Tradimento continuo

Ritratto di Angelo Sciortino

5 Ottobre 2016, 10:24 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Questa ultima notte non è stata per niente tranquilla. Non ho dormito, perché troppi pensieri mi assillavano. Non erano pensieri riguardanti problemi personali, almeno problemi di vita quotidiana, ma problemi, che mettevano in forse l'utilità del mio impegno per porre un argine all'odierna deriva della ragione, della morale e della libertà. Soprattutto il problema di porre un argine alla sempre maggiore invadenza dello Stato nella vita dei cittadini.

Si trattasse di uno Stato che funziona, tutto sommato questa invadenza la si potrebbe accettare in cambio della garanzia della sicurezza sociale, dello sviluppo economico e dell'amministrazione della Giustizia. Purtroppo, però, al crescere dell'invadenza statale, vengono sempre più meno queste funzioni di garanzia. Il controllo preventivo delle Forze di Polizia viene mortificato dal continuo salasso dei mezzi e degli uomini a sua disposizione; lo sviluppo economico giace morto sotto il peso del precariato e del clientelismo, per non dire della corruzione; la Giustizia ormai procede così lentamente, che quando arriva alla conclusione del suo iter, se ci arriva, non rende giustizia, ma prescrizione.

Per riuscire a invadere la vita privata dei cittadini e la loro libertà, lo Stato fa sempre di più in modo di privarli della cultura e del buon senso; della capacità di prevedere le conseguenze delle proprie scelte quotidiane, ivi comprese quelle elettorali. Ecco il vero spirito della cosiddetta “buona scuola”, che è quello di chiudere le menti ai giovani, affinché i politici, padroni dello Stato, possano contare sul perpetuarsi del terribile vizio clientelare dei cittadini, continuando a nutrirsene. Ormai il misfatto è compiuto. Alle prossime elezioni ci si troverà a scegliere fra la vecchia politica di destra e di sinistra, conosciuta per lo scempio che ha fatto e continua a fare dell'Italia, e della terza forza del M5S, non ancora conosciuta nei suoi reali propositi, se non da quei pochi capaci di giudicare con consapevolezza e ragione, e quindi considerata come uno scoglio offerto ai naufraghi sociali.

Non sarebbe male che questi naufraghi riflettessero sul fatto che il naufrago si salva soltanto se impara a nuotare e non aggrappandosi a uno scoglio. Peggio ancora, se lo scoglio è come quei movimenti politici fioriti sulle rovine dello Stato, ma convinti che questo Stato in rovina potrà essere uno strumento idoneo alla salvezza dei cittadini naufraghi.

Non è più tempo di fare leggi, come se essi potessero essere una panacea al male endemico dell'assenza di spirito di libertà e di dignità dei cittadini. Bisogna far nascere o rinascere questo spirito, se si vuole raggiungere il risultato di un'Italia migliore. L'Inghilterra tale spirito lo coltiva da tre secoli, l'Italia non lo ha mai posseduto, se non nel breve spazio storico dei Comuni medievali. Da allora essa non ha più Comuni, ma Signorie, e un sistema feudale ancora vigente, anche se sotto le false spoglie della democrazia. Proprio in Sicilia ne abbiamo esempi a bizzeffe, a cominciare dal Signore Crocetta, vassallo dell'Imperatore Renzi, per finire ai valvassini Signori dei Comuni, detti Sindaci. Tutti insieme rappresentano una profonda negazione della dignità dei cittadini. Tutti insieme vengono sostenuti dalla Chiesa cattolica, che non è la chiesa della bontà, ma un crogiolo d'interessi terreni. Essa è infedele all'insegnamento di Gesù, che tentò d'insegnare il rispetto per ogni uomo e la sua libertà e predicò che per esso nessun sacrificio sarebbe stato vano. E lo dimostrò sacrificandosi su una Croce, quella Croce tradita da tutti i politici e dalla maggioranza dei capi della istituzione Chiesa.

Di fronte a questa situazione, che alla mia povera mente appare senza via d'uscita, a me sembra inutile lo sforzo di convincere qualcuno ad avere maggiore rispetto di se stesso; di continuare a informare, “temprando lo scettro a' regnatori/ gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela/
di che lagrime grondi e di che sangue
.”.

Che il popolo continui pure a dissetare con il suo sangue e con le sue lacrime il potere di questi politici e di quelli che vogliono sostituirli non in nome della libertà e della dignità umana, ma in quello dell'onestà, che dev'essere prima di tutto intellettuale, la sola che permette di accettare la critica argomentata.

Nell'una e nell'altra eventualità, non vedendo una rinascita dello spirito di libertà nei cittadini, mi ritiro dalla lotta, stanco di combatterla inutilmente.

Un abbraccio.