Un grazie da un uomo senza fede

Ritratto di Angelo Sciortino

12 Febbraio 2013, 12:45 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Io, laico agnostico, voglio ringraziare questo Papa dimissionario, perché mi ha dato ben due gioie: ha costretto questo mondo distratto a considerare la sua teologia una teologia laica e gli errori della Chiesa non più un peccato da nascondere nei confessionali e nei vescovadi, ma veri e propri crimini da sottoporre al giudizio della legge terrena, com'è accaduto nel caso delle pedofilia; ha inoltre usato, per il suo messaggio, il latino, che gli ha permesso di dire con ingravescente aetate ciò che noi difficilmente e comunque non compiutamente potremmo rendere in italiano.

Certamente la sua decisione è giunta come un fulmine a ciel sereno, per usare la frase del cardinale Sodano, e ha scosso non soltanto i cattolici, ma anche i seguaci delle altre religioni, con le quali tentò in tutti i modi di allacciare un dialogo, che rendesse meno guerriero lo scontro fra le religioni, che agli occhi del Papa dimissionario avevano la precipua funzione di rendere gli uomini più morali e più tolleranti.

Non so se è stato soltanto un buon Papa o un ottimo Papa, certamente è stato un Papa migliore dei suoi predecessori e di quello che gli è stato immediatamente precedente. Né posso fare dietrologia, come si comincia a farne in Italia, patria di questo esercizio, divenuto ormai uno sport nazionale tanto quanto il calcio. Non m'importa sapere se ci sono state, come causa delle motivazioni, le faide interne alla Chiesa o gli scandali finanziari (purtroppo numerosi) o l'impossibilità di evitarli o di punirli: per me conta soltanto che, quando ha sentito la sua incapacità di controllare e governare la sua Chiesa, per l'ingravescente aetate, si è dimesso, come consigliavano e facevano gli stoici, quando ritenevano se stessi ormai impotenti a servire l'umanità.

Una decisione interiore, quindi, le cui motivazioni vere non possiamo né dobbiamo, forse, conoscere. Una decisione che possiamo soltanto rispettare in silenzio, sperando soltanto di trarre da essa lo stimolo a essere meno sicuri di essere unici depositari di verità e in nome di tale sciocca sicurezza trinciare giudizi su altri, sorretti soltanto dalla sicumera dell'ignorante.

Quindi, soltanto grazie!