Mutatis mutandis

Ritratto di Angelo Sciortino

20 Aprile 2013, 21:22 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Con 738 voti contro i 217 del suo diretto rivale, Stefano Rodotà, Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica.

Non era mai accaduto nella storia della nostra Repubblica che un Presidente venisse rieletto per un secondo mandato, ma non dobbiamo meravigliarci, perché forse l'Italia è ormai fuori dalla storia, dalla sua storia e dalla storia in generale.

E non perché abbiamo una crisi economica, che rende difficile, quasi impossibile, ogni azione; ma perché non abbiamo tensioni ideali e morali, strategie e cultura. Siamo come bambini, affamati di marmellata e cioccolato, che siamo abituati a trovare nella dispensa di casa (lo Stato), ma che non sappiamo trovare con le nostre capacità.

Certo, talvolta accade di trovare la dispensa vuota. Allora protestiamo, battiamo i piedi a terra e frigniamo, proprio come s'è fatto durante le ultime elezioni, quando la parola d'ordine è stata: tutti a casa! Ma siamo sicuri che quelli che li hanno sostituiti avessero le necessarie tensioni ideali e l'indispensabile cultura per non essere politici impotenti? Per non essere involontari complici dei vecchi parvenu, che da decenni guardano al loro particulare, senz'alcuna preoccupazione di tutti i cittadini? Credevano, forse, che bastasse farsi chiamare cittadini?

Questo per quanto riguarda i cosiddetti grillini. Che dire, invece, degli altri? Di quel PD capitanato da un Bersani più confuso di un inglese in un bazar arabo, circondato da uomini che parlano incomprensibilmente per lui ed egli altrettanto incomprensibilmente per loro. Era questo l'uomo, che doveva dialogare? Era costui l'uomo del nuovo?

Mutatis mutandis – cambiando quel che deve cambiarsi e non le mutande – lo stesso accade ormai da mesi a Cefalù, dove, a undici mesi dalle elezioni comunali, il Paese non sa ancora se è in dissesto o se è ricco. Ma forse si tratta soltanto di una maledizione, che qualcuno anni fa ha lanciato contro il PD, anche contro quello di Cefalù.