La Sindone tra fede e scienza

Ritratto di Angelo Sciortino

25 Giugno 2022, 15:06 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Tutti conosciamo l'adagio “la strada per l'inferno è lastricata da buone intenzioni”. Questo adagio mi è ritornato prepotentemente in mente durante il convegno sulla Sacra Sindone, tenutosi ieri nella Cattedrale di Cefalù. Nelle intenzioni del promotore Valerio Di Vico c'era sicuramente quella di dare voce anche alla scienza, dando la parola alla professoressa Emanuela Marinelli sinologa e al professore Salvino Leone della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia. Ottima intenzione sicuramente, specialmente se si tiene conto che alla esposizione scientifica ne è seguita una liturgica del Canonico Domenico Messina, anch'egli della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia.

Eppure, nonostante la preparazione dimostrata dai relatori, non sono rimasto molto soddisfatto. Ho avuto l'impressione che sia stata operata una certa confusione tra verità terrene e verità trascendentali, tra verità della scienza e verità di Fede. Esattamente come quando si tentò, usando la legge di Stefan-Boltzmann sulla radiazione, di dimostrare che in Paradiso c'è una temperatura più alta di quella dell'Inferno, considerando che esso fosse come la Terra e non un luogo trascendentale, dove vanno gli spiriti dei salvati prima della resurrezione.

A me, spinto da anni verso la ricerca di qualcosa di superiore, che mi dia certezza di una vita oltre la morte, poco importa di sapere che la datazione con il carbonio 14 dimostri l'età della Sindone. Ancor meno m'importa quali furono le cause cliniche della morte di Gesù, se per asfissia o per infarto, perché preferisco credere che Egli sia morto per la salvezza degli uomini; di quegli uomini per i quali diceva “Beati i poveri in spirito, perché di essi sarà il Regno dei Cieli”. Così come preferisco le parole dell'Aquinate in risposta a chi gli chiedeva se Maria avesse conservato la verginità dopo il parto: “Che t'importa della sua verginità, se credi che Essa è la madre del Figlio di Dio?”.

Per fortuna a questo confronto tra scienza e Fede è stata data la risposta liturgica come servizio canonico reso al pubblico da Domenico Messina. A dare, però, il senso più alto alla ricerca è stato il vescovo Giuseppe Marciante nella sua conclusione dei lavori della conferenza; parole che sintetizzo così: la scienza umana è sì frutto della ragione, ma non può né deve avere la presunzione di sostituirsi alla Fede in Dio. Altro non è, che il pascaliano “Esprit de finesse” contrapposto a “esprit de geometrie”.