Leggere le ordinanze dei Giudici è dietrologia?

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Novembre 2012, 18:13 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Se alla lettura di un'”Ordinanza di istruzione per deliberare”, emessa dai Giudici della Corte dei Conti, dico che essa non ha concesso tempo, ma ha preso tempo - come sa bene ogni studente di giurisprudenza mediamente studioso - per istruire la conclusione del processo e non per concedere un ulteriore termine di difesa al destinatario della sentenza, non togliendo però la possibilità allo stesso di aggiungere durante questa fase ulteriori documenti in suo favore; se a tutto ciò aggiungo che tale possibilità di aggiungere documenti non implica ulteriori udienze, ma che tali documenti devono giungere “esclusivamente per posta telematica certificata”, allora vengo indicato come un uomo che fa dietrologia.

Se questa è dietrologia, allora non ci rimane che tacere sulla politica, sull'amministrazione dei comuni, su ogni scelta che riguarda la nostra vita. Non credo, però, che si tratti di dietrologia. Né si tratta, tanto meno, di critica prevenuta: si tratta semplicemente di un corretta lettura dei documenti, che vale fino a quando qualcuno non dimostrerà che essi sono scritti in una lingua diversa dall'italiano.

Ma infine, che cosa cambia se ordinanza di istruzione viene letta come una concessione di tempo oppure come una presa di tempo? Nulla! Fra venti giorni la Corte delibererà e allora si saprà il significato vero della sua Ordinanza, che oggi non può dare all'Amministrazione il diritto di dire “è andata bene” né a me quello di dire “è andata male”.

Io posso avere, come tanti cittadini, preoccupazioni per il futuro e il timore che fino al salto nel buio qualcuno spinga dicendo: va tutto bene, madame la Marquise!

Voglio poter dire: attenzione!