Un'overdose d'agitazione

Ritratto di Angelo Sciortino

1 Aprile 2015, 20:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Sono preoccupatissimo e non trovo nessuno con il quale condividere la mia preoccupazione. Inerme, mi tocca assistere a una vera e propria overdose di agitazione, che si vorrebbe far passare per azione consapevole. Alludo all'agitazione in difesa del punto nascite.

Lasciando da parte la preoccupazione, che riguarda l'intero ospedale, per l'ennesima volta voglio fermarmi alla sola questione del centro nascite.

La sua chiusura fu decretata già nel 2012. Al relativo decreto di chiusura fu opposto ricorso al TAR, che, prima ancora di entrare nel merito, concesse una sospensiva. La sua successiva decisione fu approfonditamente motivata, ma il CGA, al quale si era rivolta la Regione, emise un'ordinanza poveramente motivata, se si esclude l'argomento che era preferibile conservare il centro nascite a Termini Imerese, perché il suo ospedale era pubblico e perché non era pubblico quello di Cefalù.

A tutt'oggi nessun Sindaco di questo nostro Paesino si è battuto per superare questa differenza, che è soltanto figlia di una mistificazione burocratica, perpetuata dall'attuale Assessore regionale, che a un suo atto amministrativo ha preferito la stipulazione notarile per creare la nuova fondazione. Una fondazione, della quale fanno parte soltanto Enti pubblici, per cui risulta quantomeno assurdo considerare il nostro ospedale come ospedale privato.

Tale sua natura lo rende debole di fronte ad altre pretese, come potrebbe considerarsi quella di Termini Imerese e come ha dimostrato la decisione del CGA. Alla politica, però, non importa nulla di tale incongruenza, perché così può permettersi di evitare di assumere personale medico e paramedico soltanto con concorso, come prevede la legge, e non per chiamata diretta.

Piace, forse, anche ai sindacati, che evitano così agli attuali dipendenti di mettere in forse il loro posto di lavoro, per sottoporsi anch'essi a un concorso.

Perché accade tutto ciò? Forse per garantire l'esercizio della politica clientelare, che proprio nella sanità regionale ha dato non pochi esempi, che a loro volta hanno avuto un costo esorbitante. Un costo, però, che non è servito a garantire ai cittadini il diritto alla salute. Anzi, ha finito con il costringere a dover correre ai risparmi, privando ancor più i cittadini di un loro diritto, come sta accadendo a Cefalù con il suo pericolante centro nascite.

A fronte di simile demenziale situazione c'è in corso una lotta quasi disperata per ottenere una deroga, che faccia sopravvivere il centro nascite. Da una parte si parla con l'Assessore regionale, si stila un documento e lo si sottopone per la firma al comitato di gestione dell'ospedale, lo si deposita presso il comitato regionale, nella speranza che giunga al Ministero e che convinca il Ministro a concedere la deroga. Dall'altra si presenta un ricorso al TAR, nella speranza di ottenere almeno una sospensione degli effetti del decreto di chiusura.

Personalmente queste agitazioni non mi convincono. Lo dico ora, correndo il rischio di essere smentito e quasi sperando in questa smentita, perché in gioco c'è molto di più che il mio stupido orgoglio di poter dire che avevo previsto giusto. Nonostante questo rischio, lo dico, perché spero che coloro che si agitano riflettano un poco. Essi non sono tutti i cittadini e così facendo si sostituiscono a loro, impedendo una diretta partecipazione a difesa dei loro diritti, se non una sfilata e la somministrazione di proclami e la narrazione – qualche volta di parte – di quel che si è fatto, trattando proprio con coloro che sono i responsabili di questa preoccupante situazione.

Commenti

Condivido la preoccupazione.  Spero anch'io di non dover dire """l'avevo detto""".

CONVIENE ai  politici considerare privato l'ospedale: così si assume il personale senza concarso pubblico. La chiamata diretta specie per il personale non sanitario è diventata costume. Credo che poco importa se ciò compromette il punto nascite.

SE LA POLITICA NON ESCE DALLA  ZONA NEBULOSA DEL """non detto""" AVREMO MOLTO ANCORA DI CHE PREOCCUPARSI!