Museo Cefalù a rischio chiusura

Ritratto di Quale Cefalù

7 Luglio 2013, 13:53 - Quale Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Fonte: l’Unità - Articolo di Natalia Lombardo - 6 luglio 2013

Fragili come cristalli, preziosi come gemme, i beni culturali italiani rischiano di spegnersi uno a uno, per l’asfissia economica e la cecità politica di chi non riconosce anche una fonte di reddito per lo Stato, e di lavoro, nel patrimonio artistico italiano, parcellizzato nelle infinite bellezze nascoste in quasi tutti i comuni d’Italia, che sia una chiesa barocca, un insediamento romano, una pala d’altare medievale.

È il caso del Museo Mandralisca di Cefalù, cittadina della costa settentrionale siciliana che di per sé è un’icona del Mediterraneo, con i due campanili della cattedrale normanna a ridosso della materna rocca che domina il paese cullato dal mare. Ora, il museo rischia davvero di chiudere per mancanza di soldi. Rubinetti chiusi da parte della Regione, da mesi i dipendenti sono senza stipendio, e da mesi si fanno sentire gli appelli, una petizione on line, i gruppi su Facebook (alcuni con più di 2.500 membri) per salvare il Museo che conserva anche il famoso Ritratto d’Ignoto di Antonello da Messina, il marinaio dal sorriso ironico.

Eppure le pretese non sono molte, nel 2012 il contributo regionale era di 142mila euro, già non sufficiente per la vita del Museo, e ancora si attende il saldo di 27mila euro. Comunque per il 2013 già c’è stato un taglio del 20 per cento dei fondi, che quindi si riducono a 136mila euro, ma sono soldi che rischiano di non arrivare mai, tutt’ora bloccati. Per l’approvazione del bilancio regionale 2013 il contributo agli Enti rischia di essere tagliato. Perché il problema sono i criteri con cui vengono elargiti i fondi, un sistema che ricorda quello della Finanziaria nazionale in cui, nel caso della Sicilia, ogni deputato dell’Assemblea regionale inserisce una voce, un pezzetto da difendere: la cosiddetta Tabella H del documento è un «calderone dove finisce di tutto», vi sono stati inclusi oltre un centinaio di enti, molti dei quali, assicurano i cefalutesi, sono «enti fasulli, strutture inesistenti».

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