“Note di Banda” - presentato, il 26, alla Sala delle Capriate il nuovo CD del nostro M° G. Testa

ritratto di Pino Lo Presti

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Quando si pensa a “Banda” (musicale) si associa automaticamente, con valenza diminuitiva, “di paese”. Si pensa a composizioni rivisitate in chiave semplificata e popolare.Certamente, più di ogni altra formazione musicale, la Banda si fa veicolo del sentimento collettivo popolare di una comunità locale e ne accompagna i momenti rituali del suo riconoscimento collettivo, civili e religiosi.

Ma la visione del sentire collettivo non è cosa da poco, tanto che, nel tempo, i più grandi autori della musica “alta” vi si sono cimentati con scritture specifiche ed originali.
Il sentire collettivo, d’altra parte, non è qualcosa di statico, determinato solo dalla tradizione; esso ovviamente si evolve attraverso l’evoluzione del sentire dei singoli individui e, attraverso la evoluzione della ricerca dei singoli autori, trova nuovi temi e nuove declinazioni delle sue espressioni.

Il M° Testa è senz’altro una di quelle cellule evolutive del sentire di una comunità e, come tale, accetta di buon grado che le sue proposte necessitino di essere riascoltate per essere comprese, proprio perchè tendono a rompere i canoni abituali con i quali si è abituati ad accostarsi alla musica “di Banda”.

La soggettività, quando radicata sentimentalmente e colta intellettualmente, di un artista costituisce sempre un input evolutivo nel sentire collettivo, ma paga il prezzo di una distanza che la collettività dovrà colmare.

Per quanto il M° Testa ami l’attimo fuggente e sia per la esecuzione dal vivo - la quale è sempre unica ed irripetibile perchè frutto di condizioni emotive, ambientali e strumentali irripetibili - tuttavia riconosce il valore didattico di una registrazione nel momento in cui, potendo essere riascoltata più volte, permette di cogliere portati più articolati e profondi che, nella esecuzione, per la prima volta, dal vivo - specie per testi musicali che quel travaglio vivono - possono sfuggire.


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Questo CD (doppio), viene a distanza di circa due anni dall’altro: “Giochi di notte”, il quale però era stato concepito per pochi strumenti; questo invece per un organico completo e con finalità “sinfoniche”.

“Dedicato a mio padre che però non ha avuto la fortuna di poterlo sentire”!

Livio D’Angelo ha ottimamente sintetizzato i tratti salienti dell’Opera ed accompagnato la riservatezza dell’Autore a sciogliersi nel racconto dei vari aspetti che hanno caratterizzato i brani da lui scelti per essere ascoltati in sala.

L’Opera è costituita da 28 composizioni dell’Autore eseguite da 13 Bande diverse e distanti territorialmente.

Da una scrittura non tradizionale, che lascia ampi margini di libertà interpretativa, ritornano esecuzioni per lo stesso Autore spesso inaspettate ma che anche a lui, per primo, tra gli altri, permettono di cogliere aspetti e spunti impensati delle proprie creazioni, mettendo così a prova se stesso.

“La musica di Giuseppe Testa può piacere o no ma di sicuro non può essere tacciata di superficialità o banalità, lontana com’è da quei stilemi ripetitivi che da tempo caratterizzano gran parte della produzione bandistica moderna”.

I 28 brani sono stati raccolti da D’Angelo in quattro filoni: una di natura folklorica (non come genere ma come ispirazione); uno di natura didattica; uno di natura elegiaca, ed uno classicheggiante.
In questi ultimi due ultimi filoni, l’intento sinfonico ha più agio di esprimersi.
È possibile inoltre un’altra suddivisione in due categorie: una di natura biografica, e una di natura ambientale; in questa seconda categoria molti sono i brani originati da e dedicati a Cefalù (tra i quali uno che interpreta i suoni ed i rumori di Corso Ruggero).
Con naturalezza si passa da brani molto riflessivi, alla ricerca di ricordi nel silenzio della interiorità, ad altri di gioia, esplosivi.

Il primo brano “Frammenti”, eseguito dalla Banda “Santa Cecilia” - diretto dallo stesso M° Testa - è stato registrato nel Teatro comunale nel giugno successivo alla sua apertura. La sua composizione invece “ha la stessa età di mia figlia, Giada, a cui è stato dedicato”.

Nel corso dell’ora ed un quarto in cui ci si è - su un piano molto confidenziale - intrattenuti, particolarmente interessante è stata la ricostruzione delle circostanze personali ed ambientali nonché delle intenzionalità sperimentative dei brani il cui ascolto ha deliziato i presenti.

“La musica ha una forte valenza educativa; per cui, le composizioni - al di là del fatto di essere comprensibili a tutti - però devono avere anche un compito importante che è quello di promuovere la crescita culturale, non solo musicale, di un popolo. La banda, in questo, ha un grosso compito; lo ha sempre avuto e deve continuare ad averlo, però deve allinearsi ai tempi. Non può trasformarsi certo in un complesso di musica leggera “allargato”; la Banda ha una sua propria identità che deve difendere e deve sviluppare a testa alta, consapevole del fatto che non ha niente in meno di altre formazioni musicali”.

L’augurio di tutti è stato di poter ascoltare presto dal vivo questi ed altri brani “magari in un luogo come quello dell’Atrio del Palazzo Vescovile”, e che la Banda cessi di essere nell’immaginario collettivo - e soprattutto degli amministratori - qualcosa per cui 1.000 o 2.000 euro (divisi per il numero dei componenti, significa “una pizza”) sono troppi quando, in giorno di festa, la Banda peraltro allieta il paese intero con più giri per le sue strade, mentre 40.000 euro per un Gruppo, nella serata conclusiva, non sono un problema.
In altri paesi si ha una diversa considerazione del livello musicale prodotto da una banda e della sua valenza sociale anche per varietà impressionante delle sue “destinazioni”: dalla sfilata al funerale, dal rito militare a quello religioso, dal concerto alla questua e così via”!

ritratto di Vincenzo Terrasi

vivissime congratulazioni

Questo doppio CD è la chiara testimonianza dell'alto profilo musicale raggiunto dal maestro Pino Testa. Pino rappresenta un modello per i giovani e non giovani (come me) per la sua dedizione e per il suo amore verso la musica. Il mio cruccio rimane nel fatto che non sono mai riuscito a coinvolgerlo in progetti musicali in chiave jazzistica.... ma non dispero!! Condivido in pieno l'importante ruolo sociale di crescita culturale delle associazioni bandistiche che, però, non deve essere confuso con le piccole rivalità tra i gruppi espressione, per me, di un movimento giovanile alla ricerca dei suoi spazi. Complimenti per il lavoro e grazie
Enzo Terrasi