Per l’operatività del distaccamento permanente dei Vigili del Fuoco: avanti il prossimo! (terza parte)

Ritratto di Saro Di Paola

18 Ottobre 2013, 09:55 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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Le condizioni di degrado strutturale che, dall’esterno, sono riuscito a documentare nelle foto pubblicate (https://www.qualecefalu.it/node/3978) sono, ovviamente, molto più gravi di quelle sulle quali, venti anni addietro, insieme all’architetto Battaglia elaborammo le previsioni progettuali dell’intervento di adeguamento ed, in particolare, di quelle relative al recupero delle componenti strutturali dell’ex macello.

Nel 2013, il degrado di tali componenti - solai, cordoli, muri - è tale da indicare nella demolizione totale di quanto è rimasto dell’ex macello l’intervento più idoneo, oltre che più economico, per pervenire alla realizzazione di un organismo con caratteristiche strutturali ed architettonico-formali, diverse e nuove, come diverse e nuove rispetto a quelle di un macello sono le funzioni di un distaccamento dei Vigili del Fuoco.
In tutti i Paesi normali sarebbe stato, e sarebbe, così.
Non in Italia, però!
L’Italia, infatti, nel settore della costruzione di opere pubbliche e private, Paese normale, certamente, non è.
Il “sistema Paese” è talmente complesso, complicato e contorto da essere, oramai, avvitato su sé stesso.

In Italia demolire un immobile esistente per costruirne uno nuovo è operazione difficilissima, se non, addirittura, impossibile.
Sia per i privati e, sia anche, per gli enti pubblici.
Infatti, “storicizzazione” di tutti gli immobili a parte, con la demolizione i privati perdono il “diritto al volume esistente” e gli enti pubblici perdono il finanziamento dell’intervento di adeguamento, ove uno, mai, ne abbiano avuto concesso.

La consapevolezza di tutto ciò mi ha fatto tornare, più insistente di prima, l’interesse a trovare le giuste risposte alle domande che, più o meno esplicitamente, avevo formulato nel mio commento (https://www.qualecefalu.it/comment/1326#comment-1326) al comunicato del Sindaco:

  1. Nel primo stralcio appaltato lo scorso 12 giugno, sono stati riconsiderati e riprogettati gli interventi che erano stati previsti nel progetto del 1993?
  2. O, piuttosto, con il progetto del primo stralcio ci si è limitati ad adeguare i prezzi degli interventi previsti nel 1993 stralciando quelle opere, certamente funzionali, che in termini di spesa facessero rientrare l’importo complessivo dello stralcio nel finanziamento di 700.000 circa che è nella disponibilità del Comune già dal 2005?
  3. A quanto ammontano i lavori necessari per il completamento dell’opera?
  4. Quali gli “ultimi ostacoli alla realizzazione dell’opera” per la cui “rimozione” il Sindaco ha chiesto la collaborazione “di tutte le forze politiche e sociali della Città” ?

Per soddisfare il mio interesse ho riproposto le mie domande direttamente al Sindaco,che,per gli aspetti tecnici delle domande medesime, mi ha suggerito di rivolgermi all’architetto Ernesto Di Paola.

Di tali aspetti mi occuperò nella quarta parte.
Intanto pubblico alcuni rendering del progetto dell’opera elaborati da Maurizio Giardina.

(continua)

Saro Di Paola, 18 ottobre 2013

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