Raddoppio ferroviario: il Sindaco ha rotto il silenzio ed ha ragione

Ritratto di Saro Di Paola

18 Aprile 2016, 15:57 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Lo scorso 12 aprile, i condomini del complesso “Argi” allo Spinito, preoccupati delle ripercussioni, che i lavori per la realizzazione della galleria di sfollamento della nuova “fermata metropolitana” potrebbero avere sulla stabilità degli edifici del complesso nel quale abitano, hanno tenuto un’assemblea allargata ai residenti del quartiere ed a quanti, negli ultimi mesi, ci siamo occupati delle problematiche connesse alla realizzazione dell’opera.
A conclusione dell’assemblea i partecipanti hanno designato una delegazione cui hanno demandato  la missione di chiedere al Sindaco un incontro, per rappresentarGli le preoccupazioni di tutti i condomini e la necessità di subordinare l’inizio dei lavori all’acquisizione delle garanzie tecniche idonee a fugarle.

Il Sindaco ha incontrato la delegazione ieri l’altro ed, oggi, 18 aprile, ha rotto il silenzio con il comunicato, che ha pubblicato, pure, su questo blog (http://www.qualecefalu.it/node/19114).

Il Sindaco ha ragione:
“l’allocazione della stazione ferroviaria è stata affrontata e decisa nel passato”.

Il 15 luglio del 2003, quando, insieme a Lui, fui chiamato ad esprimere il mio voto di consigliere comunale sul progetto definitivo in base al quale è stato, poi, aggiudicato l’appalto dissi testualmente:
“il 15 luglio del 2003, mettere in discussione le scelte progettuali … ormai più che consolidate ci coprirebbe tutti di ridicolo”.

Il Sindaco ha ragione:
Attenzione assai diversa merita la problematica della costruzione della galleria di sfollamento, con imbocco dalla via Antonello da Messina”. 
Tale galleria era una criticità, già, nel progetto definitivo del 2003, che la prevedeva, non carrabile ma dotata di una piattaforma elevatrice per l’accesso dei mezzi di soccorso,
posizionata sul fondo di un pozzo di uscita profondo 10 metri ed nel terreno a valle della Via Cirincione, di fronte allo spiazzo adibito a parcheggio bus, dove si svolge il “mercato contadino”.

    

Ne ho già scritto (http://www.qualecefalu.it/node/18884). 
Tale galleria criticità è rimasta nel progetto definitivo del 2004, che l’ha prevista con imbocco dalla via Antonello da Messina.
Criticità come le altre due vie di fuga, costituite da due scale con 23 e 16 rampe a salire.

     

Scale, che potrebbero trasformarsi in autentiche trappole per quanti, in caso di emergenza, dovessero intraprenderle per fuggire dalla fermata sotterranea.

Ne ho già scritto (http://www.qualecefalu.it/node/18505).
Al riguardo, il 15 luglio del 2003, ebbi a dire:
non riesco a spiegarmi come i Vigili del fuoco abbiano potuto o potranno approvare una simile strutturazione delle vie di fuga in caso di emergenza”.

Il Sindaco ha ragione:
prima di “emettere l’ordinanza, reiteratamente chiesta dall’impresa, per la regolamentazione del traffico, funzionale all’avvio dei lavori deve essere approntato lo studio delle interferenze tra le opere del progetto ed i fabbricati esistenti.
Studio, per il quale l’Amministrazione ha, responsabilmente, conferito incarico al Professore Fabio Cafiso, docente di Geotecnica presso la Facoltà di Geologia dell'Università di Palermo”.

Il Sindaco ha ragione:
se lo studio del Prof. Cafiso “dovesse evidenziare ipotesi di rischio per la staticità dei fabbricati, in conseguenza delle opere di scavo, l'Amministrazione comunale manterrà fermo il diniego all'ordinanza e, con ogni possibile strumento, si farà parte attiva per chiedere una variante al progetto, al fine di individuare un sito alternativo per la realizzazione del tunnel.

Ebbene, non è difficile comprendere le ragioni, per le quali la galleria di sfollamento e le altre due vie di fuga siano assolutamente indispensabili per l’esercizio della fermata sotterranea. 
Ciò perché, a nessuno e in nessun posto al mondo, può essere consentito di realizzare un’opera, che, in caso di emergenza, si trasformi in una trappola.

Non è, neanche, difficile comprendere le ragioni, per le quali non vi potrà essere relazione che, a seguito di studi, anche approfonditi, possa escludere “ipotesi di rischio per la staticità dei fabbricati, in conseguenza delle opere di scavo”.
Ciò, non fosse altro perché, nell’area di sedime dei fabbricati sottopassati dalla galleria non possono, e non potranno, essere eseguiti quei carotaggi geognostici, che sono l’unico strumento, che, con l’ausilio delle risultanze delle prove di laboratorio eseguite sui campioni prelevati, può consentire ad un tecnico, certamente qualificato, qual è il Prof. Cafiso, di escludere quel rischio.

    

Sicché, è più che probabile che “l'Amministrazione, con ogni possibile strumento, dovrà farsi parte attiva per chiedere una variante al progetto, al fine di individuare un sito alternativo per la realizzazione del tunnel ”.
Ciò, proprio, per il nesso tra la causa (rischio per gli edifici) e l'effetto  (richiesta di variante) di cui ha scritto il Sindaco nel comunicato di oggi.

Riguardo al sito alternativo per la realizzazione della galleria di sfollamento non è, affatto, difficile avere contezza dell’impossibilità di individuarne uno ed uno solo.
Anche per chi tecnico non è.
Basta guardare la stessa tavola progettuale, con la quale il Sindaco ha corredato il comunicato di oggi.

Nella vastissima fascia collinare, compresa tra le gallerie della fermata sotterranea e l’attuale sede della strada ferrata, dalla via dei Mulini, lato ovest, al bivio di Pietragrossa, lato est, non esiste un’area libera da edifici, estesa quanto quella del vallone Spinito, nella quale il progetto definitivo appaltato dalla TOTO ha previsto l’imbocco della galleria di sfollamento e le opere ad esso annesse.
Il che renderà impossibile ad RFI e alla TOTO assecondare la richiesta di variante, che il Sindaco dovesse avanzare, nel caso, per ciò che ho detto prima, più che probabile, che la relazione del Prof. Cafiso non escluda “ipotesi di rischio per i fabbricati” sottopassati dalla galleria di sfollamento.

Per quanto ho sin qui esposto,
senza nulla dire sulle ipotesi di rischio per la staticità dei fabbricati in conseguenza degli scavi delle altre gallerie che dovranno essere eseguiti con il metodo tradizionale,
e senza nulla aggiungere a quanto ho già scritto (http://www.qualecefalu.it/node/18360) sul progetto “esecutivo” della nuova piazza della fermata

ed a quanto, sulla stessa piazza, ha, già, scritto l’urbanista incaricato dall’Amministrazione per il progetto di riuso delle aree dell’attuale stazione e della linea esistente, che andranno dismesse e cioè che:
Quella piazza non serve e anzi è dannosissima. Evidentemente la sua planimetria è stata disegnata da chi non ha nemmeno lontanamente l’idea di cosa sia la progettazione urbana, né conosce un’acca di Cefalù, dei suoi bisogni, dei suoi problemi.
Oltre a ciò il suo disegno è velleitario, schematico, qualunque.
Cefalù si merita ben altro di uno schizzetto irriflessivo.
È perciò che questa “piazza” va cancellata, eliminata, senza pensarci un secondo.
La viabilità ed il progetto organico di Cefalù non potranno che trarne miglioramento e vantaggio
”;
è spontaneo chiedersi:
se sia più “velleitario imbarcarsi in operazioni, che riguardano la opportunità o meno di scelte già assunte”,
o insistere per la realizzazione della fermata metropolitana come prevista nel progetto definitivo appaltato.
Quel progetto con il quale, “i progettisti, facendo di necessità virtù, sono riusciti a fare entrare l’asino per la coda”, come dissi il 15 luglio del 2003, quando il Consiglio comunale di Cefalù, me compreso, ebbe ad approvarlo.

Un vecchio adagio dice che “alla fine i nodi vengono al pettine”.
Il pettine, in questo caso, è la realizzazione della fermata metropolitana.

Qualcuno ha la certezza che, se l’opera verrà iniziata così come prevista nel progetto “esecutivo” non “resterà bloccata per decenni, con il territorio devastato a farne perenne memoria”?
Secondo me, no!

Forse che la mancanza di tale certezza non sia dovuta al “manifestarsi di errori o di omissioni del progetto esecutivo che pregiudicano, in tutto o in parte, la realizzazione dell'opera ovvero la sua utilizzazione”?
Forse che, per la mancanza di tale certezza, non ricorrano i motivi previsti dal comma (e) dell’articolo (1) del Codice dei contratti pubblici”, che “rendono ammissibili le varianti in corso d’opera” per progetti già appaltati?
Secondo me, sì!
Ne ho già scritto (http://www.qualecefalu.it/node/19030).

Saro Di Paola, 18 aprile 2016

Commenti

Leggo, sempre con molto interesse, gli scritti dell’Ing. Saro Di Paola.
Soprattutto quelli “tecnici” che analizzano le varie criticità esistenti nella nostra cittadina.
Possono essere condivisibili o meno.
Ma hanno una impostazione ed uno sviluppo razionale che, trattando le singole questioni, pervengono a conclusioni suffragate da motivazioni tecniche.
Che poi possano non “piacere” è altro paio di maniche.
Ma ciò attiene ad altre visioni che nulla hanno a che spartire con la razionalità.
Nel caso in specie mi riferisco alle problematiche connesse alla realizzanda “galleria di sfollamento” a servizio della nuova fermata ferroviaria sotterranea di Cefalù.
Qualcuno, in queste settimane, ha cercato - dolosamente quanto mediocremente - di far passare il messaggio che il Comitato Ferrovia Impatto Minimo e quanti si stanno occupando di tale vicenda abbiano come finalità esclusiva quella di riportare ad Ogliastrillo il sito ove allocare la nuova stazione ferroviaria di Cefalù.
Evitando, ad arte, di soffermarsi sulle gravissime criticità che deriverebbero (per la Città e non soltanto per lo Spinito, a meno che non si voglia considerare quella contrada parte a se stante rispetto alla comunità cefaludese) dai lavori necessari per realizzare la ben nota “galleria di sfollamento”.
Criticità e pericoli nati non attorno ad un tavolo da bar con annesso Spritz e noccioline ma EVIDENZIATE, in primis, proprio dal Prof. Vincenzo Liguori, nominato Consulente proprio dal sindaco della nostra cittadina e poi dimessosi dall’incarico per motivazioni sulle quali è calata un’ombra ancora tutta da dissipare.
Criticità e problematiche rilanciate e sviscerate da Uomini e Concittadini che, con competenza più che professionale, hanno evidenziato timori e pericoli MAI azzerati con argomentazioni tecniche proprio dai responsabili dei lavori.
E se non fosse stato proprio per l’impegno e la pervicacia di costoro OGGI avremmo, forse, assistito all’inizio degli scavi di una galleria che rischia di “fare acqua” da tante parti.
Ne, personalmente, mi sento rassicurato dalle parole del sindaco della mia cittadina che rivendica un improbabile primato di attenzione sulla vicenda quando E’ CHIARO A TUTTI che, se non ci fosse stato il Comitato Ferrovia Impatto Minimo e quel rompiscatole dell’Ing. Di Paola, tutto sarebbe passato in cavalleria.
E, forse, avrebbe avuto ragione quel tale Tecnico che ebbe ad affermare “vabbè, se ci saranno crolli la ditta e lo Stato risarciranno”.
Non ne faccio una questione di meriti o di medagliette.
Non sono abilitato a tanto né credo servano in questo momento.
Serve, soltanto, onestà intellettuale ed un pizzico di umiltà, soprattutto di fronte ad argomentazioni tecniche.
A meno che non si abbia, spudoratamente, una visione autoreferenziale della propria persona sconfinante nell’abuso delle conoscenze tecniche.
Io, personalmente, non l’ho.
E mi rimetto alla “scienza tecnica” di Chi ne ha fatto la propria ragione di vita.
A meno che non ci si voglia trincerare dietro ad un pensiero, vigliacco e spregevole, lasciando i problemi agli abitanti dello Spinito: tanto Noi viviamo "giù”, a Cefalù !
In questo caso, però, non venitemi a parlare di “comunità” !