Emergenza, drammaticità e urgenza.

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Novembre 2012, 12:57 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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La posizione assunta dagli albergatori di Cefalù e la presa di posizione del Sindaco, mi hanno ricordato lo scontro titanico avutosi negli ultimi due giorni a Bruxelles tra i duri e puri, capitanati dalla massaia tedesca e gli altri, capitanati da Monti e da Hollande.

La prima, la massaia tedesca, parla di rigore, ma ha in mente soltanto il suo elettorato ed è poco preoccupata per i tanti giovani europei senza lavoro e per la stasi produttiva delle economie nazionali; i secondi, il nostro Monti e Hollande, non rifiutano il rigore, ma chiedono che la Merkel non imponga più il proprio punto di vista, ben descritto dal New York Times: “Da almeno un anno la cancelliera tedesca Merkel spinge in modo distruttivo i partner a una politica che prolunga la recessione, perché i tetti rigidi ai deficit negano ai paesi quella flessibilità fiscale che, in certe fasi, è necessaria a rilanciare la crescita”. Non accettando la Merkel questo punto di vista, che Einaudi fece proprio nel '46, quando l'Italia godette infine del cosiddetto “Boom economico”, gli accordi sono saltati.

Sono saltati perché Monti – ma anche Hollande – si è reso conto che ormai, dato quel poco d'ordine necessario ai conti per evitare il fallimento dell'Italia, occorre garantire lavoro ai giovani e una meno onerosa imposizione fiscale alle imprese, le piccole e medie soprattutto. A quelle imprese che sole hanno determinato il Boom postbellico e che sole possono ridare fiato alla produzione.

Certo, Monti deve fare i conti anche con un'altra massaia, questa volta non tedesca, ma italiana, più esattamente piemontese, la sindacalista Camusso. Le sue posizioni sono agli antipodi rispetto a quelle della Merkel, ma non per questo sono giuste e corrette: che prevalga quella o questa, la nostra economia sarebbe destinata a soccombere.

Le due posizioni somigliano tanto a quella cefalutana, con gli albergatori nelle vesti della massaia piemontese e il Sindaco nelle vesti della massaia tedesca. Manca, purtroppo, un Monti o un Hollande cefalutano. Entrambe le massaie cefalutane non sembrano disposti a riconoscere che tre sostantivi descrivono la situazione presente: la drammaticità, l'urgenza e l'emergenza. La serrata non risolve nessuna delle tre situazioni descritte, ma non le risolve neppure lo scaricabarili del Sindaco, che ritiene destinatario della serrata il Governo. Il Governo lo sarebbe, se fosse responsabile anche di una sola delle situazioni, mentre responsabili lo sono tutte le Amministrazioni locali susseguitesi negli anni in tutta Italia e in particolare quelle precedenti di Cefalù. E insieme a queste, sono altrettanto responsabili gli albergatori, che, considerandosi veri imprenditori, negli anni passati hanno dato troppo credito – e persino sostegno – alle amministrazioni, che tanta drammaticità, emergenza e urgenza hanno imposto al Paese.

Precisato questo, non si può sottacere che anche la presente Amministrazione ha le sue responsabilità. A sei mesi dal suo insediamento, soltanto ad avere molta fantasia può dirsi di conoscere la sua visione strategica. Cefalù città turistica o sede di insediamenti commerciali? Ha un paesaggio da tutelare o persino le sue aree agricole devono essere cementificate? Ha un PRG o un disegno macchiato di varianti?

Personalmente non so rispondere, ma non credo che la serrata degli albergatori sia una risposta o una critica costruttiva. Essa lascerà le cose come sono e il Paese scivolerà sempre più sulla china della drammaticità, dell'urgenza e dell'emergenza, che riguardano anche la situazione finanziaria del Comune, finora affrontata più con placebo che con cure vere.