“Accendi la Legalità” - Cefalù, 19 luglio, 2012, II edizione

Ritratto di Pino Lo Presti

20 Luglio 2012, 16:29 - Pino Lo Presti   [suoi interventi e commenti]

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Quest’anno, l’iniziativa dell’ “Agorà dei Giovani di Cefalù”  (in collaborazione con le Associazioni cefaludesi e con il patrocinio del Comune di Cefalù e di Gratteri, nonchà dalla So.Svi.Ma, e del GAL I.S.C. Madonie) si è sposata con una analoga iniziativa di commemorazione dell’Ordine degli Avvocati di Termini Imerese, che ha inteso segnalare, in una giornata come questa, la gravità della annunciata perdita della sede distaccata di Cefalù del Tribunale di Termini Imerese.



Non a caso il raduno dei partecipanti alla Manifestazione è avvenuto proprio davanti alla sede della Pretura, da dove ha parlato Carmelo Pace, Presidente del suddetto Ordine degli Avvocati, e Nicola Pizzillo, Funzionario dirigente del Personale della sede cefaludese del Tribunale.



La scelta del luogo è stata opportuna anche al riguardo della Intitolazione del tratto di via Cavour, che da via Baden Powell giunge a piazza C. Colombo, proprio a Falcone e Borsellino, voluta dall’Amministrazione (era stata una proposta che il Gruppo consiliare del PD aveva già avanzato negli anni in cui sedeva tra i banchi della Opposizione).

Il Sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, aprendo il convegno, ha intanto letto la lettera con cui il figlio di Paolo Borsellino, Manfredi - nostro Commissario di P.S. -, esprime le ragioni della sua vicinanza e il suo rammarico per la forzata assenza

Lettera del Commissario Manfredi Borsellino
Oggi, malgrado Palermo sia in fermento per la ricorrenza del “ventennale” della strage di via D’Amelio come poche volte in passato, non sarei dovuto mancare a un appuntamento come questo, l’intitolazione di una importante arteria di Cefalù al giudice Falcone e a mio padre.

Di intitolazione di piazze e strade – come potete immaginare – in questi venti anni ve ne sono state tante e in tutta Italia, ma questa riveste un’importanza e un significato diversi, questa è l’intitolazione al giudice Borsellino della strada di un Comune il cui Commissariato di Polizia è diretto dal figlio, non è pertanto per chi vi parla un’intitolazione come tutte le altre.

Da qui il mio rammarico, oserei dire la mia sofferenza e il mio travaglio interiore per non potere presenziare ad una cerimonia irripetibile.

Rammarico perché mai sarei voluto mancare all’intitolazione di una via a mio padre nel comune in cui rappresento un’istituzione importante come la Polizia di Stato, sofferenza perché non nascondo il mio disagio nel non potermi allontanare da Palermo per impegni, direi doveri istituzionali, a cui, potendolo, mi sarei sottratto volentieri.

Non è il caso di riferire le ragioni che mi stanno costringendo a trascorrere questa giornata di dolore ma anche di grande speranza qui a Palermo invece che “rifugiarmi” nella mia piccola “Vigata”, ovverosia Cefalù, ma per me è fondamentale che voi sappiate, soprattutto voi cittadini e giovani cefaludesi e madoniti presenti insieme ai vostri amministratori, che il vostro Commissario di Pubblica Sicurezza sarebbe dovuto e voluto essere qui, non fosse altro che per la circostanza che qui oggi si intitola solennemente una via ai giudici Falcone e Borsellino, a Palermo invece, la città natale di mio padre ma anche quella dove ha trovato la morte, ad oggi, dopo venti lunghi anni, gli organi competenti non hanno ancora deliberato un’analoga intitolazione.

E allora, rammaricandomi ancora di più per la mia inevitabile assenza a questa come alle altre iniziative che si tengono oggi qui a Cefalù grazie ai giovani dell’”Agora’” che idealmente abbraccio, ringrazio doppiamente l’Amministrazione e il Consiglio comunale di Cefalù, i Sindaci intervenuti e soprattutto i cittadini presenti, per un’iniziativa che quando assunsi la dirigenza del Commissariato di questo comune oltre tre anni fa, non consideravo affatto scontata o dovuta.

Mi piace pensare che se oggi l’Amministrazione Comunale da poco insediatasi ha deciso di intitolare una strada a mio padre e al giudice Giovanni Falcone, lo ha fatto non certo per la mera coincidenza che uno dei figli dei due giudici martiri della giustizia riveste un incarico delicato in questo Comune, ma perché ha creduto davvero che anche e soprattutto così si onora la memoria di chi non ha esitato un attimo a sacrificare la propria vita per una società più giusta
”.


 
Il Sindaco, aprendo la Cerimonia di  intitolazione della suddetta via a  G.Falcone – P.Borsellino, ha quindi fatto il seguente discorso, in cui particolare rilievo ha dato alla problematica situazione del Tribunale.

Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi, saremmo tutti bravi e irreprensibili".
 Così ebbe a dire un uomo che ha pagato con la propria vita, con quella di sua moglie e delle sua scorta il coraggio di essere fedele al suo pensiero. Questo uomo era Giovanni Falcone. Era un giudice, una persona che voleva sconfiggere il “male oscuro” che è rappresentato da tutto quanto va contro la legge e della legge si fa beffe, facendo credere che solo nell’illegalità si può vivere.
 Nella nostra città, da alcuni ritenuta, a torto, un’isola felice, lontana dalla paura della violenza mafiosa, per ben venti anni non si è ritenuto di dover onorare adeguatamente la memoria dei Giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli uomini delle scorte, caduti vittime della vile mano mafiosa nei tragici attentati del 23 maggio e del 19 luglio del 1992.
Noi sappiamo bene che questa presunta immunità  dalla mafia, della quale godrebbe la nostra città, è un mito senza fondamento, come ben sanno tutti coloro che quotidianamente operano, ad ogni livello, contro ogni tipo di violenza mafiosa e  per  l’affermazione degli ideali di libertà e giustizia.
Oggi noi abbiamo piena consapevolezza che, come affermava Giovanni Falcone, la Mafia prima ancora di essere un’associazione criminale è una mentalità.
Addirittura possiamo affermare che la mentalità mafiosa  inizia prima della mentalità criminale. Si può essere mafiosi e non essere criminali. Si cerca protezione, si cercano padrini, si cercano scorciatoie, non si reclamano diritti e libertà ma protezione e favori.
Ecco, quindi che da questo punto di vista si può affermare che la nostra Cefalù non è per niente immune da questi fenomeni. Questa consapevolezza ci impone di non voltarci dall’altra parte e fingere di non sapere o non vedere.
 Per questo motivo, l’Amministrazione Comunale di Cefalù, in attuazione di quanto chiesto unanimemente, due anni orsono, anche su proposta di chi vi parla, dal Consiglio Comunale, ha voluto dedicare una Via a perenne ricordo dei Giudici Falcone e Borsellino e lo spazio antistante la sezione staccata del Tribunale alla memoria del giudice Francesca Morvillo e degli uomini della scorta morti, nell’esercizio del loro dovere nei tragici attentati di Venti anni fa.
Oggi scopriamo la targa che onora i due magistrati del pool antimafia, a giorni verrà collocata una epigrafe in onore dei martiri che ho menzionato prima.
 A Vent’anni da quei tragici fatti che hanno segnato una delle pagine più oscure della storia italiana e, allo stesso tempo, l’inizio di una presa di coscienza civile del popolo siciliano che ha dato, e continua a dare, tanti frutti, soprattutto nelle giovani generazioni, ci è sembrato un dovere morale ricordare, attraverso il ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tutti i servitori dello Stato, vittime della criminalità organizzata, che nonostante le minacce di morte e la consapevolezza di essere quotidianamente bersaglio della vile mano mafiosa, non si sono mai sottratti ai loro doveri,  continuando a battersi, con fermezza e profondo senso delle istituzioni democratiche, per la piena affermazione dei più alti valori civili.
La Via, che oggi intitoliamo, serve a ricordarci che al centro delle nostre esistenze deve sempre essere presente il diritto alla legalità, che deve diventare prassi concreta nelle nostre azioni quotidiane come dei nostri doveri d’Ufficio.
Quando abbiamo pensato di indicare questo tratto di strada da dedicare alla memoria dei giudici di Palermo, lo abbiamo fatto ritenendo che la presenza della Sezione staccata del Tribunale di Termini Imerese, contribuisse a fornire una maggiore valenza simbolica al nostro gesto.
Eppure per uno strano paradosso, intitoliamo la Via a pochi giorni dalla notizia della decisione del Governo Nazionale di Cancellare alcune sedi di Tribunali e le sezioni staccate di essi, tra cui quella di Cefalù.
Sappiamo bene che oggi le pubbliche Amministrazioni devono agire per tagliare gli sprechi e razionalizzare i costi,  penso, tuttavia, che la presenza di un luogo dove si amministra la giustizia e si affermano i valori della legalità ha una forza simbolica tale da non poter mai far ritenere la sua presenza uno spreco.
 Inoltre, in territori come il nostro in cui, storicamente, la mentalità mafiosa si è alimentata dalla distanza dello Stato dai problemi dei cittadini, occorrerebbe avvicinare questi ultimi alle istituzioni, favorire l’accesso alla giustizia e non il contrario.
Nell’auspicare che il legislatore nazionale riveda le proprie scelte, secondo un criterio di maggiore selettività degli sprechi da eliminare, annuncio che la mia Amministrazione si farà parte attiva per chiedere l’applicazione di una proroga, per consentire, per almeno 5 anni, la permanenza della sezione staccata del Tribunale a Cefalù
”.


                                                                                                                                                                                                         Sergio Rivituso ha suonato “Il Silenzio”

presenti inoltre i Sindaci delle Madonie, i rappresentanti di tutte le FF.OO.



Ha, quindi preso la parola

Enza Muffoletto, aprendo la manifestazione dell’Agorà Carmelo Pace, Presidente degll’Ordine degli Avvocati di Termini
Nicola Pizzillo, Dirigente del Personale del Tribunale di CefalùMauro Caliò, Presidente del Circolo Cefalù di Legambiente
 
La piantumazione dell’Albero della Legalità 

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