Riunione degli Enti di formazione professionale: la Regione prenda atto della situazione di crisi

Ritratto di Istituto Fernando Santi

20 Maggio 2016, 15:00 - Istituto Fernan...   [suoi interventi e commenti]

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COMUNICATO DEL 20/05/2016

 

Mercoledì 18 maggio 2016 si è tenuta a Palermo, presso la Sala Confcommercio Sicilia, sita al 9 piano del Palazzo della Camera di Commercio, una riunione degli Enti di formazione professionale a carattere nazionale e regionale della Sicilia.

Oltre agli organismi aderenti all’Istituto Italiano Fernando Santi per il coordinamento delle attività formative di cui alla legge 40/87, sono intervenuti, tra gli altri, A.N.A.P.I.A. Associazione Nazionale Addestramento Professionale Industria e Agricoltura, A.PRO.CA Associazione Provinciale Capitani P. Grimaldi, Associazione POLITEA, TECNO SERVICE Palermo soc. coop., mentre diversi altri Enti di formazione, nell’impossibilità di presenziare dalla altre province o da altre regioni, hanno mandato lettere di adesione e di sostegno alle iniziative già avviate e da sostenere ulteriormente.

Gli Enti di formazione professionale, a seguito delle relazioni e degli interventi dei presenti, manifestano l’urgente e indifferibile necessità politica e istituzionale di prendere atto della estrema e complessa situazione di crisi, che attraversa il comparto della formazione professionale e dello stato di disfunzione generalizzato, in gran parte, degli uffici preposti a garantire i servizi all’utenza, la programmazione, le rendicontazioni, le erogazioni agli aventi diritto, le garanzie occupazionali e la corresponsione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali al personale impegnato negli interventi e nei servizi formativi. La situazione è stata pesantemente aggravata dal ritiro dell’Avviso 3/2015 che ha di fatto determinato il blocco di un’intera annualità formativa. A tutto ciò si aggiungono continue richieste di ulteriori vecchi e nuovi adempimenti burocratici che costringono gli Enti a richiamare in servizio il personale amministrativo per adempiere a tali richieste, come non trovano copertura finanziaria i costi non previsti di rinnovo delle fideiussioni per la mancata chiusura dei rendiconti, e numerose altre spese di gestione (affitti, utenze, etc) e quelle connesse ai ritardi (oneri bancari, interessi passivi di scopertura, etc).

INVITANO PERTANTO

il Presidente della Regione, l’Assessore Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, d’intesa con il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e l’Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, a seguito della dichiarazione dello stato di crisi del comparto della formazione professionale, ad attenzionare urgentemente tali questioni che riguardano la sopravvivenza degli Enti di Formazione professionale anche al fine di evitare, che in via amministrativa e civile, possano rivolgersi alla magistratura per ottenere che le suddette spese e quelle connesse ad altri disservizi siano poste a carico della Regione Siciliana.

In tale contesto, gli Enti di formazione manifestano la loro perplessità in ordine alle notizie apprese dalla stampa dalle quali si rileva, da un canto, una dovuta e opportuna attenzione nei confronti dei lavoratori del comparto e l’esigenza di dare soluzione agli ammortizzatori sociali sin qui denegati, ma dall’altro, un’assoluta mancanza di attenzione nei confronti degli Enti di formazione professionale che restano il perno per ogni soluzione di riforma, rilancio e riqualificazione del comparto e rilevano che non sono state fatte proprie dalle istituzioni regionali le proposte presentate, che qui vengono ribadite:

1) Intervento a carattere nazionale che promuova misure straordinarie, come il ricorso al Fondo di Rotazione della formazione professionale, per assicurare, come avvenuto nell’anno 2008, due distinti fondi di ristrutturazione, di cui uno a carattere nazionale riconosciuto agli organismi nazionali e agli Enti aderenti di cui alla citata legge 40/87, e l’altro agli Enti regionali siciliani (che nel 2008 fu poi bocciato) che consenta di ripianare le perdite previste nel 2008 e quelle ad oggi, dovute a ritardi o mancate erogazioni dei finanziamenti previsti dalla legislazione regionale vigente, per il finanziamento delle strutture, spese generali, servizi e per il personale.

2) Riproducibilità delle disponibilità del capitolo 318110 relative al Fondo di Garanzia di cui all’art.132 legge regionale 47/2003 e n.10/2011 per le finalità previste dalle leggi di riferimento (legge 06/02/2008 n.1 art.3). Conseguentemente si recupererebbero gran parte dei 200 milioni di residui, destinandoli alla riduzione del contenzioso esistente, particolarmente quello relativo al mancato dovuto impinguamento del Fondo di Garanzia fino all’anno 2010.
E’ noto, infatti, che con la legge regionale n.10/2011 sono state mortificate tali garanzie, pur in vigenza della legge regionale 24/76 e dei successivi provvedimenti, provocando ulteriori disagi, contenzioso e difficoltà al personale per le questioni connesse al mancato riconoscimento o alla mancata erogazione, per insufficienza dei fondi, degli ammortizzatori in deroga.

3) Creazione di una Task Force, che coinvolga i Centri per l’Impiego, per l’immediata chiusura dei rendiconti ancora aperti, sia degli interventi formativi, sia dell’obbligo formativo (ora IeFP), attraverso la definizione di regole certe, che riconfermino norme e direttive europee e nazionali che non possono essere rimosse o modificate dall’apparato burocratico-amministrativo regionale, condivise con le Associazioni datoriali regionali degli Enti di formazione professionale, al fine di erogare i saldi relativi.

4) Attivazione, attraverso la costituzione di una Commissione pentalaterale (Governo nazionale, Governo regionale, Assemblea Regionale Siciliana, Organizzazioni Sindacali regionali, Enti datoriali regionali), di un Piano Ultrannuale di Riordino del Sistema che riallinei la Regione Siciliana alle altre Regioni italiane e alle restanti europee. Occorre, infatti, che le istituzioni siciliane lavorino in direzione delle esigenze di riforma e di ristrutturazione del sistema formativo territoriale nazionale, tenendo conto che la Sicilia non dovrà realizzare distinti piani provinciali, come avviene attualmente in ciascuna provincia nel resto d’Italia, né potrà la Sicilia, adeguandosi al possibile piano di ristrutturazione nazionale, continuare a svolgere un unico Piano Formativo Regionale, accentrato e affidato alle strutture dell’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale.
Conseguentemente, la Sicilia dovrà decentrare e affidare la programmazione e la gestione delle attività formative ai referenti istituzionali di 3-4 macroaree territoriali da individuarsi o agli Enti intermedi territoriali in via di costituzione.