“La Chiesa fu grande perché all’interno della Chiesa c’erano i banchieri”

ritratto di Pino Lo Presti

Versione stampabile

Questo il resoconto della prima parte dell’incontro, di ieri, alla sala delle Capriate...

...quella in cui l’ass.re Patanella, attraverso il prof. Aurelio Pes, presenta il primo dei suoi progetti: “L’anno di Ruggero II°”

Dopo i saluti di rito, l’assessore Patanella, promotore dell’incontro, presso la sala delle capriate, con le associazioni e le categorie interessate ai progetti dell’amministrazione, che lui, nella qualità di assessore al turismo, intende sviluppare, spiega che la presentazione avverrà in due parti: la prima è dedicata all’anno di Ruggero II - ed è questo il motivo per cui il professore Aurelio Pes, direttore di questo anno dedicato a Ruggero II, è qui presente (perché possa illustrarvi quello che già si è fatto e come si svilupperà nel prosieguo). Nella seconda parte, cui avrò il piacere di illustrarvi qualche piccola idea di promozione turistica della città di Cefalù, e quindi aprire un dibattito perché, da questo momento in poi, si possa iniziare un percorso che ci porti ad una decisione definitiva.

Io sono tra chi pensa che in questi momenti, essere “presenti” sia il massimo della partecipazione democratica nelle decisioni di una collettività; essere assenti, non sia far parte di una maggioranza silenziosa ma, semplicemente, la volontà di deresponsabilizzarsi rispetto alle scelte collettive. E, quindi, a maggior ragione, ho piacere che voi siate qua, perché ritengo che ci sia in voi la stessa sensibilità.

Proprio per la sensibilità che credo accomuni tutti quanti... chiede un minuto di silenzio, in piedi, essendo oggi il giorno della “Memoria della Shoah”.

Come ho immaginato nel primo percorso fatto con le associazioni della città di Cefalù, ritenendo che, partendo proprio da una riflessione elementare, scontata, fatta in una chiacchierata il professore Aurelio Pes, mi diceva: come li a Cefalù non esiste un monumento dedicato alla figura di Ruggero II che, invece, è stato colui che sostanzialmente ha dato il momento più importante e più eccelso alla città stessa. Poi, devo dire, da questa idea, grazie a Nico Marino al professore Saja, e alla associazione Auser, abbiamo scoperto che questo monumento esiste. È stato realizzato dallo scultore palermitano Salvato, e che giace nei suoi magazzini in attesa di essere collocato. Peraltro in quel posto che tu avevi immaginato, cioè sul molo di Cefalù.

Detto questo, da lì - come le ciliegie (una tira l’altra) -, la mente vulcanica e la preparazione eccelsa del professore Pes - uno degli esperti mondiali sulla figura di Federico II -, si è iniziato a costruire questo percorso, e si è pensato di dedicare un anno intero alla figura di Ruggero II, che, in fin dei conti, è colui che ha realizzato il Duomo di Cefalù, il Duomo di Monreale, la Cappella Palatina, il Castello sulla Rocca, cioè uno dei personaggi più importanti dei primi anni del secondo millennio, e che ha fatto, insieme a chi è venuto dopo di lui, la storia della nostra terra, ma di tutto il meridione in generale.

A questo punto, per non dire di più e per non rubare spazio al professore Pes, vorrei che lui, con la stessa carica con la quale è riuscito a infondere in me la volontà di realizzare questo percorso, vi rappresenti quelli che sono gli eventi di base che ha immaginato, quale è stato il riscontro delle istituzioni, e, quindi, con quali fondi porteremo avanti il progetto, e quali saranno i primi passi nei prossimi giorni.

Insieme a me, non a caso, ho voluto Leo agnello, assessore al turismo di Petralia Soprana. Questo fa parte della seconda parte del dibattito, e spiegherò anche perché. Avevo piacere in tanto di presentarvelo.

Il Professore Pes
Cominciamo dal territorio.
Cefalù è al centro di una enclave di straordinaria importanza mondiale per le arti, dico mondiale. Ci sono tutte le madonie, ancora non indagate sufficientemente, che hanno opere d’arte di straordinaria importanza. Io ricordo per esempio i famosi altari dei Gagini; sono più belli quelli delle Madonie che non quelli che abbiamo nella cattedrale di Palermo! Ci sono collezioni fiamminghe che non hanno neanche nelle Fiandre, perché c’era un insediamento aristocratico cosmopolita sulle Madonie, e quindi c’erano relazioni commerciali che spesso si pagavano con questi quadri. Erik Friedlander, uno dei massimi storici che abbia mai avuto l’intera Europa, alla fine dell’ottocento, parlo proprio di un polittico delle Madonie, indicandolo come opera somma che potrebbe stare in un qualsiasi museo mondiale. Di tutto questo finora si è fatto un uso, secondo me, e credo anche secondo voi, abbastanza precario. Certo, ci sono gli occhi esperti che salgono su e restano folgorati, ammirati, ma non è diventato il “mito” culturale che tutto questo sito di cultura merita.
Cefalù epicentro ma, attorno, questa incredibile costellazione di culture, di talenti, esplosiva. Quando io cominciai a pensare a Cefalù, radicandomi su questo concetto di cultura a tutto tondo, ho pensato subito: Cefalù e Le Madonie - patrimonio dell’umanità! Qui deve agire immediatamente l’Unesco. L’Unesco deve intervenire, deve salvaguardare, deve additare al mondo uno dei luoghi magici...- uso la parola “magici” (il professore Saja sorride) -, uno dei luoghi magici della intera Europa. Questo è il senso della faccenda. Naturalmente nel parlare di Cefalù, con questo vostro splendido assessore che è una delle persone animate, oltre che da una salda fede politica, da passioni folgoranti; perché senza questo non si conclude niente - ricordiamoci che la politica è spesso cinica, e i risultati sono infimi (ci vuole passione, ci vuole un radicamento culturale perché in caso contrario non si fa molto, non si va molto lontano), Vito Pantanella è un personaggio di questo genere.

Bene, parlando con lui, ci siamo prontamente rivolti all’assessorato ai beni culturali. Voi sapete che in questo minuto assessore ai beni culturali e Gaetano Arnao, il quale è un uomo che è stato Sovrintendente del Teatro Massimo, e così via; cioè è un uomo che la cultura sa cosa è, e quindi ci ha ascoltati con estrema attenzione, al punto tale che proprio stamattina il suo capo ufficio stampa, Giulio Ambrosetti, mi ha comunicato che l’assessore si è messo in collegamento con la Farnesina, e con Frattini, per promuovere questo territorio, con vari gemellaggi, con la Repubblica federale tedesca, con Bay (poi vi spiegherò perché: la città di Bay è la città da cui partono i normanni), perché si dia corso ai programmi, punto primo, e, il secondo, del concetto di “patrimonio dell’umanità”. Quindi quello che noi vogliamo fare qui è anzitutto dimostrare come tutto questo territorio costituisce un “parco d’arte”, non soltanto di generica cultura ma “d’arte”! Voi sapete che ci sono delle città che sono capitali d’arte; “capitale d’arte” si distingue per un fatto molto semplice, perché ha una continuità nei secoli nello sviluppare continue idee artistiche, ed è esattamente quello che accade qui. Qui si va dal periodo della preistoria, con Carmelo Montagna che, in questo momento, si muove proprio nell’ambito della preistoria, con estrema precisione e acutezza. Mi ha detto che attorno avete insediamenti di cui conoscete forse anche voi molto poco ma che sono di straordinaria importanza, per la storia della preistoria. E questo tanto per cominciare. Su avete i famosi insediamenti ellenistico-bizantini, eccetera eccetera, poi c’è Ruggero II, con il Duomo - ed è un fatto universale -, e quindi poi avete Antonello da Messina, che cade dall’alto apparentemente ma in realtà cade perché c’è una famiglia raffinata, coltissima, del barone Mandralisca, che vede questa cosa appesa ad una osteria, mi par, a Lipari, la compra e si tratta di uno dei quadri più importanti al mondo; ma sembra caduto dall’alto! Ma se fate attenzione a quello che vi dicevo prima sugli stupendi polittici fiamminghi che ci sono sulle madonie, invece, è un intervento provvidenziale. Perché Antonello da Messina studiò pittura con i grandi maestri fiamminghi. Imparò a lavorare l’olio dai maestri fiamminghi, e quindi il collegamento, a questo punto, tra l’Antonello da Messina e i quadri che ci sono su, in tutto quel territorio lì, anche a Castel buono. Castel buono è un altro insediamento memorabile della Madonie; crea un collegamento che gli studiosi per esempio hanno affrontato con estrema superficialità, anzi talvolta lo hanno ignorato del tutto. Si fanno cinquecento mostre, sino a questo minuto, su Antonello da Messina ma nessuno ha parlato del rapporto tra fiamminghi, seriamente, e questo movimento che è alla radice del Rinascimento italiano. Quindi voi capite la importanza di tutta questa storia.

Mi direte, a noi come albergatori , a noi come insediati, a noi come cittadini, tutto questo che cosa comporta: la noia di dover seguire convegni più o meno raffazzonati, più o meno prolissi? Tutto questo bisogna capire che la cultura, quando è fatta veramente bene, è immediatamente produttiva, cioè porta ricchezza e “danaro”. Intanto qualifica il turismo
(questo tanto per incominciare), secondo, quando scattano cose del genere, bisogna immediatamente riferirsi alle categorie delle maestranze. Noi dobbiamo far sì che Cefalù ritorni al suo antico splendore, noi dobbiamo far sì che qui si attui un “piano colore” serio, perché la città, l’ingresso della città è completamente rovinato da una serie di interventi murari, di infima natura. I ferri battuti sono tutti falsi, al 98%, si comprano al supermercato. Una città come Cefalù non può permettersi cose del genere. Il “piano colore” non è semplicemente pulire le pareti e carteggiare i colori sulle pareti, significa illuminino-tecnica seria, significa arborazione, piantumazione, significa ferri battuti, significa che i balconi non ci debbono cadere in testa; quindi hanno bisogno di lastre di marmo e non di quegli orribili agglomerati tra sabbia di mare, estremamente corrosiva, e cemento armato di quattro centesimi. Ecco, significa restituire la città ad una dignità regale ed imperiale. Perché noi dimentichiamo sempre questi piccoli particolari.
La nostra terra non è una terra comune, ha avuto uno dei più grandi imperatori di tutti i tempi, che si chiama Federico II, e ha avuto un re che si chiama Ruggero che ancora oggi suscita sbigottimento ed ammirazione, presso qualsiasi tipo di persona che abbia un minimo di rapporto con la bellezza e con l’estetica. Ricordate che a lui si deve il più straordinario monumento architettonico, forse al mondo, che è la Cappella Palatina, dove, per la prima volta, le grandi maestranze hanno lavorato liberamente in funzione della loro fede e non della loro professionalità. Non ci sono solo cattolici là dentro, ci sono anche gli islamici che fanno il tetto. E questo è un episodio di così clamorosa raffinatezza e cultura che non ha uguale, forse, in nessuna parte del mondo. Io, una volta ho sostenuto, visto che lui ha, oggi, giustamente citato la Shoah, che in Sicilia non ci furono mai episodi seri di antisemitismo perché i nostri monumenti ce lo impedivano. I nostri monumenti sono monumenti di accoglienza, di ospitalità per tutti e soprattutto di esaltazione della bravura anche dalla persona che arriva dal mare e ci raggiunge qui, e improvvisamente dimostra di valere qualcosa. La Cappella Palatina ha il segno di una civiltà senza pari in Europa. La Sicilia è una delle poche terre che non partecipò alle diaspore con gli ebrei. Nel 1492 gli ebrei furono cacciati fuori da Palermo ma furono cacciati fuori dagli spagnoli. I nostri siciliani in parlamento dichiararono per tre volte di seguito che buttare fuori gli ebrei significava rovinare la nostra terra. Non c’è episodio così clamoroso al mondo. Quindi ricordatelo bene. Quando noi metteremo in campo tutta questa faccenda culturale qui, tra Cefalù e le Madonie, noi dobbiamo attestarci su una priorità assoluta: la Sicilia non è terra di razzismo, né lo sarà mai, e se qualcuno ci provasse, ci batteremo con tutte le nostre forze perché non si perda questa straordinaria spiritualità, cultura e raffinatezza.

Torniamo, quindi, a Ruggero II, che, quindi, a questo punto, non è soltanto la faccenda, (ricordiamo il re ecc. ecc.) ma significa invece ricollegarci alle nostre radici, e vediamo un po’ cosa si potrebbe fare qui. Anzitutto ci sono degli stranieri che hanno lavorato lungamente a Cefalù, per esempio il mio amico yddish che lavora e che si è creato i collegamenti per il gemellaggio con Monaco, città come sapete tedesca, ecco ha proposto Carl Rottmann proprio un grandissimo pittore che proprio su Cefalù ha lasciato degli stupendi paesaggi che è facile ricondurre qua perché è il luogo che ha suscitato questa potente ispirazione. Ma la seconda cosa che colpisce molto e che Ludwig II di Baviera, (che tutti voi conoscete sia pure per il film di Luchino Visconti o perché siete stati a Vienna e avete visto i suoi splendidi castelli) è colui il quale ha patrocinato tutta l’opera, tanto per intenderci, di Wagner, ecco Ludwig II di Baviera era venuto a Palermo folgorato dalla Palatina, la riprodusse, pari pari,a Monaco, cioè la ricostruì pietra su pietra, a Monaco di Baviera. Non riuscì naturalmente a completarla con i mosaici, ma Peter Cornelius, un grande pittore di quel tempo, anziché fare i mosaici, fece degli affreschi e riprodusse nella sua integrità la Palatina. Fu bombardata durante la guerra contro il nazismo, è ricostruita daccapo alla fine della guerra; tanto ci tenevano alla Palatina. Forse molti di noi, probabilmente, non l’hanno mai vista, ecco questo mi permette di creare subito un gemellaggio con Monaco e con la Repubblica federale tedesca. Perché ricordatevi che se non c’è l’Europa che converge verso qui il suo sguardo, l’idea dell’Unesco non funziona, non riusciremo mai a portarla avanti. Ma questo insediamento merita esattamente questo.

Seconda cosa. C’è un’opera lirica di Szymanowski, che è un grandissimo compositore polacco. Ecco, pensate il carattere internazionale del personaggio, c’è un polacco che si è preoccupato, alla fine dell’ottocento, di scrivere un’opera,”l’incoronazione di re Ruggero in Sicilia”. Questo Szymanowski, questa sua opera è stata riproposta al teatro Massimo, intorno agli anni ’50, con oggetti di scena, scenografie e costumi, etc. di Renato Guttuso. Naturalmente noi il giorno in cui riuscissimo a rimettere in scena, qui a Cefalù, “l’incoronazione di Ruggero”, possibilmente nel prospetto davanti al Duomo (perché all’interno è probabile che non sarà concesso dalla Curia, per ovvii motivi liturgici ed ecclesiastici), ecco, nel momento in cui sarà riprodotta questa opera (voi avete Alberto Veronesi che è direttore di orchestra e che, se non sbaglio, è assessore alla cultura qui a Cefalù, quindi è un’operazione fattibili stima), ci potremo fare mandare i video della messa in scena che fecero in Germania di questa stessa opera. Quindi le scene sarebbero date dai video muti, mentre l’orchestra, più i cantanti, potrebbero riproporre questa incoronazione di Ruggero. Quando si fanno operazioni di questo tipo, ci sono due modi, uno invadere la città e dire: signori si fa questo, voi siete tagliati fuori, seguite noi, vi daremo la via, la verità e la vita (cosa che io escludo dal mio orizzonte culturale; lo ritengo iniquo ed estremamente volgare), allora, l’opera deve nascere qui, perché tutte le maestranze di Cefalù saranno coinvolte per la realizzazione dei costumi di scena, della riproduzione del Manto di Ruggero II. Voi sapete che il Manto di Ruggero II, un Manto che ripropone di nuovo l’idea del leone più il cammello (e ritorna di nuovo l’idea della complessità della cultura Ruggeriana, tra oriente ed Occidente), ecco tutto questo sarà fatto, attraverso maestranze che lavoreranno a creare i costumi, ecc. ecc., coordinati da qualche persona di estrema qualità, ne ho alcuna sottomano che si chiama Gianni Livigni, che lavora con i Beni Culturali e che ha fatto tutti tessuti della villa Florio di Ernesto Basile, (ha rifatto i tessuti della villa di Ernesto Basile che adornano le pareti), però le vostre ricamatrici, eccetera, eccetera, queste saranno regolarmente coinvolte, e quando si va in scena si riconosceranno una per una, perché: questo l’ho fatto io, e questo l’ho fatto io. E se riusciamo riprodurre il Manto di Ruggero, per l’incoronazione definitiva del re, il Manto di Ruggero resterà come testimonianza, perché, come voi sapete, non è più qui, è a Vienna, nel più importante museo di Vienna, ed è conservato come il bene più prezioso che loro hanno. Questo tanto per intenderci.

Tutto questo, lentamente, lentamente, poi ve lo leggerete attraverso questo programma che ho già preparato con l’assessore; non escludete dall’orizzonte le informazioni che questa città può dare del suo cosmopolitismo, non trascurate il Village Magique, il Villaggio fu l’episodio clamoroso di Cefalù, attestò subito questa città in tutto il contesto europeo e il fatto che sia stata poi escluso questo villaggio magique (non sò per quali motivi è fallito, eccetera), ha creato parecchi problemi anche per un turismo di qualità. Tra le altre cose sul Village Magique , c’è un film del principe Enrico Alliata, che credo pochissimi hanno visto. Ecco, questo film, ho visto pochi giorni fa la figlia di Alliata che mi ha detto che è a disposizione, a Cefalù si può fare un grandissimo programma su questa faccenda. Quindi da Ruggero II, al Village Magique (l’esordiente, all’interno di questo film, era niente di meno che Domenico Modugno). Noi abbiamo tutta una costellazione di interventi da fare, che insomma, voi vi rendete conto ... in pochi secondi, Cefalù - naturalmente se riusciremo a creare le comunicazioni adeguate -, diventerà uno dei grandi ombelichi dell’intero universo.
Ho detto tempo fa, e lo ripeto ancora una volta, con un certo piacere, che quando la Francia era la Francia, cioè una nazione dominante, come cultura, dal seicento in poi, in tutta l’Europa, accanto ai Montaigne, ai Pascal agli Chateau Briand, eccetera, c’erano 480 tipi di formaggio a promuovere il territorio. Ora voi vi rendete conto di che cosa si può combinare sulle Madonie, tra formaggi, prodotti di prima qualità e così via, e trasformare questa città - uso le parole in termini molto appropriati -, in un “emporio d’arte e di cultura culinaria”. Perché chiunque arriverà qui sarà interessato a questo piuttosto che a quell’altro, ma non vi potrà dire che “non mi interessa nulla”, non potrà mai dire “non sono interessato a nulla”.
Altro episodio da ricordare. Abbiamo ancora oggi in Sicilia, e in particolare in tutto questo territorio, sino a Santo Stefano di Camastra, i migliori ceramisti d’Europa. Ricordo, tra tutti, Piscitello, e non hanno più mercato, perché l’autostrada ha tagliato fuori Santo Stefano dal movimento di macchine, e si trovano oggi in fortissima difficoltà. A Cefalù si potrebbe creare un centro che raccoglie questi insigni artisti, promuoverli è naturalmente guadagnarci, perché se noi qui, nel giorno di Szymanowski, ci sarà una grande mostra di ceramiche d’arte - attenzione, non ceramiche alla rinfusa, non ceramiche volgari, ma ceramiche raffinatissime, lavorate in maniera perfetta, disegnate maniera divina -, che sono di Gaspare Patti di Sciacca, di Fratantoni e Piscitelo, di Alessi di Caltagirone, io vi assicuro - non faccio l’imbonitore di professione, ma vi assicuro - che avremo tutte le carte in regola, non solo per fare cultura, non solo per fare la questua a domandare questa o quella partecipazione economica, ma per guadagnare un bel mucchio di soldi. Così ve lo dico, in termini molto chiari, io sono uno di quelli che sostiene che la Chiesa fu grande perché all’interno della Chiesa c’erano i banchieri. Ho dimostrato, con un articolo sul giornale di Sicilia, col nome cognome di tutti banchieri che hanno consentito - però con l’uso argomentato del quattrino -, che, senza di loro, la Sistina, Logge vaticane, la Cupola di Michelangelo, ve la potevate scordare. Perché con le preghiere si fanno i miracoli ma con i soldi si fanno le opere.

Un’ultima cosa, tutto questo va sorretto da fortissimi “interventi di comunicazione”, quindi, con l’assessore Arnao, abbiamo semplicemente pensato a creare una televisione - e qua c’è un operatore che apparterrà a questa squadra -, una televisione che trasmetta in bilingue, inglese e italiano, in tutto il mondo; tutti programmi che si svolgeranno, di volta in volta, all’interno della nostra regione; 24 magazin in un anno, due al mese. Non è improbabile che si comincerà proprio da Cefalù. L’assessore ci sta seguendo, perché ha detto che le proposte che gli abbiamo fatto sono proposte serie, che lo convincono sino in fondo.

Per darvi una dimostrazione di che cosa sono, di che cosa possono diventare i nostri artigiani, io prego il mio amico Emanuele India di portare, quel pacchettino là, così passiamo ai fatti.
Voi ricorderete della Palatina, gli stupendi marmi che girano, che sono “ageminati”... questo è uno dei lavori che fa Emanuele India.

Questo non è metallo, come sembrerebbe a prima vista, sotto c’è un cuoio, che Emanuele India incide a fuoco con sigilli inventati da lui. Su queste incisioni a fuoco, inserisce il colore, come vedete in una gamma di straordinaria bellezza e potenza. Il tutto poi suggellato dalla resina, un lavoro del genere impiega il nostro amico quattro mesi. Questi lavori, che saranno circa 15, diventeranno a Cefalù, la stanza del tesoro di Ruggero II. E, ditemi se è in grado di reggere una faccenda del genere, un’opera così, oppure no. Ditemelo voi, io non....ecco

Con Emanuele India, le celebrazioni di Federico II, ecco lui mi ha fatto questo libro. Questo è il libro di Federico II. Questa che vedete si chiama “coperta”, anche questa è tutta incisa a fuoco, con sigilli particolari, il ritratto del re, dal “pazzo” è stata fatta a punta di spillo.

Questo volume che io portai al Cairo (io dirigevo l’ufficio speciale, lui lavorava con me, e quando lui arrivò in ufficio era considerato poco più di un bidello. Io ho visto alcuni suoi lavori e gli ho detto: da domani tu ti occupi dell’incremento culturale della regione siciliana e devi fare solo capolavori, non pensare a “pratiche” e atutte queste belle cose. Naturalmente io ho avuto problemi gravissimi per questa mia divertente idea, ma al Cairo hanno giudicato la sala, dove c’eravamo noi, la prima dell’intera raccolta di editoria mondiale: c’erano cinesi giapponesi indiani, americani, l’Islam, che avevano stanze infinite. Ora perché vi dico una cosa del genere. Perché, guarda caso, questi libri sono fatti proprio secondo le tecniche del periodo di Ruggero II. Quindi come vedete tutto lega. Ora l’ultima cosa che volevo dirvi è che lui sta preparando il libro di Ruggero, con una tecnica simile a questa, il libro di Ruggero II che poi potrebbe essere dei comuni interessati (ogni comune potrebbe averne uno “personale”; per cui cosa si mette all’interno (?): all’interno si mettono le immagini delle cose più belle che ci sono in quel territorio, che sò: Petralia, Soprana e Sottana - altro insediamento di straordinaria importanza - Castelbuono, etc. ecc.

Tutti questi paesi hanno capolavori d’arte straordinaria. Possono avere un libro unico al mondo. “Non posso farne un libro del genere”, mi diceva un fiorentino; “a Firenze ci proviamo ma non è tutto fatto a mano”. Questo è tutto fatto a mano, le carte sono carte straordinarie, non possono essere aggredite da microbi e roba del genere. Se cadono in acqua resistono all’acqua.

Uno dei paradossi dell’alluvione di Firenze fu che i grandi quadri a olio, molti si persero, moltissimi libri, la maggior parte, furono interamente recuperati. Incredibilmente la fragilità vince sulla forza. Ma d’altra parte, e concludo, il grande filosofo cinese disse una volta: “guardate la mia bocca, i denti duri sono tutti caduti, la lingua tenera è ben salda nella bocca”!

L’assessore Patanella
Ringrazio il professore Aurelio Pes che, probabilmente per una classica tecnica pubblicitaria, di creare attesa, rispetto agli eventi, si è trattenuto dallo svelare tutti gli altri appuntamenti previsti nel programma, perché ci sono altri momenti che, a questo punto, io non dirò, e che nei prossimi giorni annunceremo. Ci ha raccontato storie vere ma meravigliose, storie che però devono camminare su piedi forti e saldi. Perché se noi venissimo qua a raccontare soltanto una bellissima storia avremmo passato soltanto una bellissima mattinata ma non avremmo creato quella ricchezza che, come dicevi tu, ha fatto grande la Chiesa.
Ma che noi, più modestamente, speriamo che possa funzionare da volano per la città di Cefalù. Noi diciamo, prendiamo l’impegno, piano piano, giorno per giorno, di dare una informazione in più sul programma. I piedi per sorreggere questo pesantissimo e vastissimo impegno preso da me, in prima persona, e dall’amministrazione, li metterà l’assessorato regionale ai beni culturali, il quale ha già preso - i passaggi burocratici saranno a breve perfezionati -, sulla persona, ha preso l’impegno di sostenerci con un intervento economico; lo stesso speriamo, in questi giorni, faccia il ministero degli esteri che, anche lì, si è dimostrato, intanto, immediatamente disponibile a creare i collegamenti, i contati, e quindi “accreditare” l’idea ai paesi esteri. Ma, speriamo che altrettanto concretamente faccia dal punto di vista economico.
Attendiamo poi un paio di bandi che l’assessorato al turismo sta per pubblicare in modo che possiamo immetterci in questo circuito.
Passerei quindi, come continuazione del ragionamento sin qui fatto, a motivare e a illustrare la ragione per cui vi ho voluto qui oggi.

(alla prossima puntata)

ritratto di Saro Di Paola

BUON LAVORO E FORTUNA !

In quanto ha detto il prof. Pes ho colto il presupposto fondamentale su cui deve essere fondato un progetto serio, di qualsiasi natura esso sia : LA CULTURA E LA SCIENZA.
Il fatto poi che, di già, siano stati stabiliti collegamenti con il governo regionale e con quello nazionale è altro fondamentale presupposto perchè l'iniziativa possa risultare di ASSOLUTO RILIEVO.
Da parte mia non posso che augurare : BUON LAVORO E FORTUNA!
Per l'iniziativa e per Cefalù.