Dalle "Mille e una notte"

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Aprile 2015, 15:36 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Dalle Mille e una notte: un uomo, condannato a morte dal califfo e rinchiuso nella cella, nell'attesa dell'esecuzione, fissata da lì a un mese, saputo che il califfo è molto affezionato al suo cavallo, chiede al carceriere di far sapere al califfo che egli è in grado di far parlare il cavallo e chiede di essere ricevuto.

Il carceriere, abituato a vedere sempre il “bicchiere mezzo vuoto”, ride in faccia al condannato e si dice non disposto a trasmettere l'ambasciata. Alla fine, però, di fronte alla minaccia che egli avrebbe urlato dal patibolo la sua verità allo stesso califfo, si decide e trasmette personalmente il messaggio.

Informato, il califfo decide di ricevere il condannato, che gli conferma la sua capacità di far parlare il cavallo, chiedendo un anno di tempo, necessario per compiere quanto promesso.

Il califfo sospende a questo punto l'esecuzione per un anno e ordina che il condannato sia portato di nuovo in cella, dove rimarrà in attesa che l'evento si verifichi o che sia eseguita, in caso contrario, la pena di morte.

Durante il tragitto verso la cella, il carceriere dal bicchiere mezzo vuoto gli dice: “Perché sei contento? Lo sai che hai promesso di fare ciò che non è in tuo potere!”

Il condannato dal bicchiere mezzo pieno così gli risponde: “Intanto ho guadagnato un anno di vita. E guarda quante cose possono accadere in questo anno: 1) muore il cavallo e il califfo dovrà liberarmi, perché è stato il cavallo a sottrarsi alla mia magia; 2) muore il califfo e gliene succede un altro più buono, che mi grazia e mi libera; 3)...eppoi, chi ti dice che il cavallo non parlerà?”

Ecco il paradosso di chi vede il bicchiere mezzo pieno rispetto al freddo e obiettivo raziocinio di chi lo vede mezzo vuoto.