Il Pantocratore all'Amministrazione: aiutati che t'aiuto.

Ritratto di Angelo Sciortino

9 Novembre 2012, 13:45 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Se non si farà, perché non si farà? Parlo del tentativo di sfruttare il Decreto Legge, che ieri ho riportato in allegato nel mio intervento (https://www.qualecefalu.it/node/1178) e che dà una ulteriore possibilità ai comuni sull'orlo del dissesto di salvarsi e di salvare i cittadini.

So che la lettura del Decreto, più che il mio commento, hanno fatto riflettere l'Amministrazione e non pochi Consiglieri. Non so che cosa ne hanno tratto, ma sicuramente avranno un serio argomento da dibattere, dopo essersi impantanati in ragionieristici rattoppi a bilanci lisi come seta ormai decennale, che si sfalda al semplice contatto della mano delicata di una giovinetta. Proprio come i bilanci del Comune, che non possono essere letti senza che i nostri occhi vengano bagnati da lacrime o, se qualcuno è cinico, senza scoppiare in una sonora risata. Figuriamoci con quale animo sono letti dai Giudici della Corte dei Conti!

Parafrasando Manzoni, questo “piano di rientro” previsto dal Decreto, s'ha da fare. Non farlo equivarrebbe a sicura decisione di dissesto. I tempi a disposizione non sono lunghi, ma possiamo farcela: basta soltanto volerlo e non lasciare spazio agli ottusocrati, ma combatterli in nome della legge e della logica. In quest'ultima, tra l'altro sono proprio disarmati e per questa ragione non dovrebbe essere difficile vincere. A condizione, però, che chi sarà costretto a scontrarsi con loro abbia le armi, che a loro mancano: la logica e il coraggio.

Ecco una grande occasione per il Sindaco e i Consiglieri di dimostrare quanto valgono. Non è più il momento d'infiorare il deserto né quello di rendere opaca la visione della loro azione e neppure quello di autoincensarsi. E' tempo di preparare velocemente un piano di rientro credibile e guadagnare così il tempo – e forse l'aiuto del piano di rotazione previsto dal Decreto – per rendere il bilancio degno di quei Fiorentini, che inventarono la partita doppia e ne fecero lo strumento della loro contabilità. Chi non ricorda i mercanti di Firenze sparsi in tutta Europa, per prendervi e per portarvi, nel contempo, ricchezza?

La stessa cosa potrebbe accadere finalmente a Cefalù, con la differenza che i suoi mercanti non dovrebbero andare in giro per l'Europa come i mercanti fiorentini del '500, perché la ricchezza gliela porterebbero fin sull'uscio di casa i turisti. Ma se il dissesto finanziario del Comune impedisse le iniziative indispensabili per rendere appetibile Cefalù, saremmo destinati a un ulteriore impoverimento; saremmo dei falliti, economicamente, culturalmente e persino moralmente. Ecco perché il piano di rientro credibile s'ha da fare.

Certo, per cinque anni l'Amministrazione sarebbe controllata quotidianamente; i suoi capi servizio, ripagati profumatamente per l'incarico, dovrebbero assumersi la responsabilità dei loro atti, sottoscrivendoli; i debitori dovrebbero pagare i loro debiti verso il Comune; il Sindaco non potrebbe decidere strategie costose, che non fossero controfirmate dai funzionari competenti. Questo e tanto altro ancora è previsto nel Decreto. Soltanto se queste cose appena accennate non saranno fatte proprie dal Consiglio e dall'Amministrazione, allora quel che s'ha da fare non si farà e noi finiremmo nell'inferno del dissesto.

Ci riflettano il Sindaco, gli Assessori e i Consiglieri.