Cefalù, arrestato noto titolare di officina meccanica

ritratto di Polizia di Stato di Cefalù

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RIGATUSO Giuseppe, cefaludese di anni 48, coniugato con prole, titolare dell'omonima officina meccanica sita a Cefalù, nella via Gibilmanna, è stato arrestato dagli uomini del Commissariato di Cefalù, diretti da Manfredi Borsellino.

Dovrà scontare una pena complessiva pari a 5 anni 3 mesi e 29 giorni di reclusione per una serie di reati che vanno dai lavori abusivi alla ricettazione, dalla calunnia allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Le sue vicende giudiziarie iniziano nel 1986 quando, all’età di diciotto anni viene denunciato a piede libero dai Carabinieri per furto aggravato in concorso. In quell’occasione furono solo sedici bottiglie di “Vermuth”, asportate dentro uno scatolo da un negozio di generi alimentari approfittando della distrazione del titolare.
Nel '98 è denunciato per minacce a poliziotti e per millantato credito.
Il suo coinvolgimento nell’ambiente dedito allo spaccio ed al consumo di cocaina si data al 2001. Nello stesso anno viene anche sottoposto ad indagini per calunnia.
Nel 2002 arriva la prima condanna per deturpamento di bellezze naturali e quattro anni dopo il primo arresto per droga (cocaina trasportata da Palermo a Cefalù).
Nel 2009 i Carabinieri, a conclusione di una vasta operazione, lo traggono in arresto per traffico di droga tra Palermo e paesi della provincia come Monreale, Misilmeri, Villabate, Bagheria, Partinico e Cefalù.
L'anno prima erano arrivate altre condanne per porto abusivo di armi, ricettazione e calunnia, tanto che la sua pericolosità sociale induceva il Questore di Palermo ad irrogargli nel 2010 la misura di prevenzione dell’avviso orale.
Adesso l'arresto dopo che le sentenze di condanna sono divenute definitive e le relative pene sono andate in esecuzione.
Il noto titolare dell'officina meccanica è stato quindi associato alla casa circondariale di Termini Imerese dove, salvo "sconti di pena", dovrà trascorrere i prossimi cinque anni.

ritratto di Mariapia Garbo

a volte i media devono un pò riflettere

carissimi dopo aver letto questa notizia, la quale non mi stupisce visto e considerato che un pò tutti conoscevamo queste vicende purtroppo sempre dispiacevoli di un nostro concittadino, non siamo noi a giudicarlo colpevole o non appunto lo è stata l'autorità competente a dare in merito alle indagini le sue relative conclusioni, però la cosa che mi ha un pò delusa è il fatto che dato che conoscevamo tutti le sue vicende non c'era bisogno di mettere foto, nome per esteso per comunicare a tutti cosa è stato deciso penso che sono cose personali e che per i cari oltre ai primi dispiaceri magari di un non comportamento corretto ora anche la diagnosi finali sia abbastanza dolorosa per i suoi cari e per questo che condanno un pò in questo caso i media non solo per l'ulteriore spada
di dolore infilzata alla moglie e ai cari ma soprattutto per i figli i quali non sono stati pensati e tutelati dai media.
scusate non giudico la notizia ma la modalità perchè. l'unico pensiero oltre alla moglie in questo caso è stato soprattutto per i figli, a volte si agisce per dovere di cronaca senza tutelare coloro che in tutto questo non c'entrano nulla ma che sono stati ulteriormente marchiati per degli errori commesso da un loro caro
Mariapia Garbo