Siamo ancora una democrazia?

Ritratto di Angelo Sciortino

16 Settembre 2016, 19:22 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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I nostri politici non se ne rendono ancora conto, ma essi procureranno agli Italiani una grandissima gioia, quando qualcuno riuscirà a imprigionarli come fu imprigionato Mussolini dopo il 25 luglio. Mi auguro che per essi non ci sia un nuovo piazzale Loreto e nemmeno purghe di tipo stalinista, ma che siano puniti per tutto il male, che hanno fatto subire agli Italiani negli ultimi vent'anni; me lo auguro con tutte le mie forze. Me lo auguro non per desiderio di vendetta – non ci si vendica di un asino che ci ha colpiti con un calcio – ma perché i nostri figli non siano costretti ad abbandonare la loro Patria e i loro Cari per cercare lavoro o semplicemente per trovare vere buone scuole, che ve li preparino.

Qualcuno potrebbe rimproverarmi che il parallelo con Mussolini è esagerato, perché quello era un dittatore e questi sono democratici. Se però chiariamo perché questi non sono democratici, cadono i motivi del rimprovero.

È democratico scegliere gli amministratori del più potente mezzo di comunicazione, la TV, e per di più farsi pagare un canone per mantenere chi nasconde la verità e impoverisce il nostro intelletto di ogni indipendente capacità critica? È democratico cambiare le regole in corso d'opera, per sottrarsi alle punizioni giudiziarie? È democratico gestire lo Stato e ogni suo apparato per appagare le clientele? È democratico affidare al Governo il compito di stilare il testo per cambiare la Costituzione e sottoporlo a un referendum in maniera confusa? È democratico approntare una nuova legge elettorale per il timore che con quella esistente vinca un altro? È democratico auto nominarsi assicuratori contro il rischio di malattie e poi togliere, per non pagare, gli ospedali dove curarsi?

Se nonostante queste domande dalla risposta scontata, qualcuno volesse ancora sostenere che il parallelo non regge, sono costretto a insistere nel dimostrare che Mussolini è di questi politici il vero maestro. Consegnò a essi l'IRI, uno strumento di statalismo onnipresente, che fece dello Stato l'imprenditore e la banca che ne finanzia le iniziative; consegnò l'INPS e l'assicurazione obbligatoria, per gestire malattie e pensioni; consegnò i Patti Lateranensi, perché le anime semplici riconoscessero al potere statale la stessa fede acritica nei confronti della Chiesa e i suoi dogmi.

In poche parole, ne sono i discepoli e i successori. Manca loro soltanto il coraggio di servirsi della forza e del carcere contro gli oppositori. Non può escludersi, però, che quando si sentiranno perduti, perché il molle muro eretto fra loro e i cittadini non funzionerà più, per disperazione questo coraggio potrebbero trovarlo. E allora non resterà altra soluzione, se non la rivoluzione.

 

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