L'ospedale e un sindacato pirandelliano

Ritratto di Angelo Sciortino

10 Giugno 2017, 02:04 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Nella terra di Pirandello anche i sindacati devono possedere il senso della drammaticità e riconoscere il dramma ovunque esso si presenta. Come hanno fatto i due sindacalisti della Cgil Cammuca e Lombardo nel seguente comunicato: http://www.qualecefalu.it/node/20866. Hanno capito, i due sindacalisti, che i reparti sono al collasso a causa dei pochi medici e degli infermieri non motivati.

Chissà da quali analisi e controllo deriva il loro seguente giudizio: “I reparti di Oncologia, Anestesia, Urologia, Pediatria, solo per citarne alcuni – proseguono Cammuca e Lombardo - stanno ormai collassando per la ormai cronica mancanza del fabbisogno minimo di personale medico. Inevitabili i riflessi non solo sulla normale erogazione di servizi primari ai cittadini, che fino ad adesso sono stati garantiti grazie allo spirito di abnegazione del personale medico, ma anche sull'innalzamento dei livelli dello stress da lavoro correlato. A questo si aggiunga che da molti, troppi, anni gli operatori sanitari e gli infermieri attendono i passaggi di fascia e di livello, giusto riconoscimento della loro professionalità.

Dei primi tre reparti ho fatto esperienza dal 6 di aprile al 30 maggio. Un ricovero di circa due mesi e ben due interventi, il primo eseguito dal professore Patrizio Rigatti e il secondo dal dottor Marcello Spampinato per asportarmi un tumore dal pancreas. L'anestesista è stato il dottor Calandrino. Dai tre medici non ho ricevuto soltanto l'aiuto della loro professionalità, ma anche quello della loro umanità.

Oggi, otto giorni dopo le mie dimissioni, io sono a casa e per qualcuno sono solo. Invece accanto a me ci sono i chirurghi, che non soltanto hanno voluto parlare con il mio medico curante, la dottoressa Teresa Ferrara, per suggerire le cure più appropriate, ma hanno chiesto, il dottor Spampinato soprattutto, di chiamarlo anche di notte ove ne sentissi la necessità. Cosa che ho fatto un paio di volte, ricevendo risposte non soltanto esaustive, ma persino affettuose.

Al sindacato non riesco a dire altro, se non che esso, per dirla alla siciliana, che sarebbe il caso che la smettesse di comportarsi come un tragediatore. Questo nell'interesse dei malati e dell'ospedale nel suo complesso. Un ospedale che non ha e non avrà “reparti al collasso”, se si riuscirà a evitare che il sindacato e la politica, in una pericolosa alleanza, riempiano quei reparti di “raccomandati”.

Tutto questo lo dovevo ai medici, che ho citato, e a quelli presenti nei reparti notte e giorno; agli infermieri e a coloro che a vario titolo spargono sorrisi ai malati.

Nulla devo ai sindacati e alla politica e spero che i cittadini ne tengano conto, se vogliono evitare i drammi indegni anche di una media intelligenza.

Il Signore sia con voi, Cammuca e Lombardo.