Essendo impensabile che “quell’est di S.Antonio” sarebbe potuto essere il più prossimo, cioè, all’interno della baia di Presidiana e del golfo della Calura, “quell’est” sarebbe potuto essere al di sotto di quel tratto di strada statale che va da “Centova” alla foce del “fiume Carbone”.
BASTANO, però, soltanto GLI OCCHI per rendersi conto che al di sotto di quel tratto di strada non v’è che il mare.
Quel mare che, nel 1960, si infrangeva come si infrange oggi nel 2011, contro le scarpe di terra naturale tra il piano stradale e gli scogli o contro quei muri e quelle gabbionate in pietra che, nel 1960, sostenevano la strada, come la sostengono oggi nel 2011.
Almeno lungo il tratto di costa che non è stato offeso da quella discarica che, a metà degli anni ottanta,venne spacciata per “ripascimento” proprio perché spacciata come antidoto agli effetti erosivi e distruttivi che le mareggiate provocavano sui muri di scarpa della sede stradale.

Perciò, realizzare il depuratore in un qualsiasi punto al di sotto di quel tratto di strada altro non sarebbe stato che realizzarlo a mare.
Quelle vasche e quelle strutture che belle non possono essere e che a S.Antonio sono totalmente nascoste da tantissimi punti di vista ce le saremmo ritrovate sul mare a far bella mostra da tantissimi punti di vista.

Il punto “ad est di S.Antonio” più prossimo al centro urbano sarebbe potuto essere SOLTANTO AD EST della foce del “FIUME CARBONE” .
Però a S.Antonio qualcosa che avrebbe compromesso l’amenità del luogo si sarebbe dovuta realizzare.
Comuque.
In quel luogo, per spingere "gli stronzi" da Cefalù a "fiume carbone", sarebbe stato TECNICAMENTE INDISPENSABILE realizzare UNA STAZIONE DI POMPAGGIO CON LE RELATIVE VASCHE, !
A S.Antonio non sarebbe stata “LA ZUPPA”che è oggi.
Con tutta probabilità!.
Sarebbe stato, però, “PAN BAGNATO”.
Certamente!

Saro Di Paola, 25 gennaio 2011

ritratto di Pino Lo Presti

A proposito di Miopia

Io non so se stia stato miope la localizzazione a S. Antono del depuratore (per la precisione l'ing. Torcivia ha parlato di "scelta penalizzante", per quanto il senso - sono d'accordo con te - è quello), ma mi sembra di capire che la tua "difesa" vada oltre questo episodio ed investa la politica amministrativa di "tutti, dico tutti, gli amministratori del passato, più o meno recente"; francamente - a giudicare dalla evidenza dei risultati odierni - mi sembra eccessiva.
Sarà pure facile "a posteriori" giudicare ma è vero pure che "a posteriori" i risultati si vedano più chiaramente. Dire che questi non sono espressione di una visione "Miope" significa, per converso, affermare che questi sono invece linearmente funzionali a uno sviluppo futuro: quale?

ritratto di Saro Di Paola

L'ESPERIENZA PIU' DIFFICILE DELLA MIA VITA

Parlando di scelta "miope" per il depuratore a S.Antonio non mi sono riferito, soltanto, all'aggettivo "penalizzante" dell'assessore ing. Torcivia e, neanche e soltanto, agli interventi di questi giorni.
Basterebbe potere accedere all'archivio di "DonLappanio" e/o tornare indietro all'estate del 2002, quando l'aria, oltre che nella zona di S.Antonio, diveniva irrespirabile a Prissuliana e alla Calura quando spiravano venti da ovest, in via Candeloro e a piazza Duomo quando i venti spiravano da est, per avere contezza di quanti siano stati coloro che, proprio, l'aggettivo "miope" hanno usato.

Quanto a quella che tu definisci "la mia difesa" degli amministratori del passato al solo scopo di evitare che si possa pensare che difenda gli altri per difendere me stesso, mi permetto di ricordarti che per quanto sia stato consigliere comunale dal 1978 al 1988 e, poi, dal 2002 al 2007, sono stato amministratore di Cefalù solo, in due giunte : una guidata dall'ing. Vazzana e una guidata dall'ing. Mangano -quella del mio "gran rifiuto"- per un periodo complessivo non superiore ai 20 mesi.

Quanto ai "giudizi a posteriori sui risultati" dell'azione amministrativa e delle scelte del passato, secondo il mio modo di vedere, è assai semplicistico e riduttivo "costringerli" nella dicotomia tra "la miopia" e quella "funzionalità lineare allo sviluppo futuro" che con una sola parola può, o potrebbe, essere "la lungimiranza".

Per essere stato all'interno delle Istituzioni comunali e, quindi, per essere stato chiamato ad operare scelte, almeno sulla carta, "funzionali" al bene comune di Cefalù, ed almeno negli intendimenti, "funzionali allo sviluppo futuro" di Cefalù, mi è rimasta la consapevolezza che NESSUNA SCELTA PUO' ESSERE GIUDICATA A POSTERIORI prescindendo dal CONTESTO SOCIO-ECONOMICO e POLITICO-CULTURALE in cui la scelta medesima è maturata.

Per cercare di non parlare in "politichese" ti faccio qualche esempio :

furono, o erano, miopi quegli amministratori che per un decennio hanno incenerito i rifiuti a Torretonda ?

furono miopi quegli amministratori che sollevarono fin nei serbatoi comunali di Pietragrossa, l'acqua NON POTABILE di Presidiana ?

fu miope il sindaco Giardina quando realizzò il lungomare che porta il suo nome ?

furono miopi quegli amministratori che credettero nel PRG come strumento per evitare che nel territorio di Cefalù potesse avvenire quanto era avvenuto e stava avvenendo lato monte e lato mare "ru stratuni" ?

Mi fermo qui, l'elenco potrei allungarlo all'infinito.

Per essere stato assessore mi sono arricchito di un'altra consapevolezza :
AMMINISTRARE LA COSA PUBBLICA E' STATA L'ESPERIENZA PIU' DIFFICILE DELLA MIA VITA.

ritratto di Leonardo Mento

"CA SEMU E CA CALAMU"....

O "Così è se vi pare" o:

"Però a S.Antonio qualcosa che avrebbe compromesso l’amenità del luogo si sarebbe dovuta realizzare.
Comuque.
In quel luogo, per spingere "gli stronzi" da Cefalù a "fiume carbone", sarebbe stato TECNICAMENTE INDISPENSABILE realizzare UNA STAZIONE DI POMPAGGIO CON LE RELATIVE VASCHE, !
A S.Antonio non sarebbe stata “LA ZUPPA”che è oggi.
Con tutta probabilità!.
Sarebbe stato, però, “PAN BAGNATO”.
Certamente!"

NON GIUSTIFICA IL FATTO che il tutto "NON FOSSE COMMESTIBILE", OVVERO con la scusa del depuratore aggiuntivo di Torre Tonda ? poco o niente è stato fatto per il depuratore principale di S. Antonio in questi ultimi 10 anni come dimostrano i documenti (SOLO PROGETTI NON REALIZZATI ANCORA AD OGGI "UORA") che circolano nel blog o come mi risulta personalemente.Io sono, quale parte lesa, per la riduzione del danno ovvero conoscendo le "criticità" del depuratore, criticità note ai più ANCHE IN FUNZIONE DELLO SVILUPPO URBANISTICO, ci si doveva attivare affinchè la funzionalità (minima?) del depuratore fosse assicurata COSTANTEMENTE!!!!!. E' stato fatto? Aspetto risposte.... il resto sono chiacchiere......
P.S. A PROPOSITO DI "CECITA' E MIOPIA" ERA INTERESSE DEGLI OPERATORI TURISTICI E COSTRUTTORI PORSI IL PROBLEMA DEL DEPURATORE E SOLLECITARE CHI DI COMPETENZA.

ritratto di Saro Di Paola

SENZA RINARI 'UN SINNI CANTA MISSA !

Caro Aldo, hai proprio ragione : "ca siemu e ca calamu" !

Non ti pare che nel "ca calamu" di questo adagio ci sia la erogazione di fondi per gli investimenti che l'ente locale ottiene dalle Istituzioni Superiori ?

Ti assicuro che solo che si fossero potute tradurre in realizzazioni la metà delle infrastrutture -in particolare parcheggi- che erano previste nel Piano Particolareggiato del Centro Storico, almeno nell'ambito urbano, i problemi di oggi sarebbero in gran parte inesistenti.

La verità è che "SENZA RINARI 'UN SINNI CANTA MISSA" !
Ciò, a prescindere dall'impegno che gli amministratori possono profondere nella loro azione amministrativa, a prescindere dalla incisività, dalla miopia e dalla lungimiranza della stessa.

ritratto di Pino Lo Presti

Caro Saro

Preciso che, per quanto mi riguarda, non era necessario specificassi che la tua difesa degli amministratori del passato non sottindendesse una qualche difesa del tuo operato nelle stagioni in cui hai avuto ruoli consiliari o amministrativi.

Il problema oggi prevalente non è "incriminare" qualcuno ma individuare una mentalità, un metodo che - alla lunga - non ha funzionato, per impedire che continui a fare danno!
Lasciamo ai magistrati, alle analisi delle parti politiche, agli storici, ad altri momenti delle nostre discussioni, la individuazione delle responsabilità individuali o dei gruppi di interessi.

Tu correttamente dici che: "NESSUNA SCELTA PUO' ESSERE GIUDICATA A POSTERIORI prescindendo dal CONTESTO SOCIO-ECONOMICO e POLITICO-CULTURALE in cui la scelta medesima è maturata"; sono perfettamente d'accordo con te ma quando si tratti appunto di "incriminare", di mettere qualcuno con le spalle al muro (per cui è doveroso tenere conto delle "attenuanti"), ma - per quanto mi riguarda - non è questo, o non è solo questo, il nodo del problema.

Spero non vorrai negare che lo "status quo" di Cefalù che la storia, dal dopoguerra, ci ha consegnato è tale da costituire grave impedimento non solo ad uno sviluppo socio-culturale-urbanistico, degno, della città in sè, ma anche a quel turismo di qualità di cui amiamo ancora riempirci la bocca quando parliamo della "vocazione" (una vocazione che forse aveva) di Cefalù!

Bene - se non mi smentisci in questo - chiediamoci insieme quali ne sono state le cause.
Facciamo finta che siamo degli extra-terrestri arrivati oggi sulla terra.

Che risposta ci daremmo considerando (da sopra il disco-volante) le potenzialità naturali del luogo e lo scempio su di esse compiute?
Ritengo verosimile che diremmo: questa gente, presa dall'avidità di trarre immediato frutto da quello che Dio e i loro antenati gli hanno consegnato, ne hanno compromesso le possibilità di un sano sviluppo futuro!

Come definiremmo quella cultura, quella mentalità complessiva della città, quell'organismo sociale - che nel suo complesso ha sostenuto questo - se non "miope"; non diremmo che non ha saputo guardare oltre l'immediato, il vicino; non diremmo che non ha saputo (pur considerando tutte le dinamiche contestuali) guardare lontano?
Non diremmo: ma com'è che questi non si sono resi conto di quello che avevano, per arrivare a ridurlo così?

In ogni caso - senza voler offendere nessuno - non ne esce fuori una classe politico-amministrativa - che quell'organismo sociale avrebbe dovuto "amministrare (guidare e non compiacere" - la quale possa minimamente dirsi "illuminata"!

Infine.
Per quanto riguarda i"finanziamenti" che sarebbero dovuti venire dall'"Alto", mi si consenta ricordare una sana prassi credo non solo della mia famiglia: una cosa si fa quando ci sono i soldi (ciò per evitare debiti anche con il destino).
Da cui deriva: prima si fanno i servizi e poi si urbanizza, se non ci sono i soldi per fare i servizi non si urbanizza!
Ciò proprio per non trovarsi - come ora tu ti trovi - a dire: "si fossero potute tradurre in realizzazioni la metà delle infrastrutture -in particolare parcheggi- che erano previste nel Piano Particolareggiato del Centro Storico, almeno nell'ambito urbano, i problemi di oggi sarebbero in gran parte inesistenti".
Cosa dire di un capofamiglia, o di un Amministratore della cosa pubblica che prima "ha speso" cioè ha lasciato costruire e che poi si lamenta che non ha i soldi per pagare il "debito"; che è stato un buon amministratore? Credo proprio di no!

ritratto di Saro Di Paola

LA CHIAVE DI TUTTO

Caro Pino, un confronto completo su quanto tu hai scritto sarebbe lunghissimo e ci porterebbe lontanissimo.

Nel manifestarti la condivisione pressochè "in toto" delle tue argomentazioni limiterò il mio commento ad alcune riflessioni :

Tu sostieni che "Il problema oggi prevalente non è "incriminare" qualcuno ma individuare una mentalità ....." ed io sono d'accordo con te. Però, coverrai con me che, a Cefalù, il refrain che ascoltiamo ad ogni piè sospinto è "individuare i responsabili".

Quanto al "lume" della classe politica di ieri può essere "illuminante" un riferimento al "lume" della classe politica di oggi. Sono sicuro che tutta la classe politica di oggi abbia "il lume" per capire quanto sia fondamentale per il riassetto urbano della Cefalù del futuro la progettazione, prima, e l'acquisizione, dopo, dei reliquati della strada ferrata e dell'attuale stazione.
Eppure, nelle more dell'iter del PRG, NESSUNO, dico NESSUNO, si è INTESTATO lo stralcio dal PRG, di quanto riguardi la progettazione di massima di quelle aree che il prof. Panzarella ha prodotto e che è nel faldone del PRG, ORMAI DA ANNI.
E' mancanza di "lume" o è qualcos'altro che, oggi come ieri, fa perdere "il lume" ?

Quanto a quel tuo convincimento secondo il quale "prima si fanno i servizi e poi si urbanizza, se non ci sono i soldi per fare i servizi non si urbanizza!" CHIARISSIMO IN CIO' CHE VORRESTI DIRE, mi devi anzitutto consentire una correzione.
La faccio perchè sono certo che non me ne vorrai :
"prima si fanno i servizi e le opere di urbanizzazione e poi si costruiscono le abitazioni".
Dopo la precisazione ti dico che LA CHIAVE DI TUTTO sarebbe stata proprio QUESTA.
Una chiave, peraltro, che il prof. Samonà aveva messo nelle mani della politica, e per essa, delle amministrazioni : l'articolo 21 delle norme di attuazione del suo PRG che, peraltro, era l'ultimo delle norme di attuazione dettate da Samonà.
Poi ne venne aggiunto un altro : l'articolo 22, il più voluto da tutti, quello che, alla fine sarebbe risultato, come era prevedibile, il più attuato.
E' l'articolo che nelle more della definitiva approvazione del PRG, in pratica, consentì che si costruisse ovunque.

Quell'articolo 21, del quale mentre scrivo non dispongo ma che qualche lettore potrebbe riportare per intero, nella sostanza e grosso modo diceva che "il C.C. -o l'amministrazione- ogni anno avrebbe indicato le zone che avrebbe urbanizzato prima del rilascio delle licenze edilizie".
Ti ribadisco, però, che sono andato a memoria.

Ebbene quella chiave non è stata MAI USATA !
Le ragioni sono state, e sono, tante. Le più disarmanti sono in quelle che comunemente vengono definite "pieghe della Legislazione Urbanistica".
Il discorso a questo punto diventerebbe, addirittura, infinito.

ritratto di Gianfranco D Anna

L'art. 21 del P.R.G. di Cefalù

PIANO REGOLATORE GENERALE DEL TERRITORIO COMUNALE DI CEFALÙ

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL P.R.G.
Progettista: Giuseppe SAMONA'

ART. 21 - PROGRAMMA DI ATTUAZIONE DEL PIANO.

L'Amministrazione Comunale formerà all’ inizio di ogni esercizio finanziario un "programma di attuazione del piano" che dovrà contenere:
a) le indicazioni delle opere stradali, dei parcheggi, dei servizi, delle zone verdi e delle opere edilizie da realizzare per iniziativa del Comune e di altri enti.
b) le dimensioni delle espansioni residenziali nelle varie zone.
c) la localizzazione dei settori nei quali si intendono predisporre i progetti urbanistici per mettere in agibilità i terreni necessari alle espansioni di cui sopra attraverso piani particolareggiati e convenzioni.
d) l’individuazione delle zone edificate nelle quali si intendono predisporre progetti urbanistici per la ristrutturazione attraverso piani particolareggiati e convenzioni.

ritratto di Saro Di Paola

ANCORA GRAZIE,

la memoria non mi ha ingannato su quelli che sono i commi che danno senso e valenza all'articolo 21.

ritratto di Pino Lo Presti

La mentalità è un "mostro"

che va oltre le singole persone che, in diverse fasi storiche, si trovano ad esserne gli attuatori; perciò a me personalmente interessa relativamente l'individuazione di questi e invece di più quella.
Dire che nel passato sia mancato "il lume" non significa che questo splenda nel presente certamente.
Individuare una mentalità è come individuare un essere immateriale con una sua intelligenza, questa operazione serve per individuarne il metodo al fine di costruirne un altro utile come antidoto.
Le Regole, la Trasparenza, la partecipazione informata e consapevole dei cittadini sono senz'altro un buon antidoto.

Il fatto che in Consiglio Comunale non si sia potuto discutere la Variante al PRG - per i noti motivi di "incompatibilità" della maggioranza dei consiglieri - ha costituito un gravissimo "vulnus" nella costruzione responsabile del nostro futuro; come lo sono stati i susseguenti tentativi di sottrarne le tavole progettuali alla consultazione dei cittadini, come lo è stato quanto da te segnalato, cioè il mancato Stralcio del progetto del prof. Panzarella sull'area della Stazione ferroviaria che tu dici poteva invece bene essere discusso in Consiglio in quanto area dove non esistono proprietà di privati (riconducibili, sino al 4° grado di parentela, agli attuali consiglieri).

Io - diversamente da quanto tu auspicavi (con un pò di sfida) -, non entrerò mai in politica; non ne ho gli strumenti nè le capacità umane. Nel caso migliore, potrei provare - così a tempo perso - a fare l' "intellettuale" o l'"artista" - che sono ben poca cosa sul piano del "fare" -, perciò ho molta considerazione del lavoro di chi amministra perchè mi rendo conto di quanto complesso sia farlo specie quando si è in buona fede e mossi dalle migliori intenzioni; tuttavia, ogni tanto, credo che anche la voce di chi "soltanto osserva da lontano", la reazione dolente di una "sensibilità" non annebbiata da coinvolgimenti e interessi diretti, può avere una parte nella vita collettiva.

ritratto di Saro Di Paola

UNA RETTIFICA STORICA : ILARDO NON GIARDINA

A conferire l'incarico per la progettazione del depuratore di Cefalù è stato il sindaco Dott. Rosario Ilardo nel 1970.
Fu il sindaco Ilardo ad inserire nelle sue dichiarazioni programmatiche la realizzazione del depuratore.

Negli ultimi anni dell'ultima sindacatura del sindaco dott. Giuseppe Giardina si cominciò ad affrontare la problematica della depurazione e si ebbero i primi contatti con l'ing. Scancarello.
Poi la morte del sindaco Giardina, la crisi politico-amministrativa che ne seguì ed l'aspro dibattito sul PRG distolsero l'attenzione della Politica dal depuratore.
Sicchè,come ho già detto, sifinì per arrivare al 1970 per il conferimento dell'incarico di progettazione dell'impianto.

Ringrazio il dott. Ilardo per la precisazione telefonica che ha ritenuto di dovermi fare a correzione di quanto Egli stesso mi aveva detto.
Era stato, infatti, a Lui che mi ero rivolto mentre scrivevo il mio post.
Il dott. Ilardo, infatti,è rimasto uno dei pochissimi protaginisti della politica degli anni 60-70 ai quali è possibile rivolgersi per avere notizie sui fatti politici di allora.