PRG e futuro.

ritratto di Angelo Sciortino

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Nei primi anni del Novecento Palermo fu una città nota in tutta Europa e per le sue indubbie caratteristiche fu scelta come meta dello Zar di Russia, del futuro re inglese Edoardo VIII, ma soprattutto per l'Esposizione Universale.
Quando fu fatta questa scelta, non esisteva l'attuale via Roma. La Città finiva dove oggi finisce la via Maqueda. Fu deciso di continuarla, facendo attraversare il Rione delle Rose dalla via Ruggero Settimo, che si fermava all'attuale piazza dove sorge il teatro Politeama. Con l'esposizione si diede nuovo impulso a questa crescita ordinata lungo un singolo asse e si costruì il viale della Libertà, presto definito “il più bel viale d'Europa”.
Quasi contemporaneamente un imprenditore edile illuminato, Utveggio, ottenne l'incarico di aprire un altro asse viario più a Nord. Tutto a sue spese, da ripagarsi con la cessione delle aree che la strada avrebbe creato. Nacque così la via Roma, con larghi marciapiedi e con costruzioni che conservano ancora una sicura bellezza artistica.
Per rovinare questa bella Città ci volle una guerra e una sequela di amministrazioni prive di strategie urbanistiche, ma tese invece agli arricchimenti personali e degli amici. La breve Amministrazione Ciancimino ne rappresenta l'acme.
Questa è la lezione che vorrei che fosse presente nella nostra mente, quando discuteremo dello schema generale e del conseguente PRG della città di Cefalù.
Basta con i Lungomare, che rubano spiagge; basta con gli Spinito senza piazze e senza verde; basta con i burroni deviati, per costruirvi case; basta con le colline intorno aggredite da una cementificazione selvaggia. Basta con una rete fognaria simile in molti punti a un canale di scolo di una stalla; basta permettere di costruire brutture, spesso con materiale scadente e, quindi, con conseguenti problemi strutturali.
Questo è un momento del quale i cittadini devono servirsi, per appropriarsi del loro diritto di avere una Città più civile, dove i loro figli, i loro nipoti e i loro pronipoti potranno crescere bene, perché circondati dalla bellezza e dalla serenità, che soltanto una crescita urbanistica civile può dare.
Ecco perché spero ardentemente – e indipendentemente da quanto questa sera si discuterà o non si discuterà in Consiglio comunale – che i cittadini prendano parte alla preparazione del PRG, ne discutano e diano così un contributo d'idee e d'opinione indispensabile per dare spazio agli Utveggio e toglierlo ai Ciancimino.

ritratto di Pino Lo Presti

10 gennaio 2010, R. Corsello a Radio Cammarata

"Non sono l’assessore all’edilizia privata ma al PRG.
Anche qui bisogna sgombrare il campo da un altro equivoco: il PRG è pronto! Né l’assessore, né il sindaco, né il funzionario, né nessun altro può modificare un progetto che giace, dall’anno 2007, nei cassetti. Lo schema di piano è quello, e non è suscettibile, allo stato, di alcuna modifica. Quindi io non capisco questa preoccupazione, questo serpeggiare di chissà quali preoccupazioni di chissà quali atti loschi.
Solo il consiglio comunale può modificarlo. Io sono tra coloro che si era espresso, alcuni mesi fa - quando si è parlato di PRG in consiglio -, perché lo strumento del piano venisse reso pubblico quanto prima; in quanto il piano deve essere fatto-proprio dalla città, digerito, e poi discusso in C.C., dopo che la città lo ha dibattuto
Io credo che il dibattito debba essere riportato nella città, perché il piano regolatore è uno strumento assolutamente indispensabile.

Ha ragione Saro, il pericolo, che il nostro consiglio comunale possa essere espropriato da questa facoltà, c’è, perché - se non ricordo male - i consiglieri comunali che si erano dichiarati compatibili alla trattazione erano 8 o 9, e io non so cosa succederà quando il piano verrà in consiglio comunale; ma non c’è dubbio che “ deve tornare” in consiglio comunale, che è l’organo deputato a discuterlo, trattarlo e ad approvarlo".