Dissesto finanziario, sociale e culturale

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Novembre 2015, 22:55 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Ormai sono prossimo al terzo anno di interventi critici su questa Amministrazione e sul suo Sindaco Rosario Lapunzina. Il tono polemico o critico di questi miei interventi non mi ha reso mai soddisfatto. Ho sperato quasi ogni giorno di scoprire una sua azione condivisibile, ma mi sono sempre ritrovato di fronte, se volevo scrivere, più azioni negative. Per la chiarezza e per la necessaria sintesi non avrei potuto trattarle tutte insieme, per cui era obbligatorio che mi impegnassi a scegliere un argomento e lasciassi ad altri di trattare quelli allontanati dalla mia attenzione.

Così ho fatto in questi anni. Non mi sono limitato alla critica, ma ho sempre proposto soluzioni, come dimostra il caso del dissesto, che si sarebbe evitato, se ci si fosse affidati subito alla legge salva comuni.

Ricordo quei giorni di convulsa agitazione in Consiglio comunale, in cui si chiedeva ai consiglieri di votare i bilanci degli anni precedenti – e quindi della precedente Amministrazione – pur sapendo che essi si presentavano congegnati in maniera poco corretta, come dimostrò la Corte dei Conti nella sua udienza, in cui dichiarò il dissesto del Comune. Inutilmente e in ritardo il Sindaco tentò, in quella occasione, di scongiurare il dissesto, appellandosi alla legge salva comuni, dimenticando però che questa richiesta di adesione avrebbe dovuto farla il Consiglio con una propria deliberazione.

Il Sindaco non si scoraggiò. Convocò gli avvocati e fece presentare un ricorso al TAR, che però non aveva giurisdizione sulla Corte dei Conti. Si finì in Cassazione e poi, per una legge approvata nelle more dal Parlamento, credette di salvare il Comune dal dissesto aderendo al piano di riequilibrio decennale. Il suo fu l'ultimo tentativo. Quando questo si dimostrò inidoneo, ecco la richiesta ai consiglieri di votare il dissesto, che ci ha messi nelle mani di ben tre Commissari.

Non ho raccontato tutto ciò per affermare che esso prova che la mia critica era costruttiva e neppure per polemica con il Sindaco, ritenendo inutile ogni polemica con chi si rifiuta di controbattere nel rispetto delle regole della logica e della verità dei fatti. L'ho raccontato per polemizzare con i consiglieri comunali, che in questa convulsa agitazione non sono stati capaci di negare il loro appoggio alle decisioni dimostratesi poi sbagliate. Negare il loro appoggio fin dai primi giorni avrebbe evitato forse l'ignominiosa caduta di Cefalù. In ogni caso essi avrebbero potuto far meglio gli interessi della Città e dei cittadini, che sono finiti tartassati da tasse in cambio di servizi quasi inesistenti. Soprattutto, però, li si è fatti sprofondare in una sorta di girone infernale, dal quale non sarà facile uscire, perché esso ha distrutto ogni iniziativa economica e sopravvivono soltanto i bar, i ristoranti, le pizzerie e quei pochi B&B, che sono poco regolari e che comunque servono ad alcuni per arrotondare la loro pensione o il loro stipendio statale. Per il resto non appaiono attività edilizie o di altro genere e lo stesso turismo, nonostante la situazione pericolosa di altri Paesi del Mediterraneo, che ha incrementato l'afflusso turistico in Sicilia e un poco anche a Cefalù, è riuscito a dare un ultimo sussulto, permettendo al Sindaco di rispondere a un albergatore che il numero dei turisti, da quando egli è il Sindaco, è aumentato.

Oggi, finalmente, non criticherò il Sindaco, ma tutti quei consiglieri che hanno approvato la sua agitazione e i conseguenti atti deliberativi, che gli hanno permesso di restare Sindaco nonostante i suoi errori amministrativi, che hanno causato l'agonia di Cefalù.

Abbiate il buon senso e l'intelligenza di dimettervi per palese incapacità di difendere i vostri stessi elettori. Che lo facciate o no, non credo comunque che i cittadini, e fra essi i più giovani, potranno mai dimenticare le vostre disastrose decisione, che hanno reso incerto il loro futuro!