L'infingardaggine delle Istituzioni

Ritratto di Angelo Sciortino

30 Settembre 2015, 16:09 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Un extracomunitario rompe una bottiglia e assale un altro extracomunitario; due extracomunitari litigano sul Lungomare e il giorno dopo uno dei due viene lasciato esanime su un marciapiedi di una via centrale: è lecito chiedersi se questa è legge della giungla o vera e propria mafia?

Sì, mafia, perché al di fuori delle leggi dello Stato essi hanno fatto valere una loro legge tribale, come per più di un secolo ha fatto la mafia. In questo caso non possiamo parlare d'infiltrazioni mafiose, ma d'infingardaggine delle Istituzioni locali.

A scanso d'equivoci da parte di qualche campione di querele, preciso che infingardaggine significa poltroneria, cioè scarsa solerzia nel provvedere ai propri doveri. Esattamente come sta accadendo ormai da qualche anno sulla questione degli abusivi sul Lungomare, che sembrano come la mitica araba fenice, che risorgeva sulle sue ceneri, come essi risorgono dopo ogni sequestro.

L'ultimo episodio li ha visti armati di bastone, ma non possiamo escludere che presto essi possano essere armati di coltello o, perché no, di machete. Eppure, il solerte comunicatore a capo della Istituzione comunale tace, come se la faccenda non lo riguardasse. Sebbene non sia stato mai parco di proclami per faccende irrisorie!

Come sarebbe necessario che per la sicurezza di oggi e di domani fosse diramata un'ordinanza di divieto di qualsivoglia esposizione di merci da parte di chiunque sul Lungomare! Su quei marciapiedi, che sono l'unica valvola di sfogo per quei bambini, che possono scorrazzarvi con le loro piccole biciclette e con i loro tricicli! Con queste presenze, invece, essi devono mostrarsi esperti di slalom fra le cianfrusaglie esposte e i loro genitori devono essere esperti in arti marziali, per difendere loro e se stessi dai rimproveri degli “esercenti”, che protestano per il disturbo, come se quel marciapiedi fosse cosa loro e non cosa dei cittadini.

Perché non si dica che la contestazione d'infingardaggine riguarda soltanto la questione del Lungomare, richiamo l'attenzione dei lettori sulle tante concessioni di suolo pubblico nelle strette vie del Centro Storico, che spesso, in barba alle norme del Codice della Strada, non lasciano libero spazio sufficiente per le automobili e per i pedoni. Per non parlare di quelle strade, sulle quali si affacciano il Museo Mandralisca o chiese di pregio artistico. Ma si sa: l'infingardo o poltrone che sia è sempre pigro di fronte ai propri doveri e alacre, invece, di fronte a tutte le occasioni goderecce o nelle quali può mettersi in mostra, come nelle sagre, le feste e persino le processioni. Tutte cose in cui non occorre sforzo di pensiero edificante.