IV PREMIO LETTERARIO DOMENICO PORTERA

ritratto di Polis Kephaloidion

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IN VIAGGIO A CEFALU’ CON E NELLA SCRITTURA
IV Premio Letterario “Domenico Portera”

“Tutte le nostre attività sono legate all’idea del viaggio. E a me piace pensare che il nostro cervello abbia un sistema informativo che ci dà ordini per il cammino, e che qui stia la molla della nostra irrequietezza” (Bruce Chatwin)
E’ sempre la mente, qui rappresentata dalla scrittura, che si muove per prima in direzione del nuovo viaggio. E’ lei che dà impulso al corpo.
Quando gli organizzatori, nella persona di Massimo Portera - poi svelatosi come il deus ex machina del concorso -, mi chiamarono per annunciarmi della premiazione al IV Premio Letterario “Domenico Portera”, mi trovavo fuori Italia. Fui particolarmente felice. Il nostro colloquio telefonico - fra persone che non si conoscono - fu però speciale. Avvertire sotto la pelle il sottile brivido delle affinità elettive... attraverso le voci che andavano e venivano tra i cellulari in una distanza fra Cefalù e Londra. Tutto assorbe e rimanda il sensibile aere muto.
Sabato 30 aprile. In mezzo alla pista il piccolo omino magro ed esposto era abituato ad essere inesorabilmente schiacciato da un punto di vista più alto. Da sempre miracolosamente presente e in piedi, la visiera calata sugli occhi, agitava la sua bandierina rossa. Consapevole della sua autorità e potere, pur fra veri colossi di uccelli metallici che brillavano nel primaverile primo sole del mattino, impartiva ordini con gesti rituali e silenziosi.
- Signore e signori benvenuti a bordo del volo Roma-Palermo... E’ il vostro comandate che vi parla... Il cielo è sereno... la temperatura è... L’arrivo è previsto per... Si prega di allacciare le cinture di sicurezza... Augurandovi un felice soggiorno, vi ringraziamo per aver scelto la nostra Compagnia -.
Sciamati dalle proprie città altri poeti e narratori, provenienti anche dal lontano nord piemontese, e che avrebbero raggiunto nel pomeriggio i colleghi stanziali, si accingevano a sorvolare l’italico stivale.
Il tempo di scendere la scaletta, lunga gamba del velivolo, subito il calore mi avvolge. Non è un caso che, fin da bambina, quando tocco la terra di Sicilia mi sembra di tornare a casa e non solo perché metà del mio sangue sia siculo-normanno. Sono nata e vivo a Roma, ma avverto, prima inconsapevolmente, ora coscientemente, il mio essere donna del sud.
I siciliani accolgono. Mai più, che in questo momento storico di forte pressione migratoria nel nostro paese, ce ne stanno dando ampia e generosa conferma.
Perché di lì, nel cuore del Mediterraneo, sono passate grandi civiltà che li hanno invasi, ma sedotti e arricchiti culturalmente. Civiltà, creatrici anche di forti contrasti non dimentiche degli eccessi: da quella greca a quella romana, da quella araba a quella normanna, hanno lasciato negli animi e nelle cose vestigia incancellabili. Insieme alla posizione geografica e per disposizione, anch’essa orientata, del cuore, la Sicilia risulta essere l’avamposto di quel mondo proteso a sud, verso quel sud degli ultimi, dei diseredati, dei dimenticati.
Nel pomeriggio il Teatro Comunale S. Cicero, piccolo gioiello nel bellissimo centro storico di Cefalù, comincia a riempirsi degli ospiti, ricevuti da gentili signorine, intervenuti per la premiazione del Premio Letterario nel quinto anniversario della scomparsa del Prof. Domenico Portera, scrittore e storico, uno dei grandi figli di Cefalù. Si continua così il progetto culturale da lui ideato e realizzato con la fondazione del Centro di Cultura Polis Kephaloidion, dono di impegno civile alla sua amata terra e ai suoi concittadini del quale, ora, il presidente è il figlio Pasquale.
Alacri organizzatori, un andirivieni fra palco e platea, sono alle prese con gli ultimi ritocchi.
Tutto è pronto. Si alza il sipario.
Le determinate armoniose note dei fiati che intonano, delle corde che vibrano, dei piatti e dei tamburi che echeggiano, preparano il tappeto sul quale scivolerà toccante la serata. La Banda Musicale “V.M. Pintorno” è formata quasi esclusivamente da giovani.
Aleggia dolce e paterna la presenza di Domenico Portera.
Il bravo conduttore, il figlio Salvatore, la giuria tutta anch’essa composta da professori molto giovani e preparati, con amorevole attenzione ai vincitori che si alternano sul palco leggendo le loro opere, ricordano con interventi commossi e autentici la figura di Domenico Portera, uomo speciale.
La sua piccola rivoluzione personale, ma la più grande che ognuno possa fare. La scelta della Libertà, mai facile, dalle mete ingannevoli, dagli orpelli, dal mondo ingessato delle griffes, per sfuggire alla falsità, all’indifferenza, all’inutile, al superficiale, al vuoto del silenzio senza coraggio che affossa, lentamente uccide, chiunque ne venga contagiato o lo debba subire.
Domenico Portera, un vero Maestro e padre. Per i suoi figli (Pasquale, Salvatore, Massimo e Roberto) che con amore e impegno continuano a mantenere vivo il suo pensiero e le sue opere, e per i tanti allievi che negli anni l’hanno visto accanto a loro come professore nella scuola. Ha scelto, come primo, il ruolo dell’educatore, rispetto magari, ad una più ampia visibilità personale nel mondo della cultura nazionale e internazionale. Questo messaggio di umile intelligenza, di profonda e preziosa umanità traspare anche dalle sue parole ascoltate e dalle emozioni suscitate attraverso le immagini di un video proiettato a conclusione della manifestazione.
La fine della serata si arricchisce, nei locali del Circolo Culturale, della musica di piatti bicchieri forchette, interstizi pause del convivere. Un accento del nord e uno del sud si intersecano in una leggera danza, accompagnati dall’espressione degli sguardi, dei sorrisi, del gesticolare di tutto il corpo coinvolto, completano in modo naturale e spontaneo la comunicazione.
In quel villaggio globale dove il ‘sentire’ diventa linguaggio universale di emozioni e sentimenti, la premiazione ha avuto la forza di far incontrare fratelli di penna, aldilà di distanze culture abitudini, nella consapevolezza e continuo desiderio di tenersi per mano per un mondo migliore INSIEME, cominciando dall’Esempio di un uomo che non deve essere dimenticato.
Il viaggio, quello di tutti noi che eravamo giunti lì, felici nell’incontro, continua più leggero, perché più ricco nell’anima. Ero entrata al Premio Letterario “Domenico Portera”con le parole del mio racconto. Ora emozionata ed esultante, esco con le parole. Trema un poco la penna mentre scrive...
c’ero anch’io!

Luciana Vasile

ritratto di rosalia liberto

Grazie!

Grazie per aver voluto fare dono del suo "sentire" e della sua positiva impressione, sottolineando l'operosità e la dedizione di coloro che si sono prodigati a organizzare e realizzare l'evento. Solamene chi ha preso parte all'incontro può comprendere le sue parole e io le condivido pienamente. L'emozione è stata comune e "unanime".
Esprimo la mia gratitudine nei confronti di chi ha organizzato sapientemente la manifestazione riuscendo così, a conferire alla memoria del Prof. Domenico Portera dignità e rispetto.

Grazie
Rosalia Liberto