Elezioni: in ottomila disertano

Ritratto di Angelo Sciortino

26 Maggio 2014, 11:57 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Troppo presi dal calo di Grillo e di Berlusconi, superati da Renzi e dal suo PD, dimentichiamo di guardare ai tanti messaggi, che la recente tornata elettorale ci ha mandati. Ciò perché ci lasciamo trascinare da un modo di giudicare tipico del tifoso sfegatato, che vede soltanto i meriti della sua squadra e che pretende di giustificarne gli errori o le sconfitte con colpe altrui: l'arbitro o il guardalinee.

Oggi, pertanto, si sottolinea il quasi raddoppio del PD di Renzi rispetto al M5S di Grillo – 21% contro il 41% - ma ci si dimentica del 43% ottenuto dal partito di coloro che non credono più nella democrazia e nella sua capacità di rigenerarsi.

Se poi si guarda a Cefalù, il messaggio è ancora più chiaro – il 36% del PD contro il 23% del M5S – dimenticando il 62% ottenuto dal partito dei rinunciatari senza fede.

Questi messaggi non possono essere trascurati, perché essi sono ancora più eloquenti di una vittoria ottenuta con appena il 57% dei votanti nel caso nazionale e con appena il 37% di votanti nel caso di Cefalù. Da essi si ricava, infatti, che è troppo diffusa la sfiducia dei cittadini nelle Istituzioni e, soprattutto, negli uomini che le rappresentano. Una sfiducia attenuata dalla speranza che Renzi, autoproclamatosi rottamatore, riformi veramente la politica italiana, per dare ai cittadini quel potere di controllo, che può garantire più onestà da parte degli eletti e, da parte loro, più controllo di una burocrazia ormai insopportabile, perché blocca qualsiasi attività. Non soltanto le attività economiche, ma persino quelle culturali (la situazione scolastica e universitaria lo dimostra).

Nonostante questa fiducia nel il rottamatore, il PD non è riuscito a frenare questa emorragia degli elettori sfiduciati (8078) né è riuscito a cogliere un successo almeno pari a quello del PD nazionale. E dire che non doveva venirgli difficile, se ormai da due anni esso amministra la Città. Questo, però, esigeva che nei due anni trascorsi il sindaco Lapunzina avesse realizzato almeno un punto del suo programma elettorale: quello che prevedeva maggiore trasparenza. Soprattutto che anch'egli, come Renzi, potesse essere un rottamatore di un vecchio sistema, che ha invece perpetuato, sebbene a ogni piè sospinto se ne sia servito per scaricargli ogni colpa possibile, come fanno i tifosi sfegatati. Così non è stato, però, perché della trasparenza s'è visto poco e gli elettori ne hanno tratto le conseguenze: non si sono fidati e in ottomila hanno disertato le urne.

Proprio un successo del PD! Proprio uno sfilacciamento della democrazia! Speriamo che Renzi provveda presto a una rottamazione locale!