Dall’alba al tramonto: “si rinnova e si rigenera” anche quest’anno il Rito della Luce

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18 Giugno 2014, 17:26 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Dall’alba al tramonto: “si rinnova e si rigenera” anche quest’anno il Rito della Luce 2014

 

 

Un dono della Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti:
“Penso che mai come adesso il mondo ha bisogno di un percorso di rinascita interiore e di un futuro che si nutre di Bellezza e Conoscenza”

  21 e 22 giugno 2014,  Piramide 38° Parallelo,  Motta d’Affermo (Me)
Albergo museo Atelier sul mare, Castel di Tusa, (Me)

L’invito è di alzare gli occhi al cielo e rivolgerli alla luce. Un’esortazione all’uomo contemporaneo per spingerlo al “risveglio delle coscienze”. Un incitamento al viaggio, al cammino, alla trasformazione.

In cima alla collina, nel territorio di Motta d’Affermo (in provincia di Messina), l’imponente “Piramide – 38° Parallelo”, opera di Mauro Staccioli, è simbolo anche di resistenza a quella politica istituzionale che non promuove più  la conoscenza come valore di futuro. Nell’era dell’autoreferenzialità e della democrazia mortificata dall’arroganza di un potere egoista, mediocre e miope, la Piramide vuole affermare il potere della spiritualità e della trascendenza.

Cima di una cima,  diventa faro che irradia la luce della conoscenza di cui le arti sono strumento indispensabile, e ammonisce il potere contemporaneo ad impegnarsi affinché le nuove generazioni possano ritrovare il senso di un corretto sentire.

“La cultura e il sapere devono tornare ad essere strumenti di libertà e di democrazia.”

Il Rito della Luce si rinnova anche quest’anno, il 21 e 22 giugno, e lo fa nella forma di un dono privato della Fondazione Fiumara d’Arte alla Sicilia e ai siciliani. Dall’alba al tramonto, il Rito seguirà il ciclo del Sole. “Bisogna restituire Anima per rigenerare Anima, il tutto attraverso il cuore, tamburo di Bellezza”,  spiega Antonio Presti, mecenate siciliano figlio della sua Utopia, che dal 1982 ad oggi ha realizzato sui Nebrodi il più grande parco di arte contemporanea a cielo aperto di tutta Europa. “Quest’anno, nel giorno del Solstizio d’estate”, continua Presti, “vedremo sorgere e tramontare il sole dallo stesso punto.   

“Ci colmeremo di luminosità inspirando profondamente l’alba e restituiremo al tramonto quel lungo respiro luminoso. In questa restituzione d’anima e luce, offriremo al Cosmo una rigenerazione attraverso noi stessi. Il Rito sarà quest’anno sigillo del divenire: stesso punto di partenza, stesso punto d’arrivo e compimento.

Il Rito infatti segue il ciclo della luce: si nutre di essa dalla sua genesi al suo calare. Nutrendosi di quella stessa luce circolare dall'alba al tramonto, tra cielo e terra, il Rito diventa rapporto con la luce universale, per elevarsi con la purezza di un bambino che guarda meravigliato verso l’alto.

La Piramide, alta trenta metri, è orientata a nord-ovest e spaccata da una fessura da cui entra il sole al tramonto. La sua corazza è realizzata in acciaio corten, un materiale che con il tempo si ossida fino ad assumere lo stesso colore ferroso della terra da cui sembra nascere. Ma è al calare del sole, quando il metallo si raffredda, che l’opera di Mauro Staccioli comincia a “parlare”.

Crepitii ed echi prodotti dalle giunture che si raffreddano, assomigliano a parole rivolte ai visitatori.

Durante il Solstizio d’estate, il giorno in cui la luce predomina sulle ore di buio, la Piramide potrà essere visitata. Una spirale al suo interno, realizzata con le pietre imponenti trovate durante i lavori di scavo,  rafforza la missione della Piramide: “restituire Bellezza” per “essere semina universale”.

Un appassionato canto d’amore della Terra per il Cielo, una tensione che vibra sin dalla radice. Non sono casuali neanche le coordinate geografiche del luogo. Collocata proprio sul 38° parallelo, la Piramide bilancia universalmente due opposti: da una parte la Corea, luogo di sofferenza e divisione, dall’altra  la Sicilia che diventa così un luogo di unità e di pace.

 “Solo Artisti e Bambini vivono quest’intuizione e sanno meravigliarsi, ed è per questo che anche quest’anno”, spiega Antonio Presti, “verranno coinvolti poeti, musicisti, danzatori e tutte le Muse assieme agli studenti e agli artisti del territorio per celebrare il trionfo della Bellezza con uno sguardo puro”.

In occasione del Rito della Luce sarà possibile anche visitare la mostra fotografica “Luce e Segni” del giornalista e condirettore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi che rimarrà aperta sino al 14 settembre. Quaranta scatti che ripercorrono il viaggio del visitatore attraverso le stanze del museo-albergo “Atelier sul Mare” realizzato dal mecenate siciliano Antonio Presti a Castel di Tusa, in via Cesare Battisti 4. Un percorso tra le venti camere progettate e create da diversi artisti internazionali col risultato di capolavori unici.

Quest’anno Il “Mandala”, che apparirà ai piedi della Piramide, sarà firmato dall’artista Milo Filoramo con la collaborazione di Eugenia Rossello. Di antichissime origini e presente in diverse culture, il “Mandala” rappresenta un disegno simbolico universale. Per la quinta edizione del Rito della Luce si ispirerà alla “Luce rigenerata”. Un’opera che verrà condivisa con il pubblico presente. Chi vorrà, infatti, potrà completare l’installazione inserendo all’interno dell’immagine ciotole d’acqua e candele accese.
 

PROGRAMMA

SABATO 21 GIUGNO 2014
Dalle 10 alle 14 - Apertura della Piramide 38° Parallelo di Mauro Staccioli, C.da Belvedere a Motta d’Affermo (Me)
Alle 12 - Visita guidata alle camere d’Arte dell’albergo-museo“Atelier sul Mare” di Castel di Tusa (ME)
Alle 18 - Mostra fotografica “Luce e segni” di Giovanni Pepi presso la sala esposizione dell’albergo-museo “Atelier sul Mare”

DOMENICA 22 GIUGNO 2014
Dalle 4 alle 8 e dalle 15.30 alle 21 - Dall’alba al tramonto – Rito della luce alla Piramide 38° parallelo, di Mauro Staccioli (C.da Belvedere a Motta d’Affermo, in provincia di Messina). Il sorgere del sole e il suo tramonto verranno accompagnati da letture di poesie, danza, musica e performance. 

Si invitano i visitatori che parteciperanno al “Rito della Luce” ad indossare preferibilmente abiti bianchi e rispettare il silenzio.

 

L’intervista

Antonio Presti: “Ecco il mio dono alla Sicilia, un Rito della Luce per le nuove generazioni che nutra il loro futuro di bellezza e conoscenza”

 

Per il quinto anno dalla nascita della scultura di Mauro Staccioli, si rinnova il Rito della Luce. Il 21 e 22 giugno riapre la Piramide nel giorno più lungo dell’anno, quando il sole è allo zenit. Quali motivi la spingono a confermare questo impegno?

“Penso che mai come in questo momento il mondo abbia bisogno dell’energia che scaturisce da una ritualità pura e partecipata. Il mondo ha bisogno di un futuro che si nutra di Bellezza e conoscenza, di una luce rigeneratrice. In un momento in cui la società ha smarrito ogni senso di dignità e Bellezza, sono sempre più convinto della necessità di restituire una ritualità che, nella sua semplicità, sia capace di parlare non solo ad artisti e intellettuali ma anche al cuore della gente. Ho scelto il giorno più lungo dell’anno, quello in cui la luce vince le tenebre, per sottolineare il senso della ritualità che è emozione ma è anche ragione, utopia che diventa realtà. I riti legati al culto del sole - che a livello microcosmico, riproducono la struttura dell’intero universo - sono stati praticati da sempre dalle popolazioni, di qualsiasi latitudine, in momenti di grave crisi o grandi carestie, in cui si avvertisse il bisogno di rigenerare il mondo, avviando un processo di nuova creazione.Spero che chi verrà alla Piramide possa trarre la forza per una rinascita interiore”.

Dall’alba al tramonto, perché?

 Quest’anno, nel giorno del Solstizio d’estate vedremo sorgere e tramontare il sole dallo stesso punto. Il Rito seguirà il ciclo della luce: si nutrirà di essa dalla sua genesi al suo calare. Ci colmeremo di luminosità inspirando profondamente l’alba e restituiremo al tramonto quel lungo respiro luminoso. In questa restituzione d’anima e luce, offriremo al Cosmo una rigenerazione attraverso noi stessi. Il Rito sarà quest’anno sigillo del divenire: stesso punto di partenza, stesso punto d’arrivo e compimento. Nutrendosi di quella luce circolare dall'alba al tramonto, tra cielo e terra, il Rito diventa rapporto con la luce universale, per elevarsi con la purezza di un bambino che guarda meravigliato verso l’alto.

Come è nata l’idea di realizzare una Piramide in quel luogo?

“Per me è stato importante affrontare l’interazione con il luogo e il paesaggio non solo dal punto di vista estetico, ma anche simbolico. Così è nata l’idea di realizzare una Piramide in questo luogo magico che avevo scoperto vent’anni fa. Inizialmente avevo scelto quest’altura per realizzare un tempio di poesia, un tempio di colonne. Poi a causa dei tanti processi giudiziari, subiti per la Fiumara, mi sono dovuto fermare. Poi la svolta. L’accadimento universale ha voluto che lì non sorgesse più il tempio di poesia, ma la Piramide che è tempio legato a un archetipo universale. Ho voluto affidare alla nuova opera un pensiero di rinascita e di sacralità, affermando il valore etico ed estetico dell’opera d’arte e l’impegno che l’arte e gli artisti si assumono rispetto alla società”.

Cosa racconta la “Piramide - 38° Parallelo” all’uomo contemporaneo?

“La Piramide non è autoreferenziale rispetto al potere temporale, ma vuole affermare il potere della spiritualità. Con l’artista Mauro Staccioli abbiamo concepito una piramide che è emergente. E qui il termine emergenza ha un doppio valore simbolico. Emergenza in quanto necessità di restituire bellezza, ed emergenza come metafora del nascere. Così la Piramide, in quanto cima di una cima, si eleva dalla montagna. È in ferro perché figlia delle pietre ferrose di cui si nutre e ammonisce il potere che si è dato come livello la mediocrità. Un potere che non progetta più futuro. Infine è autorevole perché parla agli uomini contemporanei, risvegliando le coscienze implose in stati emozionali.”

Durante il Rito della Luce la poesia, la musica, il canto, la danza concorrono alla rigenerazione attraverso l’emozione e la spiritualità…

“Vogliono farci intendere che il rito della contemporaneità è essere schiavi e sottomessi alla dittatura del consumismo, figli di una globalizzazione che trova nel ‘nulla che si nutre di niente’ il suo nutrimento. È ovvio che parlare di memoria, di spiritualità, di emozioni può sembrare quasi sovversivo. Qui non c’è da comprare o da vendere nulla. L’unica offerta è alzare gli occhi verso il cielo. Noi non siamo pecore che a testa bassa mangiano quello che trovano. Siamo uomini e donne che a testa alta cercano di riconnettersi agli stati universali per essere protagonisti del loro futuro. Questa è la potenza del Rito che, attraverso la poesia e l’azione che attiva gli stati emozionali più profondi, indica una strada diversa di riscatto e di speranza. Questo è il messaggio che voglio dare ai giovani attraverso il Rito. L’arte diventa politica ed è la politica della Bellezza che io intendo portare avanti”.

L’essenza stessa del rito è l’essere perpetuato, lei come pensa di consegnarlo e garantirlo per il futuro?

“Questo argomento è stato, per me, un’occasione di grande riflessione. L’aspirazione è donarlo alle nuove generazioni.  Legarlo sempre ad una praxis di azione che trova nei ragazzi e nelle scuole il campo della semina. Se penso al Rito nel futuro immagino le nuove generazioni che scelgono la cultura e il pensiero come nutrimento. Penso a intere generazioni di giovani del territorio che, cresciuti ed educati alla Bellezza, facciano del Rito della Luce un’esperienza che si rinnova ogni anno della loro vita e di quella dei loro figli. Un dono pienamente compiuto che diventa proprietà etica, spirituale ed emozionale di tutte le generazioni future. Un Rito non può essere riconosciuto se la sua anima non è la semina.”

E’ di questi  giorni la notizia della firma di un protocollo d’intesa tra la sua Fondazione, la Provincia regionale di Messina e il Comune di Santo Stefano di Camastra per la creazione di una Accademia. E’ questa la creatura che ha scelto per donare la sua storia e per garantirne l’esistenza e la resistenza ?

“Da tanto tempo è maturata in me la consapevolezza che l’unico modo di garantire la continuità era quella di legarla all’educazione delle nuove generazioni. Due sono i pericoli che la mia storia corre: l’istituzionalizzazione delle opere che allontanerebbe  il contatto diretto e imprescindibile con la contemporaneità e l’oblio. Alla storia contrastata della nascita delle opere della Fiumara d’Arte potrebbe seguire la loro distruzione a causa di una mancata manutenzione ordinaria, conservazione e fruizione nel tempo. L’accademia sarà chiamata ad assolvere a questo importante compito: educare alla conoscenza, alla conservazione e al restauro della Fiumara d’Arte e, attraverso il riconoscimento dell’opera nel rispetto della materia, perpetuare e conservare anche il valore simbolico, etico ed estetico del mio progetto.L’accademia sarà presidio ma nello stesso tempo avamposto di bellezza per il territorio, fucina di idee, ma anche polo di eccellenza che darà centralità culturale a un luogo che negli ultimi anni ha patito una marginalità non solo politica ed economica, ma anche etica ed estetica”.