Che Dio ce la mandi buona!

Ritratto di Saro Di Paola

3 Settembre 2023, 16:20 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Nel 2012, erano 56, metro più metro meno, i metri che mancavano per completare la galleria dispari del raddoppio ferroviario tra la stazione di Palermo Centrale e l'aeroporto Falcone-Borsellino.
Fu una venuta d'acqua all'interno della galleria verificatasi nel corso dei lavori, in corrispondenza del vicolo Bernava, a rendere impossibile l'avanzamento dello scavo con metodi tradizionali.
I lavori vennero fermati: gli operai non potevano lavorare e, in superficie, la venuta d'acqua aveva, anche, cominciato a "lasciare segni" in diffuse lesioni all'impianto murario di cinque palazzine dell'isolato a ridosso del vicolo Bernava.
Le lesioni, ben presto, degenerarono in crepe.
                                                                                    
                                       
Le palazzine vennero fatte sgomberare, per far sì che potessero essere consolidate.
         
L’impresa si rivolse al Geologo Professore Giovanni Barla, luminare di “Meccanica delle rocce” al politecnico di Torino, che, a seguito della campagna di sondaggi, finalmente eseguita,
         
individuò l’unica soluzione praticabile nella demolizione delle palazzine, nella successiva apertura di un pozzo a cielo aperto della profondità di 30 metri, nella realizzazione, lungo il suo fondo, di un segmento di galleria artificiale e, quindi, nel riempimento del pozzo, sino alla quota di quello che era il vicolo Bernava.

Definito il progetto, nel giugno del 2021, i lavori vennero appaltati per un importo di circa 18 milioni di euro.

Lo scorso mese di febbraio, il pozzo è stato ultimato, però, per non compromettere la stabilità di altri edifici, limitatamente a 40 dei 56 metri di galleria mancante.
                                                                         

A quel punto, si sarebbe dovuta iniziare, com’è iniziata,
                                                                      
la costruzione dei 40 metri di galleria artificiale.
Il restante segmento di 16, o 10 metri che siano, lato Orleans, sarebbe stato realizzato con metodi tradizionali.
                                                                      
                                                                      
Nel settembre del 2023, dopo sei mesi dall'ultimazione del pozzo, i lavori sono, però, fermi.
I metri di galleria da realizzare sono, ancora, 56.
Quanti erano nel 2012.

Perché?
Parrebbe che, la stessa falda, che, nel 2012, compromise la stabilità delle 5 palazzine causando il fermo dei lavori, oltre a costituire pericolo di venute d'acqua con potenziali rischi per gli operai, potrebbe compromettere la stabilità di altre palazzine nella zona d'influenza dello scavo.
Proprio come l'avrebbe compromessa lo scavo del pozzo nel segmento finale di 16 o 10 metri che siano.

Ripeto: parrebbe.
Nessuna notizia ufficiale è, infatti, trapelata.
Le fonti che avrebbero il DOVERE di informare la collettività tacciono.

L'ultimo fermo, che si aggiunge ai precedenti protraendoli, sino ad oggi, per altri sei mesi, è, per me, inquietante.
Addirittura più delle altre vicende di cui mi sono già, diffusamente, occupato in altri scritti pubblicati su questo blog e, che, in sintesi, ho ricostruito in questo.

Sono state, e sono, per me vicende inquietanti perché mi inducono a guardare oltre al caso specifico.
Mi fanno prefigurare quelle chepotrebbero verificarsi, nessuno può escluderle, nel corso della realizzazione, con metodi tradizionali, degli oltre 1500 metri di gallerie indispensabili per la fermata sotterranea di Cefalù.
In un contesto geomorfologico e idrogeologico, certamente, più complesso di quello di vicolo Bernava.
Come hanno fatto ben comprendere, due accadimenti che tutti ricordiamo:
la rototraslazione della paratia di Ogliastrillo, che, nei primi di marzo del 2021, ha reso necessaria la chiusura del tratto di strada statale sovrastante, e l’apertura del fornello a Vallone di Falco, verificatasi nei primi di settembre del 2022.

Due accadimenti, che più che campanelli d’allarme sono suonati sibili di sinistre sirene.

Non è, affatto, strano che gli accadimenti di Vicolo Bernava inquietino chi, come me, sin da quando, nel 2012 sono iniziati, è stato etichettato come “catastrofista”, novello Cassandra.
Solo per averne prefigurate di potenziali simili per le gallerie indispensabili per la fermata sotterranea di Cefalù.

E’, assai, strano che, almeno per quanto è dato sapere, non inquietino le parti in causa.
In primis, l’Amministrazione comunale di Cefalù e RFI.
Per quanto se ne sappia, infatti, l'Amministrazione cefaludese, nonostante quegli accadimenti non ha, neanche, ritenuto di mettere RFI difronte alle proprie responsabilità formalizzandole esplicita e circostanziata richiesta di sondaggi e RFI, dal suo canto, dopo quegli stessi accadimenti e dopo lo spostamento a Pietrapollastra dell'imbocco della galleria di sfollamento, ha ritenuto di aggiungere un solo sondaggio a quelli eseguiti, tra Pietragrossa e Pietrapollastra, prima della fase progettuale: uno certamente, forse due.

E dire che i sondaggi potrebbero, solo, prevenire, senza scongiurarli, "inconvenienti" della stessa natura di quelli che, sinora, hanno impedito il completamento del raddoppio tra Palermo Centrale e Punta Raisi.

E dire che, per l'estenuante andazzo dei lavori del raddoppio Ogliastrillo-Castelbuono, di tempo per eseguirli ve ne sarebbe stato veramente tanto.

Che Dio ce la mandi buona!
Se non dovesse mandarcela buona, ce la saremmo cercata.
Senza aver fatto nulla per evitarla.


Saro Di Paola, 3 settembre 2023

( Alcune delle foto pubblicate in questo scritto sono mie, altre sono tratte da Palermocity20 e da
https://www.facebook.com/100021212087891/posts/pfbid02uLCxTi4971mHeT4anc29DsJiWZFEGLxwWV75MNLVM6v8Pnkof6bsceqeSNXVCppMl/ )