Comunicato stampa del gruppo consiliare di Forza del Sud

ritratto di Forza del Sud Cefalù

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I lavori che l’Amministrazione comunale ha commissionato per la sistemazione della “Pietra della Memoria”, in Piazza Cristoforo Colombo, sono l’ennesima prova di come la nostra città è disamministrata.
È l’ennesima prova dell’incoerenza del Sindaco Guercio che, dopo aver posto in essere precisi atti amministrativi per la collocazione della statua di Re Ruggiero al Molo di Cefalù, dopo aver sborsato danaro pubblico per il pagamento del canone demaniale fino al 2015, dopo aver pubblicamente dichiarato che avrebbe portato in Consiglio Comunale una serie di proposte da sottoporre al vaglio della stessa Assemblea, con l’avallo del Partito Democratico che ha prontamente e strumentalmente ritirato il punto all’ordine del giorno, adesso decide unilateralmente di farla collocare in Piazza Cristoforo Colombo.
E’ incredibile e deprecabile, ma accade sempre a Cefalù e i protagonisti sono sempre gli stessi attori, purtroppo!
Nel manifestare ancora una volta il nostro disappunto sulla vergognosa vicenda, non possiamo non rilevare che, adesso, francamente viene difficile definire l’opera del Maestro Salvato “Pietra della Memoria”, semplicemente perché è stata snaturata nella sua più intima essenza. La “Pietra della Memoria”, come tale, aveva senso solamente nell’unico luogo per il quale era stata pensata, progettata e autorizzata dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo e dove nell’immaginario e nella “memoria” collettiva era sbarcato il Re normanno.
A questo punto, però, è lecito chiedersi: l’Organo paesaggistico è stato chiamato a pronunciarsi su tale nuovo sito? È stato rilasciato il necessario parere di competenza? Ed ancora, tutti gli altri enti preposti, Ufficio Tecnico Comunale compreso, hanno espresso i loro pareri e/o nulla-osta?
Non rimane a tutti che effettuare le opportune e doverose verifiche.
(Francesco Calabrese capogruppo consiliare di Forza del Sud)

ritratto di Pino Lo Presti

Commento

Raccontiamola così, in modo da essere più chiari.
(naturalmente ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti, è del tutto casuale)

Qualcuno (che chiameremo A ) propone di discutere se sia il caso di mettere una cosa lì (X ) o se non sia meglio di metterla in un altro posto (Y ) alternativo.
Tra i titolati alla discussione, la maggioranza - sebbene di uno + il Capo - propende per cercare altri posti.
La prova non è in una votazione, che non è avvenuta per la dabbenaggine di chi intendeva proporre altri posti ( A ), ma nel voto favorevole del Consesso - con tre soli astenuti (tra i B ) - alla proposta di rincontrarsi dopo aver trovato siti alternativi a X e concordato su qualcuno di essi.

Quando ci si vede fuori però per cominciare la ricerca, uno di quelli che si era astenuto (B ) si rifiuta di fare quanto indicato dal consesso (cioè cercare siti alternativi); e uno che addirittura aveva votato a favore (sempre B ) fa - più inaspettatamente del primo -, anch’esso, “muro”!

Perchè?

Seguendo la massima “calati juncu ca passa la china”, la sera del consesso, questi (i B ) non si sono opposti alla decisione di cercare altri posti, ben considerando che se si fosse dovuto decidere quella sera stessa avrebbero rischiato verosimilmente di perdere per sempre la loro partita.
Avevano ben calcolato inoltre che - con quel rinvio di fatto - poi sarebbe stato facile: intanto far fallire quel lavoro di ricerca (affidato come “compito per casa” dal Consesso ai titolari), e poi tornare presentandosi al prossimo Consesso non con nuovi argomenti ma con due bei grossi “mastini”: di quelli che si tengono chiusi a casa e che non abbaiano mai (se non quando il padrone glielo ordina) e che si escono solo quando bisogna lanciarli ad azzannare e portare a casa qualche osso!

A quel punto, nel nuovo Consesso, i primi (A ) - dopo un ulteriore tentativo - considerato ormai fallito lo scopo della discussione (che era quello di ragionare, non certo di usare i “mastini”) ritirano la iniziale Proposta di discussione; a seguito anche della proposta del Capo del Consesso che dice: visto che non siete stati capaci di mettervi d’accordo durante la settimana, ci penserò io a farvi delle proposte (sempre) alternative a X .
Ancora una volta nessuno si oppone - questa volta a quanto avanzato dal Capo -, nè direttamente, nè indirettamente riservandosi, ad esempio, di riproporre in proprio (i B in questo caso) quella discussione - o la diretta votazione sulla scelta X - nel prossimo Consesso, similmente a come avevano fatto gli altri (gli A ) in quello precedente.

Il Capo, invece, sorprendendo tutti, prima di tornare al 3° Consesso (in cui avrebbe dovuto proporre alcune sue indicazioni circa siti alternativi), decide di decidere lui stesso e mettere la propria decisione in pratica con pochi giorni di preavviso.

Se, B se la prende - a questo punto - col Capo, lo si può pure seguire ragionando sulla forma; ma ciò che davvero non si capisce - che risulta incredibile - è perchè:
chi era pronto alla collocazione in X senza alcuna previa discussione;
chi si è poi di fatto opposto ad una decisione del Consesso (a cui non si era ufficialmente prima opposto) facendola fallire (quella di ricercare un sito Y );
chi - dopo questo sabotaggio - si ripresenta alla discussione armato di “mastini” (intendendo, nella discussione, farli “pesare” di più di autorevoli personalità - niente affatto provinciali - della Cultura, tra l’altro “Titolari Onorari);
chi (potendo - come aveva fatto A -) proporre a propria volta comunque la discussione-decisione - e non lo ha fatto -;

chiami ora A a correo del comportamento del Capo che “ adesso decide unilateralmente di farla collocare in Y ”;
dichiarando inoltre incredibilmente che ciò è avvenuto “ con l’avallo di A che ha prontamente e strumentalmente ritirato il punto all’ordine del giorno”,
e gridando pure allo scandalo etico, allo sfregio della democrazia e della cultura!