25 Aprile-PARTIGIANI SICILIANI - Comprensorio Cefalù-Termini-Madonie

ritratto di Angela Di Francesca

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PARTIGIANI SICILIANI

Si sente spesso dire che la data del 25 Aprile, Giornata della Liberazione dal nazifascismo, non è molto sentita in Sicilia perchè la Resistenza è un fatto che riguardò il Nord. Questo è vero nel senso che fu il Nord il terreno di scontro fra le due Italie dopo l'armistizio del 1943,ed è qui che nacquero e combatterono le brigate partigiane. Ma contrariamente alla falsa convinzione che la mancanza di memoria storica ha tramandato, la Resistenza riguarda la Sicilia, che diede un grande contributo alla lotta partigiana.
La maggior parte dei partigiani siciliani agirono in Piemonte:circa 2.500. Cinque furono i siciliani fucilati nel massacro delle Fosse Ardeatine. Molti furono internati nei campi di concentramento in Germania., e tanti vi morirono. 28 furono i partigiani siciliani insigniti di medaglia d'oro.
Tanti nomi, tante vite che chiedono di rivivere nel ricordo, nomi su cui a volte le ricerche hanno potuto ricostruire una storia, a volte invece hanno solo potuto tracciare scarse notizie, i luoghi di battaglia, le date di nascita e di morte, spesso troppo, troppo vicine.
Il cefaludese LORENZO SPALLINO, nato il 24 settembre 1897, e morto in un incidente stradale il 27 maggio 1962, trasferito giovanissimo a Como, diventò membro del Partito Popolare italiano e avvocato del sindacato cattolico delle "Leghe Bianche". Negli anni della dittatura svolse attività di propaganda antifascista per cui subì un arresto. Partecipò alla Resistenza come capo partigiano e nel 1945 fu fatto il suo nome per trattare la resa della Questura di Como, anche se poi tale trattativa di fatto non ebbe luogo e la vicenda si concluse tragicamente con la morte del questore di Como Pozzoli che pure, per la sua moderatezza, godeva la stima di Spallino e di altri partigiani.
Fu membro del Cnl e nel’45 fu eletto nel Consiglio nazionale della Dc. Nel 1957 assunse la carica di ministro delle Poste e Telecomunicazioni.
Il suo nome appare collegato all’inchiesta sul cosiddetto “oro di Dongo”, cioè il “tesoro” di valuta e preziosi che i fascisti in fuga nel Comasco portavano con sé. Viene ricordato nel libro “L’oro di Dongo”, di Urbano Lazzaro, e in “Ombre sul Lago”, di Giorgio Cavalleri.
(http://digilander.libero.it/angeladiana/lorenzospallino.html)
MAURO ZITO,originario di SAN MAURO dove era nato il 29 aprile del 1923 ma trapiantato a Cefalù,lasciò l’esercito per unirsi ai ribelli e combattè,col nome di battaglia "Palermo", nella 105^ Brigata Pisacane, dal 15 giugno 1944 al 5 maggio 1945, con Pietro Nenni e con Pompeo Colajanni,il famoso comandante "Barbato", il liberatore di Torino.Tuttora in vita e convinto delle sue idee, Mauro Zito vive ora a Castelbuono.in un centro per anziani.(v.intervista di Mirella Mascellino e Giuseppe Spallino, http://www.madonielive.com/index.php?id=10545)
SALVATORE CULOTTA nacque a CEFALU’ il 30 ottobre 1920 e vi morì il 16 febbraio 1989.Marinaio a La Spezia nel 1943, si spostò in Toscana unendosi ai gruppi partigiani della Garfagnana e col nome di battaglia "Cefas" partecipò a varie azioni militari tra cui la liberazione di Molazzana e la battaglia di Sommacolonia. Su di lui a maggio uscirà una mia ricerca sul giornale "Espero".
(http://digilander.libero.it/angeladiana/cefaluantifascista.html)
Ampliando un po' l'orizzonte della ricerca, troviamo che combattenti partigiani sono presenti in vari paesi del comprensorio Termini-Madonie.
Di TERMINI IMERESE sono:

- GASPARE PIRRONE, nato a il 10.12.1921. Col nome di battaglia "Luigi" fece parte della V divisione Alpi, Brigata Valle Ellero.Fu catturato dai nazifascisti durante un rastrellamento e bruciato vivo, o secondo altra fonte fucilato, a Roccaforte Mondovì ,Frazione Prea(Cuneo) il 23 dicembre 1944.Il suo nome è riportato su una lapide.
-GIOVANNI DI PIETRO , nato il 24.9.1920, operò nell'Ottava Divisione 4 Brigata,in Piemonte, e morì il 4.12.1944.
-FRANCESCO BOVA CONTI nato a il 14 -09-1917; nel 1943 si trovava a Bologna,dove militò nella 7 Brigata Gap Garibaldi. Catturato dai fascisti il 9-12-1944,venne fucilato a Subbiuno di Paderno il 14-12-1944.
-AGOSTINO SCARPACI, nato il 6-01-1914, nel 1943 residente a Cuneo, partecipò al movimento partigiano militando nell’XI Div. Garibaldi .Morì in combattimento il 28-04-1945 a Cuneo dove il suo nome è ricordato su una lapide ai Caduti Partigiani.

Nativo di CASTELBUONO è CRISTOFORO CARABILLO’, nome di battaglia "Cris",tenente dei Bersaglieri, nato nel 1917, e fucilato a Reggio Emilia il 3 febbraio 1945. Al momento dell'armistizio era ufficiale nella caserma di Scandiano.Fece parte di una Squadra di Azione Patriottica,e fu incarcerato il 27 dicembre 1944. In seguito a un'azione di lotta che causò il ferimento di cinque poliziotti i fascisti lo prelevarono e lo fucilarono per rappresaglia in via Porta Brennone . con altri tre resistenti (Sante Lusuardi "Dario", Dino Turci "Ercole" di Correggio, Vittorio Tognoli "Marco" di Scandiano)

GIOVANNI CINQUEGRANI ,nato a POLLINA il 24/11/1921, contadino, fu partigiano col nome di battaglia "Giuseppe", nel CVL, Autonomi I Div. Langhe 3 Brigata Langa Ovest, e morì a Clavesana (CN) il 2/10/1944

ANTONIO ALFIERI, nato a TUSA il 17.8.1908 , nome di battaglia "Ventimiglia", militò nella V divisione Alpi Gruppo Val Ellero,e fu fucilato a Roccaforte Mondovì (bivio Val Ellero ) il giorno di Natale del 1944 con altri partigiani.Si parla di lui in un testo di Giovenale Giaccardi, "Le formazioni "R" nella lotta di liberazione", a cura dell'Associazione partigiana Ignazio Viani Cuneo.Il suo nome è sul cippo funerario eretto nel luogo dell'eccidio.

Due i partigiani di POLIZZI GENEROSA:
-GIOVANNI BATTISTA FOCA’, nato il 29.7.1923, che col nome di battaglia "Fuoco",aderì al CVL(Corpo Volontari per la Liberazione), Autonomi II divisione Langhe 5 brigata Belbo, e morì a Santo Stefano Belbo (CN) il 7.1.1945;
e
SANTO GAGLIARDOTTO , nato nel 1922, catturato dopo un combattimento il 10 maggio 1944 a Mulino di Malla, Isola del Piano (PU) e fucilato a Pesaro l'11 maggio nel poligono di tiro insieme ad altri 2 compagni della provincia di Pesaro.(Franco Barcelli e Leone Balducci).

GIOVANNI ORTOLEVA, nato ad ISNELLO il 14.4.1921, fu partigiano nella 109 brigata Garibaldi col nome di battaglia di Jaco, e fu fucilato a Salussola(Biella) il 9.3.1945 insieme ad altri 29 partigiani.Il suo nome è ricordato nel cippo funerario di questa cittadina che ricorda la strage.
Il 3 settembre 1911 Isnello lo ha onorato con una iniziativa promossa dal Comune e dall’Anpi. Quest'anno 2012 viene ricordato nella manifestazione di Palermo per il 25 aprile insieme a Placido Rizzotto.

CALOGERO BRACCO, nato a PETRALIA SOTTANA il 29-10-1917, fece parte della V Div.Alpi, Brigata Val Ellero, col nome di battaglia "Bracco".Durante l'espletamento del ruolo di staffetta fu catturato dai fascisti e torturato con ferocia prima di essere fucilato il 9-04-1945 nel comune di Trinità. Una lapide che a Cuneo lo ricorda insieme ad altri partigiani uccisi, lo dice "martirizzato per odio nazifascista".Il Comune di Trinità (Cuneo)e il suo Comune natale, Petralia Sottana, gli hanno dedicato una strada. Un'altra lapide che lo ricorda si trova nel monumento dei caduti nel centro cittadino di Petralia.

Anche se attraverso il filtro di tanti anni trascorsi, di tanti eventi, di tante riflessioni, e pur senza alimentare odi, mitizzazioni o settarismi ideologici, oggi che siamo cittadini di una sia pure imperfetta democrazia, non dobbiamo dimenticare i giovani che lottarono contro la dittatura e la violenza nazifascista, quei giovani
"che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo",
come dice Piero Calamandrei nella sua intensa poesia "Camerata Kesselring".

Angela D. Di Francesca

ritratto di Leonardo Mento

Cara Angela.....

grazie, non conoscevo il contributo di questi nostri compaesani alla lotta di liberazione.

ritratto di Angelo Sciortino

Grazie Angela!

Ecco che cosa significa ricordare: altri si sacrificarono per darci la libertà e, se di questo vogliamo esser loro grati, non sciupiamo questa grande eredità.
Altrimenti ne saremmo indegni eredi.
Un grazie ad Angela.

ritratto di Nicola Pizzillo

A egregie cose ...

il forte animo accendono
l'urne dei forti... e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta.

ritratto di Antonio Franco

La memoria del 25 aprile

Desidero ringraziare Angela Di Francesca per la sensibilità e l'attenzione con cui ha proposto questa doverosa presa di coscienza da parte delle nostre comunità: è necessario, infatti, che la nostra Città e il territorio madonita non dimentichino questi suoi figli coraggiosi, combattenti per la libertà e l'affermazione dei valori della democrazia. Il 25 aprile rischia, ogni anno, di essere relegato alla banale occasione di svago e di scampagnata, aggravando il vuoto di memoria già presente nella società e, soprattutto, fra le più giovani generazioni. Il 25 aprile è il simbolo forte della vittoria sull'oppressione feroce, ottusa e tragicamente grottesca del nazifascismo, sulla dittatura sterminatrice del libero pensiero e delle diversità etniche, religiose, politiche, culturali. Il rischio di tale vuoto di memoria è enorme: c'è il pericolo di rendere banale, normale, trascurabile il Male orrendo che nazismo e fascismo hanno sparso nel mondo; di accettare che tale mostruosità sia una pagina di storia come un'altra. Non può essere così: occorre continuare a parlare, spiegare, discutere dei valori della Resistenza e della Liberazione, che sono pilastri fondanti della nostra Costituzione Repubblicana, partendo da uomini come Spallino, Zito, Culotta e tanti altri, perché sia chiaro, specialmente ai giovani, che la Resistenza e la Liberazione non furono opera di pochi eroi, distanti e di idee oggi poco comprensibili, ma che il contributo, anche di vite spezzate e sangue versato, fu di persone vere, vive nella semplicità del loro coraggio e nell'attualità dei loro ideali. Volevano un futuro di libertà e di benessere, lottavano per difendere le loro case, i loro genitori, i loro figli, le loro donne, guardando all'avvenire dell'Italia. Il 25 aprile ritagliamoci almeno un'ora, in mezzo al relax delle altre 23, per inchinarci, per chinare il capo davanti alla grandezza di questi nostri padri: sì padri, perché dal sacrificio della loro giovinezza è nata la vita che oggi possiamo vivere, nella libertà e nella democrazia, valori che superano le periodiche crisi economiche e si pongono a "leggi non scritte" della convivenza civile, irrinunciabili se non si vuol perdere la propria identità e la propria coscienza. E' mio auspicio che il 25 aprile non sia solo il giorno di riflessioni individuali per i più memori e i più sensibili, ma di una memoria collettiva capace di rinnovare la comprensione del senso profondo che la Festa della Liberazione rappresenta per ognuno di noi, per le nostre famiglie, per le nostre città, per la Nazione intera.

ritratto di Angela Di Francesca

grazie a voi amici dei

grazie a voi amici dei vostri interessanti e partecipi commenti e del vostro apprezzamento, è bello "condividere" e avere un riscontro alle proprie iniziative!