Un paese "insozzato da sudiciume materiale e morale".

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Agosto 2022, 07:17 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Da Torino il 1° Luglio 1861 così scrive Enrico Pirajno di Mandralisca:

Parlatemi voi invece di codesto paese [Cefalù], che vicino lo detesto perché lo vorrei amare senza il sudiciume materiale e morale di cui è insozzato, ma lontano gli voglio molto bene. E parlatemi di Colombo, che sogno la notte, e lo ricordo di giorno, appena guardo dalla finestra le colline amenissime qui vicine, piene di castagni d’india, di abeti, e di tigli, e seminate di casine bellissime.”

Se toccasse a noi, centosessantuno anni dopo, di parlargli di questo paese, potremmo negargli che esso è ancora “insozzato di sudiciume materiale e morale”? Anzi, forse saremmo costretti a dirgli che la sozzura oggi è ancora maggiore che in passato e soltanto da lontano, ricordandolo, è possibile amarlo come lo amò lui. E dovremmo confessargli che Colombo e tutte le altre amene colline di Cefalù non sono più le belle colline, che egli ricordava con affetto e nostalgia. Per non dire della cultura, che egli cercò di far crescere con la fondazione di una scuola, poi diventata Liceo Mandralisca, e del Museo lasciato in eredità con le sue ricchezze di opere artistiche, purtroppo non tutte fuori dai magazzini.

Insomma, Cefalù non è come la Parma che egli descrisse in un'altra lettera del 28 agosto 1861: “In Parma vi è un eccellente Teatro moderno, oltre di uno antichissimo, detto il Farnese; un museo di Antichità, una bella raccolta numismatica, bei passeggi su i bastioni, un Orto botanico.” Chissà se visitando Parma egli non abbia immaginato uguale la città di Cefalù? Mi piace di credere di sì, come dimostra il Museo da lui voluto e finanziato e la scuola. Ancor più aumenta la mia convinzione, quando in un'altra lettera leggo del suo interesse per la costruzione di una strada di campagna, per la quale egli avrebbe ceduto a titolo gratuito la servitù di un suo possedimento.

Una cosa soltanto potremmo dirgli: nulla è cambiato in meglio. Anzi, non essendo più egli fra noi, persino il suo Museo sopravvive male, affidato a mani incapaci.