Come qualche anno fà...ancora Consolo

ritratto di Franco Giambelluca

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Non voglio prendere posizioni ferree pro o contro qualcosa ma gli ultimi avvenimenti e dibattiti su l'eventuale istallazione di una statua in Cefalù mi hanno riportato alla mente ricordi di un'altra occasione perduta, lo si può senzaltro dire vista la statura del personaggio, della nostra città dopo un dictat del Sig. Vincenzo Consolo. Prendo in prestito le parole da un'articolo di Claudio Alessandri del 9-01 2009 dal titolo: Pomodoro, in mostra le sue grandi opere 1972 - 2008: l'affaire del portale bronzeo del Duomo di Cefalù.

"Nel parlare delle opere di Arnaldo Pomodoro, da siciliano quale io sono, non posso sottacere una delle tante incongruenze che finiscono per mortificare il vastissimo movimento culturale isolano, obbligando alla “fuga” nel passato come nel presente, i massimi esponenti dell’arte nati in Sicilia, terra d’immense ricchezze culturali, figurative, letterarie ed architettoniche, che un malefico sortilegio tende a precludere, non solo ai suoi “figli”, ma al mondo intero.
Un solo esempio fra i tantissimi, ma famosissimo: “l’affaire del portale di bronzo del Duomo di Cefalù”. La vicenda ha inizio nel lontano 1997, anno nel quale Arnaldo Pomodoro fu contattato dal Presidente della Provincia di Paleremo, Pietro Puccio e dall’Assessore alla cultura, Ninni Sole; lo scopo dei contatti con l’artista romagnolo è rivolto all’affidamento allo stesso di un portone bronzeo da collocare a chiusura del portale del Duomo di Cefalù, fino a quel momento costituito da un portone ligneo risalente al XVIII sec. in pessime condizioni di conservazione e privo di qualsiasi pregio artistico.
L’opera, la “porta Regnum, venne confermata per la realizzazione allo scultore Pomodoro con regolare delibera approvata dall’intera Giunta. Lo scultore nel 1997, senza porre tempo in mezzo, realizzò gli studi preliminari ed il bozzetto di bronzo, elaborati che divennero proprietà della Provincia di Paleremo, costo dell’intera opera 335mila euro.
Nel 1998 alla Presidenza Provinciale subentra l’avv. Musetto che, con determinazione dirigenziale, istituì un comitato tecnico scientifico per: “orientare e verificare le varie fasi di ideazione e realizzazione dell’opera”. Del comitato andarono a far parte rappresentati della Provincia, della Sovrintendenza ai Beni Culturali della Regione e della stessa Opera del Duomo di Cefalù.
Il comitato dopo aver valutato attentamente il progetto dell’opera espresse un consenso unanime, l’unanimità però conteneva un “ma”, una riserva dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione che ritenne utile un ulteriore approfondimento del progetto che comportava alcuni chiarimenti da parte di Pomodoro, ed eravamo giunti al 2002.
Nel 2005, dopo lunga ed ingiustificata riflessione, la Provincia di Paleremo chiese allo scultore i chiarimenti richiesti dalla Regione, la risposta di Pomodoro fu rapida ed esauriente, il tutto venne inoltrato al vaglio del Consiglio Regionale dei Beni Culturali e Ambientali.
Data la rilevanza artistica di un’opera bronzea da inserire in un monumento di immenso valore storico-artistico, quale il Duomo di Cefalù, era inevitabile l’intervento critico di studiosi d’arte; o uomini di cultura in generale il primo a giungere fu quello dello scrittore Vincenzo Consolo che espresse un parere totalmente negativo definendo l’opera di Pomodoro “incongrua” per le caratteristiche del Duomo di Cefalù, non potemmo fare a meno di pensare quanto “incongrue” erano le vetrate dell’abside, opera del maestro Michele Canzoneri già collocato. Ovviamente non poteva mancare il commento di Vittorio Sgarbi che guardandosi bene di affrontare la validità dell’opera dello scultore romagnolo, oppose una obiezione che evidenziava il suo grande acume artistico cioè, quell’opera importantissima avrebbe potuto trasformare il resto della “Fabbrica” in semplice cornice all’opera di Pomodoro; parere straordinariamente condivisibile, ma limitativo non solo per questa opera, ma per altre migliaia esistenti nel mondo.
La spinta propulsiva dei politici cominciò a perdere di dinamismo fino ad una soluzione, appunto “politica”; il sindaco di Cefalù, in quel periodo Simona Vicari, nell’esprimersi entusiasticamente nei confronti dell’opera scultorea concludeva però… “crediamo comunque che la valutazione definitiva,… spetti alla Chiesa con il suo Vescovo alla Presidenza dell’Opera del Duomo” .
Un breve sussulto dopo qualche anno e poi un silenzio tombale, anche se, per la verità Mons. Crispino Valenziano, molto tempo addietro, ha dichiarato che l’autorità ecclesiastica non ha mai chiusa la porta all’opera di Pomodoro, strana affermazione, visto che la porta è rimasta e rimane ancora oggi, anno 2009 ostinatamente serrata."

Uno strano destino sembra volere la Città di Cefalù mummificata per quanto riguarda interventi che possano creare attrattive artistiche ma non per quanto riguarda altri annosi problemi. Gli attori principali di questo immobilismo sembrano sempre gli stessi che in nome della difesa a spada tratta della sacralità dei luoghi. Meno male che i nostri avi non la pensavano così perchè oggi non avremmo niente del patrimonio artistico che ci ritroviamo.

ritratto di Gianfranco D Anna

Caro Franco

Caro Franco

intervengo utilizzando parte di un mio precedente commento (http://www.laltracefalu.it/node/3452#comment-2024)
relativo proprio alla questione della statua di Ruggero II; il problema è sempre lo stesso, allora - per la “Porta dei Re” di Arnaldo Pomodoro - come oggi - per la “Pietra della Memoria” di Salvo Salvato - non è possibile «che un politico, un sindaco, un assessore, un monsignore, un sovrintendente etc…, per quanto mente eccelsa possa essere, si possa arrogare il diritto di decidere di far realizzare un’opera, di scegliere a chi affidarne l’esecuzione, di autorizzarne il compimento, di finanziarne con soldi rigorosamente pubblici la realizzazione, e tutto questo, nella maggior parte dei casi, non per farsi portavoce di una volontà della collettività bensì per pubblicizzarsi, per sdebitarsi con qualcuno, per ingraziarsi altri, etc.».

I comitati tecnico-scientifici, i convegni, i dibattiti, le discussioni …. devono venire PRIMA dell’opera, dell’intervento da realizzare e non DOPO, ad opera, ad intervento compiuto.

ritratto di Franco Giambelluca

Populismo applicato all'arte

Ed ecco che improvvisamente il parere del cittadino qualunque diventa importante. Dopo aver preso ogni decisione politica che ha stravolto il nostro modo di vivere, come: i parcheggi a pagamento, la privatizzazione della spiaggia (nei modi che sappiamo), l'istallazione di lampioni sproporzionati per dimenzione in via Roma, il cambio della viabilità cittadina, ecc... senza aver mai interpellato i cittadini, nasce il populismo applicato all'arte. Eppure, anche in questa materia, nel tempo, sono state eseguite trasmormazioni nel tessuto storico della nostra città vedi: Corte delle stelle (edificio moderno all'interno del tessuto antico), restauro del nostro attuale palazzo mnicipale, apposizioni di fontane e pavimentazione del tratto di strada che parte dalla Porta terra, ecc.... Tutto questo perchè si è potuto fare ? Lo ha deciso un politico ? ma il politico non è espressione del popolo ? il popolo lo ha votato per rappresentarli ?
In materia di arte non tutti hanno le competenze o le basi per decidere, forse è questo il motivo per cui per qualsiasi intervento di questo tipo non si fà un referendum di tutti i cittadini ma si sono create le sovrintendenze che dovrebbero svolger il compito di decidere se un' intervento in un determinato ambiente è lecito o meno.
Meno male che questo principio del referendum cittadino non è stato applicato quando si decise di mantenere una struttura provvisoria come quella torre che ha stravolto Parigi o i vari Papi che si sono susseguiti decidevano anche per il popolo di far realizzare chiese o affreschi che ci rendono l'Italia famosa in tutto il mondo.

ritratto di Mauro Caliò

Sarebbe comunque un peccato

perdere quest'opera, che a mio modestissimo parere ha molto valore, come è stato un vero peccato perdere il portale di Pomodoro.
Mauro Caliò

ritratto di Franco Giambelluca

Come volevasi dimostrare...

... o come si dimostrerà, caro Mauro, tutta questo movimento contro l'istallazione della suddetta statua sul molo non è nato dai cittadini, che hanno problemi ben più vitali a cui pensare, ma da uno sparuto gruppo di persone che vogliono ad ogni costo imporre il proprio pensiero. Vedendo i risultati di un sondaggio organizzato da un'altro importante sito Cefaludese ben il 70 % dei cefaludesi sono a favore dell'istallazione della statua sul molo e solo l'uno % sono contrari il rimanente si è fatto coinvolgere nel gioco della statuetta "dove la metto dove la metto non si sà", cosa alquanto fuori luogo visto che un'opera viene progettata e realizzata per un determinato luogo non è una fioriera che prima la realizzi e poi vedi dove la puoi mettere.