RADDOPPIO FERROVIARIO: lo stato dell’arte ad Ogliastrillo (10)

Ritratto di Saro Di Paola

5 Dicembre 2021, 07:53 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Poco o nulla è cambiato nell’assemblaggio della talpa.
Il carro 4 è rimasto, fuori dalla culla precaria, là dove, già la scorsa settimana, era stato assemblato.
                                                                                    
“Cefalina”, infatti, non ha ancora iniziato il suo viaggio verso Fiume Carbone di quel tanto che serve per guadagnare i metri di culla necessari per completarla con gli altri carri del suo treno.

I movimenti che riesco a vedere sotto l’imbocco, lato monte, della galleria artificiale
                                                                                   
mi fanno presumere che la culla definitiva, sulla quale dovrà avanzare "Cefalina" e sulla quale, a canna ultimata e dopo che, attraverso essa, saranno stati riportati ad Ogliastrillo i suoi pezzi smontati, verrà steso il ballast e verranno impostati traverse e binario, non è stata ancora completata.

Frattanto:
- sulla talpa sono stati perfezionati i collegamenti dei circuiti idraulici, elettrici e di areazione, nei, e tra i singoli carri;
                                                                                   

- gran parte della struttura metallica della “linea bleu” dei nastri trasportatori dello smarino è stata posizionata sulla struttura appositamente realizzata a valle della vecchia linea ferroviaria;
        
               
- è in fase di ultimazione, a valle della vecchia linea, la piastra di fondazione delle vasche di sedimentazione dello smarino.

         

          

         

Quella piastra, più grande di un campo di calcio, e le altre opere a monte della vecchia linea, che si sono rese  necessarie per far sì che le due canne della galleria Cefalù vengano realizzate col sistema TBM, mi evocano ricordi e mi ingenerano amarezza.

I ricordi sono quelli della campagna (dis)informativa, che venne alimentata da chi temeva espropri che non ci sarebbero mai stati e con la quale, alla fine degli anni ottanta, si intese salvaguardare Ogliastrillo dalla “distruzione” che avrebbe provocato “la stazione merci con un parcheggio grande quanto un campo di calcio di serie A”.

L’amarezza è quella di chi, come me, in quegli anni, contro quella (dis)informazione si è battuto, anche e non solo, per evitare che distruzione, non dell’entità di quella che. ad Ogliastrillo, è sotto gli occhi di tutti ma ad essa simile, si potesse registrare nelle zone urbane di Pietragrossa, Pacenzia e Spinito, dove le ripercussioni, ambientali e non, delle opere previste per la fermata sotterranea potranno essere, addirittura, più gravi, perché interesseranno la stabilità e l’integrità di edifici, strade e reti di sottosuolo.
Nessuno può escluderlo, Vicolo Bernava docet.

I ricordi e l’amarezza, però, sono, solo, fatti miei.
Esulano dal resoconto settimanale dell’avanzamento dei lavori ad Ogliastrillo, che l’interesse, che continuano a manifestarmi quanti mi leggono, mi stimola a portare avanti.

Saro Di Paola, 5 dicembre 2021