L'acqua, il Sindaco e i sudditi

Ritratto di Angelo Sciortino

8 Giugno 2019, 21:44 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Giovedì sera l'ospedale Giglio segnala all'amministrazione che i suoi serbatoi sono quasi vuoti, perché non arriva acqua; sempre giovedì gli abitanti della zona Santa Barbara sono senza acqua. La situazione è gravissima, tant'è che lo stesso Commissario di Polizia si vede costretto a telefonare alla biologa del potabilizzatore, perché provveda a rimediare.

Venerdì mattina ecco l'accesso al potabilizzatore, dove si scopre che una pompa non funziona, mentre le altre lavorano forse al 30%, perché da mesi non si è provveduto alla loro manutenzione.

Si provvede a riparare l'unica pompa non funzionante, garantendo così la fornitura d'acqua all'ospedale, mentre per le altre occorre attendere i ricambi da acquistare a Palermo. È giocoforza che gli abitanti della parte alta di Santa Barbara debbano pagare per questo ritardo.

L'impianto di potabilizzazione era stato requisito con un'ordinanza del Sindaco già un anno fa e la sua ordinanza era stata poi dichiarata giusta, legale e pertinente da una sentenza del TAR. È così che il buon funzionamento del potabilizzatore dipende solo ed esclusivamente dal Sindaco, per cui un qualsiasi suo cattivo funzionamento è addebitabile a lui.

Già un anno fa denunciai i pericoli per la salute derivanti dall'uso dell'acqua pubblica per la salute degli utenti. Il Sindaco, bontà sua, mi denunziò per procurato allarme. All'atto della notifica della denunzia consegnai, facendoli allegare al verbale, le analisi del SIAN, che indicavano una presenza nell'acqua di batteri coliformi e di escherichia coli superiori ai limiti ammessi dalla legislazione vigente. Alla scadenza il PM ha chiesto un supplemento di indagini e quando tale richiesta mi fu notificata dai Carabinieri, feci aggiungere al verbale di notifica le nuove analisi del SIAN, che confermavano le precedenti. Sono trascorsi già alcuno mesi e rimango sempre in attesa delle decisioni del PM. Intanto i cittadini di Cefalù continuano a consumare acqua pericolosa per la loro salute e sembrano soddisfatti perché non sono chiamati a pagare, essendo l'acqua non potabile ed essendo le bollette rinchiuse nel dimenticatoio. Scarsa soddisfazione, però, se per essa dobbiamo pagare con il pericolo per la nostra salute.

Comunque, sarebbe opportuno che qualcuno accertasse se la requisizione del potabilizzatore oggi è costata meno del pagamento che si doveva alla Società, che lo gestiva. Fermo restando che tale requisizione non ha migliorato la qualità dell'acqua, avendola piuttosto peggiorata.

Dopo queste riflessioni, mi aspetto la solita querela o la solita denunzia del Sindaco, che mi darà modo di aggiungere, al momento della sua notifica, altri particolari, sui quali le Autorità dovrebbero indagare. Non credo, però, che egli abbia da temere conseguenze, stante alla lentezza dell'Autorità Giudiziaria, al silenzio e alle mancate indagini delle tre Forze di Polizia presenti a Cefalù, al silenzio dei responsabili dell'ASL, al mormorio inconcludente dei cittadini, più simili a sudditi.

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