Le prossime elezioni: quali i requisiti da chiedere ai candidati

Ritratto di Angelo Sciortino

18 Gennaio 2022, 18:14 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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In questi ultimi giorni ho letto molte pagine sulla storia di Cefalù a partire dalle sue origini, non tralasciando le lettere che il barone Mandralisca scrisse da Torino e altre città d'Italia in occasione della sua partecipazione al 1° Parlamento dell'Italia Unita. Non nascondo che tali letture mi hanno imposto una riflessione anche sulla Cefalù dei giorni presenti. Una riflessione che impone un paragone, dal quale non usciamo bene. E non perché il paragone è da farsi tra un uomo di grande cultura, come fu il Mandralisca e i piccoli uomini di oggi, ma anche perché la piccolezza e l'ignoranza degli uomini di oggi dà loro la presunzione di essere buoni amministratori della cosa pubblica.

Non possiamo nasconderci che questo decadimento ormai è presente da almeno cinque decenni, ma dircelo non è male, visto che non possiamo cambiare il passato, ma possiamo servircene per continuare sulla strada del futuro, evitando gli errori del passato, soprattutto di quello recente. Un'occhiata, quindi, all'ultimo decennio.

Se i provvedimenti normativi di questa Amministrazione sono stati sempre più contorti, discutibili e incomprensibili, questo è il segno più evidente di una Cefalù ormai in un vicolo cieco. È a questa Amministrazione che dobbiamo appalti concessi per trattativa diretta e senza una rotazione; è a questa Amministrazione che dobbiamo una distribuzione di acqua non potabile; a questa stessa Amministrazione dobbiamo le numerose cause perdute per le sue decisioni prese per colpire gli imprenditori e gli investitori in genere. Non serve cercare, però, responsabilità singole fra i componenti di questa Amministrazione, perché essa, senza alcuna distinzione, ha appoggiato ogni scelta del suo Sindaco, del suo capo, sul quale - per dirla con Panfilo Gentile: Un capo è colui che non sacrifica le proprie opinioni al successo, ma impone il successo alle proprie opinioni”- grava ogni responsabilità.

Ora, si dà il caso che egli voglia che la prossima Amministrazione possa continuare la sua opera e poiché non potrà essere rieletto sindaco egli stesso, tenterà comunque di rimanere il “capo” di essa, per “imporre il successo alle proprie opinioni”.

Il panorama della prossima campagna elettorale non è comunque dei migliori per concedere ai cittadini la possibilità di scegliere. Un candidato rinviato a giudizio nell'opposizione, uno nella maggioranza uscente con un capo rinviato anch'esso a giudizio. C'è, per fortuna, anche un candidato sul cui capo non pende la spada di Damocle del rinvio a giudizio, per cui una possibilità di preparare un futuro migliore c'è. A meno che questo candidato non venga ritenuto poco capace, perché privo del nobile requisito del rinvio a giudizio!