FI e M5S: le due vite parallele

Ritratto di Angelo Sciortino

24 Aprile 2018, 21:03 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Forse in pochi se ne sono resi conto, perfino dopo l'incarico a Fico e il conseguente voltagabbana del M5S. Eppure si tratta di un aspetto utilissimo per capire finalmente come stanno le cose dopo il voto del 4 marzo scorso. A ben guardare, infatti, ci troviamo di fronte a due vite parallele, che hanno ottenuto il successo negli anni '90 e che si avviano a ottenerlo anche dopo il 2018.

La prima vita è quella di Berlusconi e della sua Forza Italia; l'altra è la vita ancora giovane di Davide Casaleggio e del suo movimento. Entrambe le vite hanno tante somiglianze, fra le quali ne spicca una in particolare: come Berlusconi basò il suo successo, servendosi per la prima volta delle sue televisioni, lo stesso sta tentando di fare Casaleggio, servendosi invece del web, come ho già cercato di spiegare nel seguente link: http://www.qualecefalu.it/node/21886.

In estrema sintesi i due movimenti, Forza Italia e i 5S, si somigliano troppo, perché entrambi mirano allo stesso scopo: la gestione del potere. C'è, però, una differenza tra i due sui mezzi da usare. Una differenza destinata a sparire, quando tale uso non è più sufficiente a distinguere gli scopi. Non per nulla i veti incrociati fra i due e le scambievoli offese sono tipici di coloro che hanno le stesse mire e finiscono con il somigliare a due uomini, che tentano di conquistare la stessa donna. Una situazione soltanto apparentemente paradossale, se non fosse che il primo con le televisioni e il secondo con il web sono riusciti e riescono a trarre in inganno non pochi elettori.

Quel che invece sarebbe paradossale è che i due in questo momento sono corteggiati come essi corteggiano la stessa donna; anzi, lo stesso maschio, come se fossero omosessuali: il potere! Per farne cosa, poi? Certamente non il bene degli Italiani, perché non hanno la preparazione neppure per distinguerlo. Piacciono, perché dimostrano a ogni loro intervento di non essere più intelligenti e più colti di coloro ai quali chiedono la fiducia, i cosiddetti voti. E li ottengono, perché piacciono per la loro modesta intelligenza, che li rende simile a loro.

Riflettete un attimo: se fra loro ci fossero un Einaudi, un De Gasperi, un Nenni e altri ancora, credete che sarebbero eletti? Credo proprio di no. E qui sta la prova indiscutibile del decadimento dell'Italia e del triste destino, che attende i nostri figli.