Hristos a inviat (Cristo è risorto)

Ritratto di Pino Lo Presti

5 Maggio 2013, 02:23 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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La cerimonia religiosa si è tenuta presso la chiesa di S. Nicola (parrocchia della Cattedrale) di via Spinuzza, a partire dalle 16.30.

 

Della liturgia e delle varie fasi non ne so parlare, valgono solo queste poche foto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo, è stata la volta dell'opera degli artiginelli, nella figura di  padre Antonio Barone, direttore e parroco, e dei suoi collaboratori, declinare - pur nel modo più semplice - la parola "ospitalità". 

 

 

 

E' tradizione, prima di mangiarlo, sbattere il proprio uovo sui quello dell'altro dicendo: l'uno "Hristos a inviat" (cristo è risorto) , e l'altro "adevarat a inviat" (veramente è risorto), per vedere quale dei due tuorli rimane ammaccato e quale no. E' un buon augurio quando resta senza ammaccature, ma sarà l'ultimo a mangiarlo!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

- due nuove cittadine cefaludesi di lingua italo-rumena

 

 

Ricordo i tempi - ben più drammatici - del grande sbarco albanese (fine anni '90) e di Padre Mormino. 

 

Padre Liborio Asciutto, nella sua umiltà e modestia - anche con l'associazione "La Palma" - ha portato avanti negli anni un cammino di incontro interconfessionale sul piano soprattutto del servizio a ciò che di universale palpita nel cuore di tutti gli uomini.

Non meno fertili - e con non minore umiltà e modestia - non pochi picchi delle riflessioni, di Padre Crispino Valenziano, sui criptati abissi del cosmo della simbologia della fede cristiana. 

 

Da uomo di strada, ho sempre ricavato almeno l'impressione che la chiesa cefaludese abbia ricordato e ricordi cosa stia (e debba restare)  al fondo d'una sincera offerta di ospitalità.

 

A parte qualche isolata esperienza come quella voluta, in anni passati, dal Presidente del Rotary, Salvo di Giorgi (ospitalità a Cefalù di bambini Suairi), non mi pare di ricordare di altre iniziative - ben che mai da parte delle Amministrazioni - nei confronti di quello che dovrebbe essere il primario moto della ospitalità, in un paese che si dice ad essa vocato.

Neanche ai tempi dei bambini di Cernobyl - in cui tutti facevano a gara nell'ospitarli per le vacanze - Cefalù seppe dare prova che qui - per chi amministra - la vocazione ad "ospitare" (di cui sempre tanto si parla) sia qualcosa che non riguardi solo il denaro.

 

Seguendo solo quest'ultimo, si finisce per adattarvigli quella; con tutto quanto ne discende a che ben vediamo ogni estate di più a Cefalù.

 

C'è, c'è mai stato, in Comune, un punto di ascolto, un punto di servizio, per gli extracomunitari e per chi - come per chi viene dalla Romania - non lo è più da poco? 

 

Se fossimo in un paese in cui Cultura e Turismo fossero intese diversamente, si vedrebbe nel loro diverso apporto culturale un capitale potenziale di iniziative anche di grande appeal turistico.

 

 

Non vi è Pasqua (rumena) senza questi tre piatti:

 

   - sarmale (involtini di verza con carne macinata) 

 

 

 - pasca (ripieno di ricotta e cioccolata)

 

 - cozonac (panettone con noci)

 

 

Altri colori e sapori

 

 

 

 

 

 

 

 

Queste ultime sono colorate avvolgendo i tuorli con carta colorata (anche tagliuzzata) imbevuta nell'aceto.

 

 

La tradizione delle uova dipinte (quella delle "0ua rosii" cioè "uova rosse", a ricordare il sangue di Cristo) ha prodotto e produce dei veri capolavori d'arte:

 

Cercare su google: oua traditionale de pasti