Domani, 15 aprile, verrà inaugurata la personale di Sebastiano Catania dal titolo “Mitemi”

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14 Aprile 2017, 15:59 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Domani, 15 aprile 2017, verrà inaugurata alla Galleria di Cefalù la mostra personale di Sebastiano Catania dal titolo “Mitemi”, visitabile fino a fine maggio.

     

Foto di Lucio Vranca                                                                                                     

Attivo da oltre un quarantennio nel panorama artistico siciliano, in particolare a Cefalù, ove ha insegnato Arte della Microfusione al Liceo Artistico Statale “Diego Bianca Amato”, Sebastiano Catania si distingue per una pluralità di linee di ricerca che guardano tutte alla figurazione plastica, tra armonica composizione delle forme e loro sapiente destrutturazione. A partire dalla formazione presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo, fino alla presentazione di diverse mostre, personali e collettive, e alla realizzazione di diverse sculture per collezionisti privati, istituzioni ecclesiastiche e luoghi pubblici, il carattere sperimentale della ricerca dell’artista si è alimentato attraverso una molteplicità di motivi e di tecniche, con un ampliamento costante dei percorsi espressivi che non ha subito il vincolo dei materiali utilizzati (lavori in oro, argento, rame, bronzo, pietra, argilla, fino al riutilizzo di rottami).

Le opere in mostra alla Galleria di Cefalù (sbalzi in bronzo e sculture in terracotta) danno l’occasione di entrare all’interno delle linee di sviluppo dell’arte di Sebastiano Catania dopo più di un venticinquennio in cui l’artista non si è cimentato in esposizioni personali. Tali opere aprono al nostro sguardo un percorso che procede simbioticamente nella materia e nello spirito, nel sinuoso avvolgersi delle forme che diviene dispiegarsi e avvilupparsi della coscienza: è il tentativo di far emergere – e non di fissare – quegli archetipi mitici, quei “Mitemi”, appunto, che sono nel fondo di una consapevolezza collettiva, ancestrali prodotti e ancestrali coproduttori di essa. Proprio questa dinamica apertura delle forme alla suggestione dell’altro da sé è uno dei tentativi costanti dello sperimentalismo di Sebastiano Catania, che dopo più di venticinque anni ha deciso di farci ascoltare nuovamente il canto delle sue Sirene.

                                                                                                               Bruno Barreca