“In nome del Popolo Italiano…….. : ASSOLTO"!

Ritratto di Saro Di Paola

28 Febbraio 2013, 16:42 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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La notte del 24 ottobre del 2009, a Cefalù, era piovuto.
Copiosamente e sino alle prime luci dell’alba.
Ed io mi ero svegliato con un cruccio.
Quello di andare in fondo al lungomare per accertarmi se, ancora una volta, dopo una pioggia abbondante, il ruscello di Santa Lucia recapitasse nafta a mare.
Era di sabato.
Il primo, e l’ultimo, nel quale, quell’anno, il mercato settimanale venne spostato nel tratto terminale del lungomare.
Quello tra la villa Cerniglia e la prima delle due piazzuole che, alla fine del lungomare, fungono da round about.

Quella mattina, già prima che arrivassi al ruscello, avevo cominciato ad annusare puzza di nafta.
Una puzza che, man mano mi avvicinavo a Santa Lucia, diveniva sempre più acre per risultare quasi insopportabile in corrispondenza dell’affaccio sul ruscello.

Troppo vorticoso, però, era il flusso del ruscello che precipitava dalla scarpata perché, nell’acqua, si potesse rilevare quella presenza di nafta che, altre volte,avevo avuto modo di documentare con foto.



 

Per fotografare la nafta sarei dovuto tornare ad acqua calma.
Perciò, me ne tornai.
Sulla via del ritorno, dopo un centinaio di metri, incrociai il Comandante dei vigili urbani, il Sindaco ed un vigile mentre subivano le giuste rimostranze dei “mercatari” ortofrutticoli che, per la più irrazionale delle ordinanze che mai sia stata emessa in materia di dislocazione del mercato settimanale, si erano ritrovati con le postazioni per la vendita relegate lontanissime dai posteggi.
Tra l’hotel Tourist e la prima delle due piazzuole.
Al che, rivoltomi al Comandante, dissi :
“Piuttosto che continuare a perdere tempo per questa assurda ordinanza perché non va ad accertare le cause di questa puzza che c’è nell’aria? Forse che lei non l’avverta?”
Il Comandante non gradì.
Non capì o finse di non capire.
Mi rispose con uno sguardo che tradiva insofferenza per la mia intrusione, quasi a dire :
“Ma chistu chi vuoli?”.

A quel punto, sentitomi mortificato dall’atteggiamento di indifferenza e di sufficienza di chi, per il ruolo istituzionale che ricopriva, avrebbe dovuto degnare della giusta attenzione la questione ambientale da me segnalata, aggiunsi :
“Vedo che la questione a lei non interessa ……. non appena avrò fatto quello che devo fare sarà lei il mio primo bersaglio”.
Parole, queste mie, che, al Comandante, sono suonate come “minaccia”.
Pronunziate da quel noto malavitoso che sono gli hanno messo “paura”.
Gli hanno fatto temere che avrei potuto procuragli danno tanto ingiusto da indurlo ad esporre querela alla Procura della Repubblica che, d’ufficio, ha proceduto contro di me per “minaccia aggravata dalla circostanza che era stata rivolta ad un pubblico ufficiale”.

Invero, per colpire il mio bersaglio, null’altro avevo in animo di fare se non le foto che, quella mattina, non avevo fatto per quella vorticosità del flusso d’acqua che non rendeva evidente la presenza della nafta nell’acqua che finiva a mare.
Foto che mi sarebbero servite per evidenziare il danno ambientale che si consumava a Santa Lucia.
Foto con le quali avrei voluto sollecitare, come poi le ho sollecitate, le autorità preposte ad effettuare i controlli necessari per risalire e porre rimedio alle cause di quell’inquinamento ambientale.



Foto che, l’indomani 25 ottobre del 2009, pubblicai su “DonLappanio” in un post dal titolo : “LA CASCATA DI NAFTA CHE NESSUNO VEDE ED AVVERTE”.
Il bersaglio della mia “minaccia” altro, quindi, non fu se non il signor nessuno.

Ebbene, a seguito della querela del comandante, ho subito un processo penale che si è protratto per sette udienze nell’ultima delle quali,lo scorso 25 febbraio, il Giudice, in nome del Popolo Italiano, ha pronunziato la sentenza di assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.

In tutta la vicenda a colpirmi di più è stata, non già l’ostinazione con la quale il comandante, pur sollecitato dal Giudice, si è rifiutato di rimettere la querela, ma l’ignoranza della più elementare norma di procedura penale per la quale egli ha chiesto la costituzione parte civile a dibattimento iniziato.
Dopo che il Giudice aveva finito di ascoltarlo come parte offesa.

Saro Di Paola, 28 febbraio 2013