In Sicilia l'abolizione delle Province è legge: l'Ars approva il ddl Crocetta

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21 Marzo 2013, 15:25 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Il progetto che prevede l'abolizione delle Province regionali siciliane è diventato legge. Il ddl del governo siciliano che cancella le elezioni di primo grado, commissaria gli enti e ne prevede la sostituzione con liberi consorzi fra comuni è stato, infatti, approvato nella tarda serata di ieri dall’Ars. Dei deputati presenti aula (erano 74 su 90) 51 hanno votato a favore della norma, 22 sono stati i contrari e 1 si è astenuto.
La legge prevede, inoltre, che entro il 31 dicembre di quest’anno venga approvata la riforma complessiva per la definizione dei liberi consorzi di comuni, che sostituiranno le attuali Province.

Le amministrazioni intermedie tra Comuni e Regione saranno, quindi, commissariate sino al termine della loro legislatura naturale e successivamente verranno sostituite da  liberi consorzi  e da tre aree metropolitane - quelle di Palermo, Catania e Messina - comuni che dunque non faranno parte dei consorzi che il Presidente Crocetta ha definito "enti di programmazione, non di gestione". Enti che, ha aggiunto, accorperanno le funzioni di ATO, Distretti turistici, SRR (i nuovi servizi che sovrintendono allo smaltimento dei rifiuti).

Il governo ha previsto un limite minimo di abitanti per la costituzione dei liberi consorzi: 150 mila abitanti. Sulla base di questo parametro, ma anche di quelli della continuità territoriale e di "un'affinità socio-politica, economica e culturale", i sindaci dei territori potranno riunirsi e dare vita ai nuovi organismi. Le assemblee dei primi cittadini eleggeranno al loro interno i vertici dei consorzi, con una votazione di secondo livello che terrà conto, per quote, del "peso" dei diversi Comuni.
Secondo le indicazioni del governatore Crocetta, oltre ai nove consorzi figli delle attuali Province, ne potrebbero nascere altri: uno o due nel Messinese (Nebrodi e Peloritani), uno che comprenderebbe Gela e Licata, uno del Calatino e uno di Marsala, per un totale di tredici o quattordici.

Ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere entro il 31 dicembre: le competenze e il futuro del personale, la successione nelle quote delle partecipate, la questione del patrimonio, le funzioni relative alla scuola che potrebbero passare ai Comuni e quella sulle strade che, invece, potrebbero andare alla Regione.

Crocetta ha stimato un risparmio, a regime, di 100 milioni di euro, tenendo conto anche dello smantellamento dei 216 tra società partecipate, enti, consorzi e associazioni che fanno capo alle Province.