Vittorio Sgarbi replica ad Agnese Piraino Leto, vedova di Paolo Borsellino

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Ufficio Stampa Vittorio Sgarbi - Roma, martedì 20 marzo 2012

Vittorio Sgarbi replica ad Agnese Piraino Leto, vedova di Paolo Borsellino:

«Evidentemente nella famiglia Borsellino esistono turbamenti e incomprensioni che vanno oltre la semplicità dei rapporti e dei comportamenti.

Io ho fatto molte cose buone per Salemi, e non solo Agnese Borsellino le ha riconosciute. Per pura cortesia e molto al di là dei miei istinti non istituzionali ma sempre legati alla forza dei rapporti emotivi, su sollecitazione dell’allora assessore alla Cultura Peter Glidewell, come ho fatto con molte illustri persone, ho proposto di dare ad Agnese Borsellino la cittadinanza onoraria; anche in quella occasione uno sbarramento familiare ha impedito un atto di gentilezza e di delicatezza.

Adesso, in questa occasione comprendo la generosità della madre che, per inevitabile affetto tutela il figlio, ma io non mi sono mai né vantato né compiaciuto di un’amicizia che è semplicemente la formula con la quale posso avere definito una umana simpatia fra noi due intercorsa, confermata anche dalla fermezza con la quale, non diversamente da me, Agnese Borsellino ha denunciato comportamenti deviati di un rappresentante dell’Arma dei Carabinieri. Ma queste sono riflessioni.

Voglio invece aggiungere che la difesa del figlio, umanamente comprensibile, ha indotto Agnese Borsellino a un errore. Il nostro incontro a Salemi è stato occasionale, ma non è stato unico. E proprio la Borsellino ha ricordato altri nostri precedenti incontri, almeno due, in cui si era complimentata con me come critico d’arte. A Salemi ha aggiunto spontaneamente la precisa parola: «missionario».

Non voglio forzare le sue espressioni da lei oggi reinterpretate, ma so che non potrà negare di avermi confidenzialmente detto la cosa più importante, nonostante il disappunto del figlio: la somiglianza di temperamento, di carattere e di atteggiamento molto diretto e polemico tra me e suo marito. Di questo mi sono compiaciuto e di quella affinità istintiva conservo veritiera memoria rispetto agli incomprensibili distinguo tra “vissuti e storie professionali profondamenti diversi”.
Diverse le vite, simili i caratteri di persone buone che non accettano intimidazioni e giustizie.

E voglio aggiungere che l’abuso da cui la madre difende il figlio, non è nel rendere pubblica una riflessione privata, come anch’io ho fato ora, ma nell’avere inviato, come Dirigente di Polizia, due suoi uomini a Radio Cammarata. Di questo mi dolgo mentre comprendo le “pietose” parole della madre.
Quanto alle confidenze amicali o meno, ci tengo a ricordare che Agnese Borsellino, si è rivolta a me con il «tu»

ritratto di Angelo Sciortino

"La somiglianza di

"La somiglianza di temperamento, di carattere e di atteggiamento molto diretto e polemico tra me e suo marito"!
Anche se dovessi ascoltare una registrazione, non ci crederei mai! Non crederei mai che chiunque abbia conosciuto Paolo Borsellino, abbia potuto trovare una simile somiglianza. Figuriamoci la moglie!
Ho avuto l'onore di conoscere direttamente Paolo Borsellino e di aver scambiato alcune idee al tempo in cui ferveva l'impegno per lottare contro la mafia. Non un amico, ma un suo leale conoscente. E questo mi basta per dire che tra il suo temperamento e quello di Sgarbi c'è una differenza oceanica.

ritratto di Giuseppe Fajlla

Al signor Sgarbi direi

Al signor Sgarbi direi "benvenuto in sicilia"!
Forse Egli credeva che una passeggiata a Salemi(gli anni della sua sindacatura) prontamente abbandonata appena sono sorti dei problemi,dove un costruttore operava come capo del paese a sua insaputa era tutto? qui, caro signore, siamo a Cefalù, gli interessi dell' "alta politica",le mani della capitale(palermo)da tempo su questo paese,i maggiorenti che da quella citta' da anni risiedono,controllano e dettano le regole a loro miglior uso,i demani che sulla spiaggia e sul porto fanno valere le loro prerogative di poterte burocratico sugli interessi della città senza nessun raccordo con gli interessi di pescatori e cittadini...Lei si stupisce di comportamenti di forze dell'ordine,imprenditori,amici di amici e di chiunque che abbia un "cappello in testa", come diciamo noi? Qui un vescovo è stato trasferito di sede per aver detto che c'era mafia e massoneria...semplicemente perchè non si è trovato d'accordo con tanti codificati convenevoli, le consiglio di rendersi conto di dove si trova prima di andare avanti e di attrezzarsi: sara' dura!