Sull'asfalto i segni per un intervento urgente del Comune

Ritratto di Saro Di Paola

16 Settembre 2015, 18:39 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nei primi giorni dello scorso febbraio, sull’asfalto del round about alla fine del lungomare, una consistente quantità di terra è scivolata giù dalla scarpata lato monte.

    

Dopo aver fatto rimuovere la terra, il Comune ha ingiunto al proprietario del terreno a monte di ristabilizzare la scarpata.
Per metterla in sicurezza.
Al fine di evitare pericoli per la pubblica incolumità.

Con l’ingiunzione, il Comune ha, di fatto, scaricato tutte le responsabilità sul privato.
Quasi che, nel tempo, fosse stato il privato a tagliare la scarpata naturale, che, ripida, scendeva sino alla battigia.
Con la realizzazione del lungomare, prima, e della condotta fognaria, che corre lungo la testa del muro di sottoscarpa del lungomare medesimo, dopo.

Il proprietario si è rivolto ad un geologo-geotecnico, che, per conoscere le caratteristiche geomorfologiche della scarpata e, quindi, per suggerire le modalità dell’intervento di messa in sicurezza, ha fatto tagliare la macchia mediterranea, che lussureggiava su tutta la scarpata.
Nella prima metà dello scorso mese di maggio.

Siamo a metà settembre e sono bastate le prime piogge autunnali per lasciare il segno sull’asfalto.

    

Basta alzare lo sguardo ed è facile intuire che l’azione dilavante delle acque piovane sulla scarpata, non più protetta dalla macchia mediterranea, lascerà altri segni sull’asfalto.

Ben presto.
E saranno segni molto più consistenti di quelli attuali.

Chi dovrà intervenire per evitarli?
Il Comune o il privato?
Secondo me, il Comune, che, nel tempo, ha tagliato quella scarpata, comprometttendone la stabilità.
Per realizzare due opere pubbliche.
Il lungomare, prima, e la condotta fognaria, dopo.
Come ho, già, scritto.

Come si dovrà intervenire per evitarli?
Un fatto è certo: la ripidità e lo strapiombo della scarpata, l’altezza, rispetto al piano stradale, e la quantità della terra, che dovrà essere rimossa, non rendono agevole l’intervento a farsi.
Con tutta probabilità, prima di intervenire in maniera risolutiva, con il fissaggio, sulla scarpata, di una adeguata rete di protezione, sarebbe opportuno aspettare, che, con le prossime piogge, le parti più compromesse della scarpata vengano giù.

Nell’attesa, però, urge l’intervento del Comune.
Per transennare l’area sottostante.
In modo da impedirne l’accessibilità ad autoveicoli e pedoni.
Con una transennatura, però, che non può essere come quella attuale.

     

Nelle more di tutto, non ci resta che sperare.
In particolare che la terra della scarpata, scivolando, non trascini giù, anche, la condotta fognaria.
La canala in pietra dentro la quale corre, lungo la testa del muro, “ad occhio” non pare, proprio, che sprizzi di salute.

    

Saro Di Paola, 16 settembre 2015