Discorso in occasione del 70° anniversario della Liberazione

Ritratto di Rosario Lapunzina

27 Aprile 2015, 09:45 - Rosario Lapunzina   [suoi interventi e commenti]

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Discorso del Sindaco di Cefalù in occasione del 70° anniversario della Liberazione

 

Illustri Autorità Presenti,
Gentili rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’Arma,
Care cittadine e cari cittadini

celebrare il 70° anniversario della Liberazione dal Nazifascismo significa ribadire il valore storico, politico e civile di una data che, nel nome della Libertà, segnò per l’Italia l’avvio di un’epoca nuova.
Il 25 aprile del 1945 l’Italia, uscita devastata dal ventennio di dittatura fascista e da una guerra atroce, poté volgere finalmente lo sguardo all’orizzonte della democrazia e della pace, nella più ampia comunità europea avviandosi a un percorso di ricomposizione dell’Unità nazionale che ancora oggi, a 70 anni di distanza, costituisce un insegnamento prezioso e un fondamento irrinunciabile della nostra Repubblica.
Come ebbe a dire il Presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano: "Il ricordo è la più alta forma di giustizia". La data odierna, infatti, non rappresenta soltanto la mera celebrazione di fatti storici, seppur molto importanti, la festa della Liberazione è, soprattutto, la festa della Libertà, della Democrazia e della riaffermazione dell’Unità Nazionale.

Il Convegno “La memoria del Presente – ricordando il 25° aprile 1945”, organizzato dalla Fondazione Mandralisca e dal M.A.S.C.I. e Patrocinato dal Comune di Cefalù, rappresenta un alto momento di ricostruzione dei fatti storici e di confronto democratico sulla scorta degli alti ideali che costituiscono il lascito più vero ed autentico della Resistenza.

Riteniamo che la democrazia funzioni con il confronto di opinioni, con la pazienza, la tenacia, la mediazione, la faticosa intesa, la critica (anche aspra ma rispettosa delle persone e della verità dei fatti), con il rispetto delle regole e soprattutto delle persone, con il riconoscimento intellettualmente onesto del lavoro svolto, nel bene e nel male, da chi si occupa della cosa pubblica.

Per questo, essere qui oggi non è un rito ormai logoro e fuori dal tempo; al contrario, rappresenta il giusto ricordo delle nostre radici e diviene testimonianza personale e momento di ascolto e di riflessione.

In un periodo di crisi che deriva non soltanto dalle difficoltà di un’economia che non riesce a risollevarsi, e dallo smarrimento dei valori e degli ideali portanti del nostro sistema sociale, avvertiamo, più che mai, il bisogno di ritrovare quel filo conduttore che, dalle gesta del Risorgimento alla lotta per la Resistenza, condusse alla rinascita della Nazione, sospinta in primo luogo dalla responsabilità e dalla consapevolezza del suo stesso popolo. Quegli stessi punti di riferimento, oggi, possono aiutarci a contenere e contrastare l’acuirsi delle incertezze individuali e collettive, la crescente e diffusa sfiducia verso le istituzioni, la deriva demagogica di sentimenti e pensieri populisti.

Siamo convinti che il male peggiore della società contemporanea sia l’egoismo indifferente. E' vero che la situazione economica è difficile per tutti e, per molti, perfino drammatica, ma la crisi odierna intacca anche l'etica e la morale.
Nel, ringraziare il Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Mandralisca” nella persona del presidente, dott. Franco Nicastro, il MASCI di Cefalù, nella persona del Magister, Geom. Salvatore Muffoletto, i ragazzi dell'AGESCI, che con impegno e dedizione, con un lavoro durato circa 2 mesi, hanno realizzato la struttura che sorregge il pennone su cui è stata issata la bandiera, gli illustri e qualificati relatori e tutti i presenti, ritengo che, proprio in questo momento storico, ognuno di noi debba fare proprio l’appello lanciato da Papa Francesco a non lasciarci rubare la speranza in un futuro migliore, fondato sul senso del dovere e sugli esempi dei nostri padri.
Vi ringrazio

Cefalù, 25 aprile 2015