Assessorato alla saggezza

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Settembre 2016, 22:11 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Un'amica ha detto, tra il serio e il faceto, che io dovrei essere nella prossima Amministrazione l'assessore alla saggezza. Sicuramente è stata tratta in inganno dalla mia canizie, perché i capelli bianchi non sempre sono segno di saggezza, ma purtroppo di vecchiaia.

Voglio comunque approfittare di questa battuta per precisare alcune mie convinzioni.

Credo che a noi umanisti un po' di umiltà e di autocritica non farebbe male. Soprattutto perché da anni siamo vittime della mentalità lasciataci in eredità dall'idealismo hegeliano prima e poi degli italiani Croce e Gentile. Per colpa di questa influenza accade che molti giovani giungano alla maturità, non sapendo che cosa è un trial clinico. Ai nostri giovani s'insegna (o si dice d'insegnare) a tradurre Cicerone o a leggere il Critone di Platone, ma poco, molto poco, a studiare matematica e scienze. S'insegna che il vero valore è quello della cultura umanistica, come se fosse vero quel che scriveva il sopravvalutato Heidegger, quando affermava che la tecnica non pensa. Peccato che egli fosse un poco nazista, fino al punto di farsi crescere i baffi per somigliare allo stesso Hitler.

A questi umanisti eruditi, ma non colti; con intelletto, ma non con mente; a questi nemici della verità dico soltanto che inventare un nuovo vaccino o progettare un nuovo algoritmo per apprendere o trovare nuove cure contro una malattia non è cosa di poco conto. Anzi, se salva una vita, forse vale più di ricordare a memoria l'intera Odissea in greco!

E queste cose le dice uno, che come me è imbevuto di cultura classica, fino al punto da leggerne gli Autori in lingua originale; fino al punto da commuoversi fino alle lacrime alla lettura del Prometeo di Goethe. Le dico, perché bisogna ammettere che troppi umanisti non sanno niente di scienza, e questo avrebbe poca importanza, se non giudicassero questa lacuna o irrilevante o persino un merito. Ma c'è una cosa ancora più grave: quando sono insegnanti di ogni ordine e grado, specie se di liceo classico, essi non escono dal loro guscio umanistico e trasmettono agli alunni un concetto errato del sapere. Non aprono le menti, ma, con l'autorità del docente, le fossilizzano in un passato senza rapporto alcuno con la conoscenza moderna, che è anche e soprattutto scientifica.

Diversamente accade nei Paesi anglosassoni, in Inghilterra soprattutto. Proprio noi, a Cefalù, ne abbiamo avuto recentemente un esempio con il giovane ricercatore Claudio Alfieri. Non per nulla, venutone a conoscenza, così ho scritto: “Purtroppo il giovane ricercatore cefaludese, Claudio Alfieri, per dare libertà di espressione alla sua intelligenza e per avere gli strumenti di laboratorio necessari per consentirgli di dedicarsi proficuamente alla ricerca, ha dovuto abbandonare Cefalù e trasferirsi a Cambridge. Qui, insieme ad alcuni colleghi, nel laboratorio di biologia molecolare David Barford, è riuscito a svelare il segnale di arresto della divisione cellulare.” E la conseguenza sarà la possibilità di curare con maggiore speranza il cancro. Scusate se è poco!

Tutto questo c'entra poco con il saper tradurre il latino e il greco, ma se questa erudizione riconosce i propri limiti e si apre (e apre) ad altre conoscenze, allora potremo aspirare in un'Italia migliore.

Un epistemologo contemporaneo, Jan Hacking, cercando di spiegare com'è avvenuto il progresso scientifico, ha inventato gli stili di pensiero. Come tutte le teorie filosofiche, anche questa di Hacking ha i suoi punti deboli. Bisogna riconoscere, però, che le teorie di Galileo si affermarono solo quando cambiò lo stile di pensiero della società.

Che in Italia permanga uno stile di pensiero ormai superato è stato causa di non pochi errori. Per esempio, ipotizzo che, proprio a causa del deficit di cultura scientifica presso le élites di questo paese, il Parlamento italiano abbia votato cose incredibili, come la sperimentazione della terapia Di Bella, la messa al bando della ricerca sugli Ogm, la legge 40 e altro. Per non parlare di alcune sentenze dei giudici. E per scendere più in basso, per non parlare di non poche decisioni della politica comunale e regionale.

Se non cambia lo stile di pensiero, però, credo che le mie parole cadranno nel nulla. Se le menti dei giovani resteranno impegnate nella “saggezza”, che è compagna della “prudenza”, non oseranno mai cambiare. E la scienza vuole che si osi!

Personalmente ho vissuto la mia avventura nel campo della conoscenza senza limiti settoriali (filosofia, fisica, greco, latino, storia eccetera) e senza “prudenza”, per cui devo confessare all'amica che non sono un “saggio” e quindi mai potrò essere l'assessore della “saggezza”.