Togliere sostegno ai tiranni

Ritratto di Angelo Sciortino

21 Maggio 2016, 16:42 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Oggi, dopo tempo, finalmente il destinatario di questo mio intervento non è né l'Amministrazione né il Sindaco. Quest'ultimo, purtroppo, ne è il destinatario soltanto di riflesso, essendo egli il rappresentante del principale destinatario: l'insieme dei cittadini.

È infatti ai cittadini che mi rivolgo, nella speranza di trovare le parole adatte per far loro comprendere quanta responsabilità essi abbiano dell'attuale stato di degrado, che purtroppo non è soltanto ambientale, ma anche sociale e persino morale. Di tale degrado essi se ne rendono conto, ma purtroppo non vedo che tale consapevolezza abbia fatto maturare in essi idee propositive e risolutive.

Tutto ciò mi ha fatto ricordare lo Spinoza del Trattato teologico-politico, quando constatava come “il popolo abbia spesso cambiato il tiranno, però non l'abbia mai eliminato per davvero”. La stessa cosa potrebbe accadere a Cefalù nel maggio 2017, se il “popolo” non prenderà coscienza che sono i singoli individui i veri creatori del loro futuro e di una società libera e giusta.

Non bisogna credere che “Quanto più si allentano i freni dell'organizzazione statale e si lascia libero campo alla libertà individuale, tanto più la storia di un popolo si allinea sui binari del regresso civile”. Questo, in fondo, è il concetto, che questa Amministrazione esprime, quando si dimostra restia e quasi offesa dalle critiche, che le vengono rivolte. Critiche che, a parere dei suoi componenti, fanno un danno all'immagine di Cefalù; fanno in modo, cioè, che la storia del popolo si allinei sui binari del regresso civile. Non per nulla questo concetto in varie sfaccettature viene espresso in non pochi interventi del Sindaco, quando intende stigmatizzare le critiche della stampa locale. Ma le parole riportate in neretto non sono quelle di un campione delle libertà democratiche! Esse sono le parole di un campione di tirannide, sono le parole di Adolf Hitler, riportate nel libro delle sue Conversazioni a tavola!

Quindi, quanto più si accettano i freni dell'organizzazione statale, tanto più chi le rappresenta imiterà Hitler, finendo con l'essere il piccolo Führer di un Comune, di una Regione e di uno Stato. E a nulla servirà cambiare tale Führer, perché non è il rappresentante che deve cambiare, ma la mentalità dei cittadini. Accade, invece, che troppo spesso i cittadini pendono quasi dalle labbra di chi ha conquistato un potere con la promessa di fare i loro veri interessi. Pendono dalle labbra di costui o perché se ne aspettano un tornaconto personale o per disinteresse della cosa pubblica o, infine, per troppa creduloneria. Quando se ne accorgono, è già troppo tardi, come la storia non tanto lontana del '900 dimostra.

È questa la ragione, che mi spinge a rivolgermi ai tanti scontenti della caduta di Cefalù. Costoro tentano con tanta buona volontà di organizzarsi, per liberare se stessi e il Paese dai seguaci del concetto espresso da Hitler, riportato sopra, ma non si rendono conto che la buona volontà non basta, perché occorre intelligenza delle cose e la capacità di cambiarle. Se le riunioni serviranno a rinviare le decisioni, per paura di restare in qualche modo sconfitti, tutto resterà come prima e persino sarà peggio, perché in politica vince chi decide e non chi tentenna.

I cittadini hanno oggi un nemico comune. Si coalizzino contro di esso e mettano da parte i timori; le ripicche per offese, vere o presunte, ricevute; scrivano e parlino non per infilare supposte, ma per proporre come s'intende riacquistare libertà democratica. Non si appellino ad altri poteri, nella speranza di essere difesi, ma si difendano essi stessi, con coraggio e volontà. Soltanto così sarà possibile sostituire un tiranno, distruggendo nel contempo la possibilità che un altro trovi la strada per sostituirlo. La strada, che è lastricata dalle loro ripicche personali, dalle loro divisioni e da quel vizio di mettere l'ideale di libertà al servizio delle loro ambizioni e non queste al suo servizio.

Come diceva il Poeta: libertà, anche quando sarai soltanto un'ombra vana, io ti seguirò! Vecchio e stanco, io la seguo, pur sapendo che potrei non raggiungerla mai. Se saremo in tanti a seguirla, però, la speranza di raggiungerla l'avremo.