Aleister Crowley, dal K2 a Cefalù

ritratto di Gianfranco D Anna

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L’aver parlato in questi giorni di Aleister Crowley mi ha riportato alla mente una “immagine” di questo uomo diversa, meno nota ma altrettanto “affascinante”, da quella di occultista.

È l’immagine di Edward Alexander Crowley alpinista.

Questo ricordo riaffiorato mi ha mosso a prendere dallo scaffale in cui era riposto un fantastico volume dal titolo “K2 Uomini Esplorazioni Imprese” pubblicato da De Agostini Editore SpA nel 2004, in occasione del 50° anniversario dalla prima ascensione alla montagna che, con i suoi 8611 metri s.l.m., è per altezza la seconda al mondo ma che per difficoltà dell’ascensione supera l’Everest.
(La prima ascensione al K2 avvenne il 31 luglio 1954. La spedizione italiana guidata da Ardito Desio raggiunse la vetta del K2 che da quel momento divenne per tutti “La Montagna degli Italiani”. I due alpinisti che effettivamente raggiunsero la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con il determinante aiuto di Walter Bonatti e di Hunza Mahdi che trasportarono a Compagnoni e a Lacedelli le bombole d'ossigeno rivelatesi poi essenziali al compimento della missione)

Non tutti coloro che conoscono Crowley sanno che egli fu anche un alpinista di notevole livello per la sua epoca.
Aleister Crowley si avvicinò all'arrampicata nel 1892, in seguito ad un incontro casuale con Joseph Lister durante una vacanza sull'isola di Skye (Scozia) divenendo, ben presto, un arrampicatore di notevole abilità.
Dal 1894 al 1899 passò estati intere sulle Alpi svizzere, inanellando una serie di ascensioni difficili, con diverse prima e numerose solitarie.
Nel 1898, nel Cumberland, nel nord-ovest dell'Inghilterra, conobbe Oscar Eckenstein, uno dei più forti arrampicatori inglesi, che aveva diciasette anni di più del ventiduenne Crowley. Per lui, Crowley nutriva un’ammirazione sconfinata.
Nel 1900 Eckenstein cominciò a pensare ad una spedizione al K2. La coppia si preparò per due anni e nel 1902 ebbe luogo il primo tentativo di ascensione al K2.

La foto ufficiale della spedizione del 1902: in primo piano seduti - da sinistra a destra – Victor Wessely e Heinrich Pfannl, accosciati Oscar Eckenstein e l’irsuto Aleister Crowley, in piedi il dottore e fotografo Jules Jacot-Guillarmod e Guy Knowles

Eckenstein decise di tentare la scalata dalla cresta sud-est – lo Sperone Abruzzi, come sarà chiamato sette anni dopo da Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi, lo stesso sperone conquistato dagli italiani nel 1954 - ma la spedizione fu costretta ad arrestarsi ad una quota di 5925 m.s.l.m. circa per il maltempo.
Su indicazione di Crowley ed Eckenstein, gli alpinisti Pfannl e Wessely effettuarono un secondo tentativo e il 10 luglio salirono a 6400 m.s.l.m. sulla cresta nord-est. Provarono ancora ad andare avanti ma Pfannl fu colpito da edema polmonare da alta quota; intuendo la gravità della situazione, Crowley, in contrasto con il resto della squadra, decise di ritirarsi e portare il malato più a valle. Secondo quanto riferito nella sua autobiografia, durante il secondo tentativo la spedizione raggiunse una quota di circa 6.600 m.s.l.m. che, all'epoca, era la massima altitudine mai raggiunta da una spedizione alpinistica.
Dopo 68 giorni sul ghiacciaio Baltoro, la spedizione dovette ritirarsi a causa del maltempo.
La spedizione non fu comunque un fallimento: dimostrò che il K2 poteva essere affrontato e Crowley identificò, per primo, la possibile via di salita, inoltre, i 6400 m.s.l.m. raggiunti sulla cresta nord-est furono una quota maggiore di quella ottenuta da Luigi Amedeo di Savoia sette anni dopo sullo Sperone Abruzzi (6000 m.s.l.m.).
Nel 1905 Crowley partecipò ad un'altra spedizione himalayana, diretta al Kangchenjunga, insieme al dottore Jacot-Guillarmod. La spedizione fu un fallimento, e fu segnata da forti litigi e tensioni tra i due capi spedizione. La squadra di punta raggiunse comunque una quota di 6500 m.s.l.m. circa, ma sulla via del ritorno quattro uomini (tre portatori ed un alpinista) morirono a causa di una valanga: in occasione di questo incidente, Crowley non si mosse in aiuto dei colleghi, sostenendo più tardi che l'esito fatale dell'incidente era in gran parte colpa loro. Inoltre, fu accusato di maltrattamenti verso i portatori.
Con l'infelice spedizione al Kanchengjunga terminò in pratica la carriera di alpinista himalayano di Aleister Crowley che, però, durante il suo soggiorno a Cefalù, continuò a praticare l’arrampicata facendo della Rocca la palestra abituale delle sue scalate.

Ma non è questo il motivo che mi ha portato a parlare di Cefalù nel titolo di questo mio intervento.

Nel 2004, infatti, in occasione delle celebrazioni organizzate dal Club Alpino Italiano per il 50° anniversario della spedizione italiana al K2, da socio CAI, cercai di organizzare un evento anche a Cefalù e così venni a sapere che la Fondazione Culturale Mandralisca di Cefalù aveva ricevuto in dono o in affido (?) proprio un consistente numero (?) di fotografie su lastra di vetro scattate durante la spedizione di Crowley al K2 del 1902.

Purtroppo la mia idea, per vari motivi, non riuscì ad andare avanti.

Adesso questa idea mi ritorna alla mente: il prossimo anno, nel 2012, ricorre il 110° anniversario da quella prima spedizione al K2, non sarebbe, quindi, una fantastica occasione per far conoscere, con una pubblicazione ed una mostra, questi fantastici documenti fotografici ad un pubblico, certamente internazionale, di appassionati della montagna e non solo, e per far ulteriormente conoscere nel mondo il nome di Cefalù e della Fondazione Culturale Mandralisca?

ritratto di Gianfranco D Anna

Informazioni su Crowley ed il K2

A quanti mi hanno chiesto informazioni su Crowley alpinista consiglio il seguente libro:

Titolo: K2. Uomini, esplorazioni, imprese

Autori: Alessandro Gogna, Carlo Alberto Pinelli, Leonardo Bizzaro in collaborazione con il Club Alpino Italiano, il Museo Nazionale della Montagna del CAI di Torino, l’Associazione Ardito Desio di Roma e la Fondazione Sella di Biella

Editore: Istituto Geografico De Agostini

Anno di pubblicazione: 2004

Codice ISBN-13: 9788841814239

Prezzo: 12,90 Euro

ritratto di Giovanni Marino

Crowley

Quanto scritto su Crowley sulla spedizione sul K2 è la dimostrazione palese dei tanti interessi di Crowley che viene ricordato solo come esoterico e satanista...
Trovo interessante e facilmente realizzabile la proposta di Gianfranco D'Anna.
Pubblicizzata adeguatamente darebbe un valore aggiunto alla notorietà di Cefalù e del Museo Mandralisca.
Giovanni Marino