Un appello alle Autorità: FERMATELO!

Ritratto di Angelo Sciortino

19 Settembre 2017, 16:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Non so proprio a chi ci si può rivolgere per salvare Cefalù. Non agli elettori, che lo scorso giugno hanno rivotato lo stesso Sindaco, che nei due anni precedenti aveva dato abbondanti prove di non essere in grado di salvare Cefalù, ma piuttosto di aumentare i pericoli per la sua sopravvivenza; non a un'opinione pubblica, troppo indifferente e incapace di partecipare all'amministrazione della propria Città. Se fossi un credente, potrei rivolgermi al Cristo Pantocratore, perché provveda con un proprio miracolo, ma tale non sono e forse per questa ragione resterei inascoltato, come d'altra parte bisogna ammettere che rimangono inascoltati i credenti.

E allora? Mi resta soltanto di rivolgermi alle Autorità come la Corte dei Conti o come il TAR e forse alla stessa Procura presso il Tribunale di Termini Imerese. Lo so, così sarei simile allo stesso Sindaco, ma a differenza di lui non sono alla ricerca di un capro espiatorio e neppure alla ricerca di assoluzioni per i miei errori, perché bisogna considerare il mio come l'estremo tentativo di salvare ciò che è ancora salvabile, se Cefalù si libererà finalmente dal pressappochismo amministrativo di questo Sindaco.

Per il dubbio di seguire le sue stesse scelte mi sono astenuto fino a oggi dal rivolgermi alle Autorità Giudiziarie, ma oggi la misura è colma. Se non lo facessi, sarei un complice omertoso, che accetta in silenzio. Ed ecco, allora, che mi rivolgo a quelle Autorità citate prima, per chiedere che indaghino per scoprire se alcune iniziative giudiziarie del Sindaco o di qualche suo burocrate non abbiano soltanto generato rallentamenti agli investimenti, ma anche danni erariali, che saranno pagati dai cittadini e non da chi ne è il responsabile. E anche se la sua eccessiva autostima e l'attaccamento alle sue interpretazioni della normativa, fino a considerarle atti di fede, non creino forme di malfunzionamento dell'amministrazione della Città e un'offesa ai principi di uno stato di diritto. E, bisogna aggiungere, una gravissima forma di diseducazione dei cittadini a credere nell'esercizio del diritto.

Fino a ieri consideravo i comunicati del Sindaco e alcune sue iniziative come una sua adesione all'aforisma di Lawrence Sterne, che recita: Un sorriso aggiunge un filo alla trama sottilissima della vita. Perché, confessiamocelo, per oltre cinque anni ci hanno fatto sorridere. Oggi, però, è un altro l'aforisma di Sterne da tenere presente: Una lacrima aggiunge una verità. I sorrisi sono stati troppi e hanno snaturato la stessa trama, coperta da troppi fili aggrovigliati; le lacrime che i cittadini presto verseranno, invece, forse aggiungeranno finalmente la verità su questa Amministrazione.