Un esempio positivo di “valorizzazione” (della Rocca)

Ritratto di Pino Lo Presti

13 Agosto 2013, 06:43 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Per quanto tema vecchio, credo sia necessario riflettere, e in maniera quanto mai urgente (ancora una volta) specie qui a Cefalù, sul significato che si vuole dare alla parola “valorizzazione”!



Pare proprio, infatti, che essa sia ormai intesa esclusivamente come  “azione volta ad aumentare il valore commerciale di qualcosa”.
La abbiamo vista applicata al nostro Territorio, la stiamo vedendo applicata al nostro Centro storico, la vediamo tornare “ad ondate” irregolari, nel tempo, ad applicarsi alla Rocca.

nota - Naturalmente - in queste “azioni di valorizzazione” -  resta sempre secondario, se non irrilevante, come “tale valore aggiunto” venga distribuito/ritorni anche  alla collettività - “in fondo” proprietaria del Bene -, in cambio della, comunque, “perdita di integrità” dello stesso (in termini di “paesaggio” e/o “carico antropico”)! Ma non è questo, questa volta, il nostro tema.

Già il dott. Rosario Ilardo, con la sua notevole quanto recente opera, “L’Eccelsa Rupe”, aveva mostrato come possa darsi un diverso significato alla parola “valorizzazione” della Rocca di Cefalù.

Nell’appuntamento del  21 giugno scorso, che il prof. Antonio Franco e due suoi amici (il geologo Davide Gori e la docente letteraria Valentina Portera), hanno dato davanti al Tempio “di Diana” sulla Rocca, tale diverso approccio al significato della parola “valorizzazione” ha trovato un ulteriore esempio in uno stimolante approfondimento del dibattito circa le sue origini: sul perchè di quella costruzione lì in quel punto della Rupe.



Le indicazioni storiche di base del prof. Antonio Franco, relative ad una “mentalità (costruttiva) ciclopica” che si diffonde nel III milennio in tutta Europa, a seguito della grandi migrazioni dei popoli indoeuropei, è stata seguita da una appassionata, quanto scintillante, sequenza di flashback etimologici, lasciata “cadere” sugli astanti dalla Portera che mostravano come “Diana” e “Venere” siano due nomi della stessa idea.

Le suggestive considerazioni geo e archeo-astronomiche, del Gori, (Vedi: trascrizione interventi.pdf) hanno infine, in concorso con i due precedenti interventi, dato forma compiuta alla ipotesi che la “costruzione” sia un tempio dedicato ad una divinità femminile, legata alle acque, e alla Roccia, e che essa, con tutta probabilità, sia stata Venere.

     la dott.ssa Valentina Portera                                                                                                                                                    il dott. Davide Gori

La Rocca è, in fondo un ammasso di conchiglie (altro simbolo di Venere), emerso dalle acque

Se così fosse, sarebbe il caso di indagare quali particolari significati-valori, da parte dei costruttori, si è inteso dare, dell’Idea “Venere” in base ai particolari significati che essa assume, secondo l’Astrologia (la prima forma di Filosofia), al variare dalle sue particolari condizioni astrali.



In Primo luogo, Venere può essere infatti “Lucifero” - come “stella” del mattino - o “Vespero” - come “stella della sera -; nel “significato” generale di “portatrice di luce” ha rilievo una distinzione di senso evidente a seconda che “porti luce” al “giorno” o alla “notte”, con tutte le loro attività fisiche, psichiche, mentali e spirituali.
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Che la “cisterna” - almeno in un periodo iniziale - abbia contenuto una sorgente, sarebbe (se dimostrato) un elemento che, evidentemente, avrebbe potuto suggerire agli antichi abitanti una particolare sacralità del luogo, una manifestazione divina da custodire all’interno del recinto di un Tempio, casa-atterraggio umano del Divino.
In ogni caso, pare evidente che essa sia stata utilizzata - magari solo successivamente - sicuramente come cisterna di acqua piovana.
L’acqua è elemento sostanziale, universalmente, in ogni rito di purificazione.

 

 

 

 

 

 


Attorno alla cisterna-sorgente (dove si manifestava la divinità e, “al suo” nome e “in suo” nome si svolgevano quindi, probabilmente, dei riti “lustrali”) fu allora costruito un Tempio 
secondo però un criterio direzionale particolare.

Sembra infatti che l’ingresso del Tempio abbia una relazione di allineamento con il punto dell’orizzonte in cui il Sole tramonta agli equinozi.



In ciò, dal costruttore del tempio, può essere stata espressa una esplicita volontà di mettere in evidenza la relazione Sole-Venere.
I due segni-costellazioni, infatti associati agli equinozi, sono i due in cui la natura di Venere è esaltata in maniera nitida dalle vicende della eterna contrapposizione-attrazione con il suo “opposto” Marte.
In particolare: in Bilancia, cioè all’equinozio di autunno, alle porte dell' ”inverno della vita”, è quella della esperienza, e dei criteri di valori acquisiti, la luce, il magnetismo su cui si fonda la speranza nell’affrontare l’inverno, la morte delle forme della vita; non certo l’estroversa azione di Marte!



Parliamo quindi del tramonto di un sole d’autunno che viene messo in relazione a una Venere “portatrice” di acqua/luce, ma,in entrami i casi (sera e autunno), “al volgere del buio”!

Il momento, astronomicamente ed astrologicamente più significativo della relazione tra i due corpi celesti è certamente quello della “Congiunzione”, quello che alternativamente genera l’eclissi dell’uno, ad opera dell’altro e viceversa; è l’effetto che si genera sulla terra quando i tre corpi celesti sono allineati.
Una “congiunzione” Sole-Venere però può essere una volta “terra-sole-venere” (congiunzione “superiore”) e una volta terra-venere-sole (congiunzione “inferiore”).
Lo spazio di tempo tra due congiunzioni generiche è di 292 giorni, e, tra due congiunzioni dello stesso tipo, di 584.
Poichè il Sole Tramonta, avanti e indietro, lungo un determinato arco di gradi, sulla linea dell’orizzonte, non dovrebbe essere impossibile risalire all’epoca (si parla di decine di secoli) in cui Venere è stata congiunta al Sole all’esatto equinozio d’autunno.
Ciò potrebbe anche dare indicazioni, oltre che del significato dell’orientamento, anche sul Tempo in cui fu edificato il Tempio.



Un allineamento che il Gori trova essere stato particolarmente significativo (in base a suoi calcoli astronomici) si sarebbe verificato intorno al IX° sec. a.c.

Resterebbe in questo caso soltanto da vedere di quali delle due congiunzioni si è trattato per andare ancora più a fondo nella semantica dei luoghi e perciò nel significato che per i nostri antenati ebbe la costruzione di quell’edificio, e dello spirito e dei valori, che ci hanno, con esso, voluto tramandare.

nota: una congiunzione inferiore vedrebbe Venere muoversi di moto retrogrado, cioè opposto a quello del sole, e perciò maggiormente in linea con il significato "crepuscolare" di un equinozio d'autunno e di una Venere "Vespero"!

(Vedi: trascrizione interventi.pdf)

Tutti abbiamo potuto comunque osservare, pur trovandoci in un solstizio, il rilievo che sullo sfondo del cielo, a cui guarda il Tempio, assume la brillantezza di Venere a tramonto avvenuto.