La revisione generale del PRG ed il verbo DOVERE

Ritratto di Saro Di Paola

7 Febbraio 2022, 18:30 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Per l’insieme delle aree in atto occupate dagli impianti ferroviari, DOVRA’ essere redatto un unico progetto planivolumetrico che ne assicuri l'uso e la fruizione pubblica, orientato a migliorare sostanzialmente la condizione di infrastrutturazione del territorio cefaludese,....
il progetto DOVRA’ prevedere la trasformazione della linea in viabilità pedonale e ciclopedonale …..

Tra virgolette ed in corsivo ho trascritto due passaggi della relazione sulla revisione del PRG, che, insieme ad altri, ho, già, riportato nel mio scritto del 5 febbraio scorso. (http://www.qualecefalu.it/node/24324)
Sono due passaggi che non possono dare adito ad interpretazioni.
Il loro significato è univoco: la linea ferrata che, a raddoppio ultimato andrà dismessa,  DOVRA’  essere trasformata in pista pedonale e ciclopedonale.

Pertanto, secondo il Prof. Trombino e gli otto Consiglieri che hanno adottato la variante generale al PRG, nessuno dei brani nei quali è stata già frazionata la strada ferrata ad occidente di Ogliastrillo e degli altri nei quali finiranno per frazionarla i lavori in corso POTRA’ essere trasformato in strada carrabile.
Nemmeno il brano dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, che,
         

dislocato  com’è nel cuore del centro urbano di Cefalù, potrebbe, a senso unico in direzione PA-ME, fungere, invece, da circonvallazione interna, da bypasse urbano che alleggerirebbe il traffico lungo le vie Roma, Martoglio, Gramsci, Moro, Mazzini e Gibilmanna.
Evidentemente, però, per Trombino e per gli otto Consiglieri, a caoticizzare il traffico lungo quelle vie non sono gli autoveicoli e i bus di linea che le percorrono ma pedoni e ciclisti.
Ciò, ovviamente, se nella relazione Trombino il verbo DOVERE, coniugato al futuro, è stato impiegato con lo stesso significato che gli attribuisce il vocabolario della lingua italiana.

Viene spontaneo chiedersi:
è questione di lingua italiana o di cecità urbanistica?

Da cittadino mi auguro che sia questione di lingua italiana, di uso improprio del verbo dovere. Sarebbe inaccettabile fosse questione di cecità urbanistica.
La perentorietà di quel “dovrà”, reiterato com’è nella relazione, sarebbe, infatti, disastrosa per il miglioramento sostanziale della condizione di infrastrutturazione del territorio cefaludese, che il Prof. Trombino dice che si “dovrà” perseguire, e che è indubbio si potrà conseguire, con l’uso e la fruizione pubblica dell’insieme delle aree in atto occupate dagli impianti ferroviari.

Saro Di Paola, 7 febbraio 2022